Animalismo

Scimmie come noi, conoscere per salvare

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13 Giugno 2017
 "Scimmie come noi, conoscere per salvare", la Guida alle grandi scimmie pubblicata dal Jane Goodall Institute Italia
"Scimmie come noi, conoscere per salvare", la Guida alle grandi scimmie pubblicata dal Jane Goodall Institute Italia

Una guida alle grandi scimmie a cura del Jane Goodall Institute Italia


“Scimmie come noi, conoscere per salvare”, il libro-guida alle grandi scimmie che vivono nelle strutture italiane, è stato presentato davanti ad un numeroso pubblico dal Jane Goodall Institute Italia mercoledì 10 maggio 2017 all'Auditorium Parco della Musica di Roma, con la partecipazione straordinaria della scienziata Jane Goodall, fondatrice del Jane Goodall Institute e Messaggero di Pace dell'ONU.

Sono intervenuti alla presentazione il Generale Antonio Ricciardi, Comandante Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare Carabinieri, Elisabetta Visalberghi del CNR e Daniela De Donno, presidente del “Jane Goodall Institute Italia”. Ha condotto il dibattito Maria Luisa Cocozza.

Il libro è stato curato dalla biologa Daniela De Donno con la quale hanno collaborato la studentessa magistrale di ecobiologia presso l'Università degli Studi di Roma Flaminia Casadei, la coordinatrice nazionale del programma di educazione ambientale Roots&Shoots del “Jane Goodall Institute Italia” Elettra D'Amico e la graphic Elettra Guerreschi. La Guida è sostenuta dalle associazioni BenEssere Scimmie e SOS Gaia. Hanno aderito al censimento delle grandi scimmie il Parco Natura Viva e Safari Ravenna.

Ha partecipato alla presentazione una rappresentanza delle sede romana di SOS Gaia.

In sintesi il libro denuncia il pericolo di estinzione delle grandi scimmie e sottolinea che è nostro dovere proteggerle per scongiurarne la scomparsa, perché non possiamo permettere la perdita di tanta ricchezza di vita per colpa del nostro modo di vivere inconsapevole.

Scrive Jane Goodall nella prefazione: “Guida alle Scimmie Antropomorfe nelle strutture italiane è la prima guida a dare valore ad ogni Grande Scimmia tenuta in cattività negli zoo italiani. E' una pubblicazione unica non solo per creare consapevolezza, ma introduce un nuovo modo di pensare al nostro rapporto con altri animali.” Dice ancora la scienziata che “Uno scimpanzé, gorilla, o orango può vivere più di 50 anni in cattività (lo scimpanzé più vecchio che si conosca è una femmina di nome Little Mama ed ha ben oltre 70 anni!) La vita di ognuno di loro è importante. La guida ha lo scopo di aiutare le persone, soprattutto i giovani, a capire la loro stretta relazione evolutiva con gli animali a noi più vicini, le grandi scimmie. Come quasi tutti gli animali, ogni grande scimmia ha la sua personalità e mostra un'ampia varietà di emozioni complesse che erano una volta ritenute unicamente umane. Dedicando tempo ad osservare le grandi scimmie potremo imparare molto sulla loro vita sociale ed emotiva. Questo aiuterà le persone a comprendere quanto sia importante proteggerle.”

 Il numeroso pubblico intervenuto alla Sala Studio 3 dell'Auditorium Parco della Musica di Roma che ha assistito alla presentazione del libro
Il numeroso pubblico intervenuto alla Sala Studio 3 dell'Auditorium Parco della Musica di Roma che ha assistito alla presentazione del libro

Daniela De Donno nella sua prefazione aggiunge: “… In cattività gli scimpanzé, come le altre grandi scimmie antropomorfe si annoiano terribilmente. Non poter adoperare il proprio intelletto come farebbero in natura, impegnati a cercare cibo, a comunicare, a fare ogni giorno delle scelte, li deprime. Abbiamo ancora molto da imparare da loro e magari, in un futuro speriamo non lontano, lo studio delle grandi scimmie e di altri animali ci condurrà a nuove conoscenze che ci indicheranno come contenere la violenza e l'avidità, per vivere nella sostenibilità.” E ancora: “... La soppressione della vita e della libertà, come l'imposizione di sofferenze fisiche e mentali da parte dell'uomo ai danni di scimpanzé, bonobo, gorilla e orango, sono moralmente inaccettabili poiché colpiscono esseri in grado di provare emozioni, avere coscienza di sé, percepire la dimensione temporale e possedere memoria ...”

L’antropologa Elisabetta Visalberghi nel suo intervento sottolinea che la Guida nell'affrontare il problema degli scimpanzé che vivono nel nostro paese, sollecita le strutture che li ospitano in cattività a farli vivere almeno in modo dignitoso. L'antropologa racconta al pubblico le sue esperienze da bambina quando il suo amore per gli animali sfociava nelle visite agli zoo di Torino e di Milano, dove però con sconcerto vide situazioni raccapriccianti, ad esempio le grandi scimmie erano tenute malamente e in gabbia, tanto che da quel momento si rifiutò di visitare gli zoo.

Le giuste osservazioni della antropologa sono lo spunto per aggiungere che lo zoo di Torino per fortuna fu chiuso, ma oggi purtroppo, dopo trent'anni, vogliono riaprirlo nel Parco Michelotti dove si trovava tanti anni fa. Come se quella terribile esperienza così ben descritta da Elisabetta Visalberghi non fosse servita a niente!

A tale proposito Daniela De Donno nel libro dice che: “… Le grandi scimmie, come gli altri primati, dovrebbero vivere liberi nel loro ambiente. Ove costretti alla cattività, le strutture che li ospitano devono assicurare spazio per correre, per arrampicarsi e dondolare per garantire un adeguato esercizio fisico; contatti sociali con altri scimpanzé e l'opportunità di stabilire legami stretti in gruppi misti per età e per sesso; devono fornire quotidianamente materiale per fare nidi come sostituti al nido sull'albero; variare la routine quotidiana, anche nella dieta e per la manipolazione degli oggetti e la presenza di stimoli intellettivi. Gli scimpanzé e le altre grandi scimmie dipingono, se si forniscono loro i mezzi.”

 Jane Goodall, ospite d'onore dell'evento, fondatrice dell'organizzazione internazionale Jane Goodall Institute, insieme all'antropologa Elisabetta Visalberghi
Jane Goodall, ospite d'onore dell'evento, fondatrice dell'organizzazione internazionale Jane Goodall Institute, insieme all'antropologa Elisabetta Visalberghi

Ma purtroppo visto che negli zoo prevale la logica degli introiti dubito che gli animali vengano ospitati nelle migliori condizioni.

In merito al libro aggiunge ancora Elisabetta Visalberghi di aver letto con interesse la storia di Marco Fiori nell'intervista curata da Rosalba Nattero, presidente di SOS Gaia, dove traspare la grande esperienza e professionalità del Sovrintendente Capo del Servizio CITES del Corpo Forestale dello Stato oggi assorbito dall'Arma dei Carabinieri, maturata direttamente sul campo avendo svolto le più importanti attività di polizia e di intelligence sul traffico di specie protette (primati, pappagalli, rapaci, rettili ecc.) e dei prodotti derivati (avorio, corno rinoceronte, medicine tradizionali, legname tropicale). Insomma la sua è stata una vita dedicata alla tutela delle risorse naturali e delle specie minacciate.

Visalberghi dice ancora che il libro è un prezioso aiuto rivolto ai giovani per conoscere ed apprezzare questi animali ed un contributo per rendere tutti più coscienti della importante battaglia per difendere gli scimpanzé e l'ambiente dove vivono.

Aggiunge Maria Luisa Cocozza che la lettura del libro è piacevole e si capisce che dietro c'è tanta passione e c'è stato molto lavoro.

Daniela De Donno racconta la sua esperienza con Jane Goodall; con lei ha iniziato a collaborare dal lontano 1992 quando si trasferì in Africa a Bujumbura, in Burundi, nel Centro “Half-way House” dove si occupò del recupero degli scimpanzé confiscati ai bracconieri. La Presidente del “Jane Goodall Institute Italia” aggiunge che allo scopo di censire gli animali la Guida è stata realizzata visitando le strutture interessate, ma che la ragione principale della pubblicazione è dare valore ad ogni singolo individuo, per questo di ogni grande scimmia viene raccontata la storia, come nei casi delle scimmie spostate da luoghi di degrado verso situazioni migliori.

Daniela De Donno infine ringrazia gli intervenuti alla presentazione; la CITES e Marco Fiori per la collaborazione nel libro e per l'aiuto ad organizzare l'evento. Ringrazia anche le strutture italiane dove sono ospitate le grandi scimmie che hanno collaborato per la stesura del testo, Parco Natura Viva, Safari Ravenna e Bioparco di Roma, con la speranza che le altre strutture siano sollecitate ad adeguarsi per garantire il benessere di questi animali. Ringrazia ancora SOS Gaia e BenEssere Scimmie per il loro contributo ed infine gli studenti che insieme alla Professoressa Alba Sannino del Laboratorio di Scienze del Liceo Classico Aristofane di Roma hanno attivamente collaborato alla Guida ed hanno elaborato insieme all'Istituto il progetto sostenibilità.

 L'intervento della scienziata Jane Goodall
L'intervento della scienziata Jane Goodall

Jane Goodall saluta di cuore la pubblicazione della Guida che non può leggere perché in lingua italiana ma di cui conosce la sua storia, la definisce una straordinaria opportunità perché permette di conoscere la situazione degli scimpanzé che vivono in Italia. Riconosce che le condizioni di questi animali sono molto migliorate anche nel nostro paese perché adesso ci sono molte più persone che considerano importante la loro vita.

La scienziata ha raccontato al pubblico che la sua passione per le grandi scimmie iniziò quando all'età di 23 anni Louis Leakey gli chiese se era disposta ad andare a studiare gli scimpanzé nei luoghi dove vivono in libertà. Per potersi trasferire in Africa però dovette aspettare un anno, il tempo che Leakey impiegò per reperire i mezzi finanziari, e nel frattempo si dedicò allo studio di due scimpanzé del giardino zoologico di Londra, purtroppo molto deprivati e depressi perché costretti a vivere in una piccola celletta di cemento armato. Non avevano niente da fare tutto il giorno e la femmina era terrorizzata dal maschio, in definitiva questi due esseri per colpa dello zoo vivevano una vita tremenda.

All'epoca nessuno sapeva niente della vita degli scimpanzé e quando finalmente Jane arrivò in Africa a studiare la loro vita in libertà si rese subito conto della loro personalità e della loro ricca vita sociale, tanto che spesso gli tornava alla memoria la povera esistenza dei due individui che vivevano nello zoo di Londra.

La scienziata oltre a ringraziare tutti coloro che sono intervenuti alla presentazione del libro e tutti coloro che in qualche modo hanno partecipato alla sua stesura, ringrazia anche tutti gli scimpanzé che ci hanno insegnato tanto.

Dice ancora: “Se le altre specie animali potessero sentire quello che stiamo dicendo e avessero la voce per esprimersi, credo che anche loro ringrazierebbero gli scimpanzé perché le ricerche su di loro hanno contribuito a modificare l'atteggiamento formale del mondo accademico dominante. Nel 1961 quando presentai i miei studi a Cambridge, furono contestati e considerati del tutto sbagliati perché non avevo frequentato il College e non avevo un regolare curriculum. Per gli accademici dell'epoca erano stati inutili i miei anni passati a studiare sul campo.”

 Jane Goodall insieme Daniela De Donno, presidente del Jane Goodall Institute Italia, a Elisabetta Visalberghi e ad alcune giovani che hanno collaborato nella preparazione del libro
Jane Goodall insieme Daniela De Donno, presidente del Jane Goodall Institute Italia, a Elisabetta Visalberghi e ad alcune giovani che hanno collaborato nella preparazione del libro

Considerando la mentalità corrente dell'epoca è evidente che gli studiosi erano scandalizzati dalle ricerche di Jane; agli scimpanzé aveva dato dei nomi invece di numeri, diceva che erano dotati di personalità e di una mente capace di pensiero, che provavano sentimenti ed emozioni come la paura, affermazioni semplicemente inconcepibili in quel periodo storico dove veniva tracciata una distinzione netta tra gli esseri umani e gli animali.

Soltanto con il tempo i ricercatori hanno compreso che soprattutto gli scimpanzé hanno dei comportamenti molto simili ai nostri eliminando la oramai ingiustificata linea di demarcazione tra uomo ed animali.

Nel suo discorso la scienziata sottolinea che oggi sappiamo che non sono soltanto le grandi scimmie a possedere una personalità ma anche tante altre specie animali. E grazie a questa nuova apertura mentale le scoperte della scienza sono divenute una continua sorpresa, ad esempio gli uccelli, sempre negli anni 60 venivano considerati incapaci di pensare perché in possesso di un cervello molto diverso da quello dei mammiferi mentre gli scienziati contemporanei ne studiano l'intelligenza, oppure le incredibili capacità intellettive del polpo, ed infine il caso dei calabroni cui è possibile insegnare dei compiti molto semplici se gli viene spiegato una sola volta come fare.

Sottolinea la scienziata che l'uomo ha bisogno dell'ambiente terrestre, ed è quindi fondamentale che le sue azioni siano sostenibili. Ma abbiamo sotto i nostri occhi di cosa è capace l'intelligenza umana; organizzare viaggi spaziali nel mentre con evidente incoerenza distrugge attivamente il suo ambiente naturale. L'uomo occidentale appare privo di amore e di empatia nei confronti del mondo perché ha creato un modello sociale che considera vincente soltanto fare soldi, mentre imprigiona le persone nella schiavitù dell'individualismo e dell'egoismo.

Ma c'è una speranza per il nostro futuro, una finestra di opportunità per invertire il nostro atteggiamento negativo nei confronti della natura per le seguenti cinque ragioni.

Jane Goodall insieme a Ivana Pizzorni di SOS Gaia
Jane Goodall insieme a Ivana Pizzorni di SOS Gaia

La prima si riferisce all'evidenza che per aiutare le grandi scimmie dobbiamo rendere sostenibile il nostro stile di vita, perché noi umani occupiamo troppo spazio destinato a questi animali. E a tal fine è necessario collaborare con le comunità locali che vivono in queste zone affinché si avvantaggino dalla conservazione delle specie animali, per questo è importante il programma del “Jane Goodall Institute” Roots&Shoots che si rivolge ai ragazzi di tutte le età e seleziona progetti che hanno lo scopo di migliorare l'ambiente per gli esseri umani e gli animali. Ma per rendere questo mondo migliore deve diffondersi e deve essere condiviso da tanti giovani.

I ragazzi che oggi frequentano questi programmi in direzione del cambiamento, domani si riverseranno in tutti i settori e le professioni, e in posizione di leadership potranno applicare ciò che hanno appreso.

La seconda è riferita alla straordinarietà dell'intelletto umano, infatti se noi imparassimo a vivere in armonia con l'ambiente naturale potremmo fare delle cose incredibili.

La terza riguarda la capacità di resistenza della natura, perché l'uomo può distruggere i luoghi, ma per fortuna quando li abbandona questi sono in grado di recuperare da soli e come per magia di rigenerarsi e di riprendere a sostenere la vita, cosicché tante specie minacciate di estinzione possono ritrovare una opportunità.

Un'altra ragione di speranza consiste nel buon uso dei social-media che possono aiutarci a concentrare l'attenzione su una tematica specifica con una efficacia e rapidità finora mai riscontrata. E sempre attraverso i social-media più persone possono far sentire la loro voce in modi finora impensabili.

Infine l'ultima ragione per sperare in un futuro migliore è rappresentata dall'indomabilità dello spirito umano che può aiutare a trovare delle soluzioni per i gravi problemi che ad un primo approccio sembrano impossibili da risolvere, fino all'ottenimento di risultati eccezionali.

Concludo con l'invito di Jane Goodall ad acquistare questo libro e a leggerlo perché queste semplici azioni insieme all'opera del Jane Goodall Institute Italia ed al programma Roots&Shoots, possono fare la differenza a favore delle grandi scimmie.

Ma certamente anche a favore di tutti gli animali.



 

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