Cinema

L’urlo punk al 34° Torino Film Festival

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16 Novembre 2016
L’urlo punk al 34° Torino Film Festival

Dal 18 al 26 Novembre


158 lungometraggi, 17 medi e 38 corti, 46 opere prime o seconde, 43 anteprime mondiali, 25 internazionali, 8 europee e 73 prime italiane. La 34esima edizione del Torino Film Festival è pronta per decollare il 18 novembre con “Between us” diretto da Rafael Palacino Illingwoth, per chiudere il 26 con“Free Fire”, film d'azione esplosivo e travolgente di Ben Wheatley.

L'immagine di copertina scelta per il festival, tratta dal film Absolute Beginnes diretto da Julien Temple nel 1986, quest'anno omaggia David Bowie: artista poliedrico in grado di unire la passione per la musica, il cinema e la pittura in un unica forma d'arte. La sperimentazione di nuovi linguaggi e le nuove tendenze, accompagnate dalla promozione del cinema indipendente e dalla scoperta di talenti emergenti, sono difatti quest'anno i principali gli obiettivi del Festival.

L’urlo punk al 34° Torino Film Festival

Protagonista indiscussa del fittissimo programma è proprio la musica con la sezione “ I did it my way Essere punk”. Il TFF34 propone sette titoli per ripercorrere la storia del punk: movimento culturale antagonista, dalle origini talmente controverse che la sua musica venne addirittura suonata prima di essere definita come tale. Il genere, esploso visibilmente in Inghilterra nel 1975 grazie all'intuito del manager dei britannici Sex Pistol, Malcom McLaren, nacque in America nelle sperimentazioni dei The Who, Velvet Underground e New Yorks Dolls. La controcultura punk si diffuse poi capillarmente nel cinema, nella musica, nella moda, nella politica e negli stili di vita.

L’urlo punk al 34° Torino Film Festival

Tra i titoli imperdibili di questa sezione citiamo “The Blank Generation” (1976) di Amos Poe e Ivan Kral, che riprende le prime esibizioni di Patti Smith, i Ramones, Blondie, i Talking Heads al CBGB di New York, “Jubilee” (1978) di Derek Jarman, che consacra la ribellione punk londinese e “Rock ‘n’ Roll High School” (1979) di Allan Arkush, commedia demenziale su un liceo suburbano che impazzisce per i Ramones, a “Sid & Nancy” (1986) di Alex Cox, che descrive la storia della tormentata coppia composta da Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, e Nancy Spungen.

Per quanto riguarda la selezione dei film in concorso la scelta è stata indirizzata alla scoperta di giovani talenti che esprimono le più attuali tendenze del cinema indipendente internazionale. 15 film inediti in Italia, realizzati nel 2016, e provenienti da: Argentina, Austria, Belgio, Cambogia, Canada, Cile, Cina, Francia, Germania, Italia, Messico, Serbia, UK, Stati Uniti.

Grande attesa per “I figli della notte”, film di esordio di Andrea De Sica. Nipote del grande Vittorio e figlio di Manuel (musicista e autore di colonne sonore), ha lavorato al fianco di Bertolucci, Ozpetek, Vicari e Marra dopo la formazione al Centro Sperimentale di Cinematografia. Definito dallo stesso regista “..una favola nera..” è stato girato interamente in Alto Adige e narra la storia di un 17enne di buona famiglia che si ritrova catapultato nell'incubo della solitudine e della rigida disciplina di un collegio per rampolli dell’alta società dove vengono formati i "dirigenti del futuro".

L’urlo punk al 34° Torino Film Festival

L'imbarazzo della scelta per la sezione Festa mobile, tra i titoli più in rilievo troviamo: “Sully” di Clint Eastwood su Chesley Sullenberger che portò il volo 1549 della Us Airways con i motori in avaria sulle acque dell'Hudson, “Elle” di Paul Verhoeven e con Isabelle Huppert, “Free State Jones” di Gary Ross con Matthew McConaughey, “A Lullaby To The Sorrowful, Mystery” di Lav Diaz che con le sue 8 ore di durata ha già avvinto la platea di Berlino 2016. Ben 482 minuti per raccontare Andres Bonifacio, capo degli attivisti Katipunan e padre della rivoluzione filippina contro la Spagna condannato a morte il 9 maggio 1897 ma il suo corpo non viene ritrovato, “HEDI” (Tunisia/Belgio/Francia) di Mohamed Ben Attia che racconta un giovane uomo inetto senza storia fino al suo incontro con l'animatrice di un hotel, “Kate Plays Christine” di Robert Greene film su un'attrice che si prepara a interpretare il ruolo di Christine Chubbuck, la giornalista americana che si suicidò in diretta nel 1975, “Sono Guido e non Guido” di Alessandro Maria Buonomo in cui debutta il poeta Guido Catalano, “Slam-Tutto per una ragazza” di Andrea Molaioli, film molto atteso e tratto dal romanzo di Nick Horby con Jasmine Trinca e Luca Marinelli, “La felicità umana” con Maurizio Zaccaro che viaggia per il mondo per chiedere ad artisti, filosofi e politici cosa è oggi la felicità.

L’urlo punk al 34° Torino Film Festival

“Nessuno ci può giudicare” di Steve Della Casa che rievoca l'impatto che ebbero il rock italiano e i musicarelli sui grandi cambiamenti degli anni Sessanta, “Nome di battaglia di donna” in cui Daniele Segre ricostruisce la Resistenza attraverso le partigiane piemontesi, “Sadie” il thriller di Craig Goodwill girato a Torino e in Piemonte, “Gipo, lo zingaro di barriera” dedicato a Farassino (cantautore e caposcuola della canzone torinese) di Alessandro Castelletto e “Z. L'orgia del potere” (1969) diretto da Costa-Gravas a cui quest'anno Scamarcio consegnerà il Premio Maria Adriana Pollo alla carriera.

La giuria quest'anno sarà presieduta dal grande direttore della fotografia americano Sarà Ed Lachman e vedrà la partecipazione dello scrittore e regista canadese Don McKellar, del direttore generale di German Films Service Mariette Rissenbeek, del regista romeno Adrian Sitaru e dell'attrice israeliana Hadas Yaron. Tra gli ospiti annoveriamo Gabriele Salvatores, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Costa-Gayras, Roberto Bolle, Sorrentino, Nanni Moretti, Lou Castel, Francesco Munzi,, Marta Gastini, Daniele Segre, Maurizio Zaccaro, Rita Pavone, Caterina Caselli e per finire Christofer Doyle, eclettico artista australiano al quale verrà consegnato il Gran Premio Torino.