Esobiologia

Ufo ed Extraterrestri a Torino - 1

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14 Marzo 2011



UFO sul Monte dei Cappuccini a Torino



Gli UFO e gli Extraterrestri sono un tema misterioso che si rivolge al futuro. Un futuro inteso sia al rinnovamento di vecchie credenze, sia al perpetuamento di nuove concezioni collegate direttamente alle scoperte e alle invenzioni tecnologiche che l’uomo ha acquisito in modo particolare nel XIX e nel XX secolo. Oltremodo, questa nuova spinta tecnologica, mediata  dalle scienze dell’informazione  multimediali, multitecnologiche e globali, ha creato logiche universali a temi che in passato erano di stampo tradizionale e circoscritto. Ecco quindi che gli oggetti volanti di provenienza non terrestre hanno svolto un grande ruolo mediatico grazie ai mass–media nel trasformare antiche tradizioni  folkloriche  in nuovi fenomeni  che riguardano esseri  che provengono dallo spazio,  per comunicarci nuovi messaggi cosmici, o anche solo per conoscere le nostre abitudini e carpirci qualità che a loro servono.

Senza addentrarci oltre nel tema generale del fenomeno UFO, scopo non primario di questo articolo, è però necessario definire le regole universali  che l’uomo utilizza per  cercare di far luce sul fenomeno. In questo contesto, collegato alla definizione  del mistero ufologico  su un territorio ben definito, dobbiamo dire subito che vi è una  grande contraddizione da sfatare. Il fenomeno, che dovrebbe identificare  oggetti  di estrema innovazione tecnologica  che non sono frutto di mente terrestre, velivoli che avrebbero solcato  spazi profondi  per giungere sul nostro piccolo pianeta,  viene rivisitato  su specifici  territori regionali quasi  per identificarne peculiarità  e specificità territoriali. Se il fenomeno, come abbiamo detto, ha una valenza pluriuniversale, allora è anacronistico territorializzarlo. Difatti l’obiettivo è esattamente contrario a quello che sembra in origine. La specificità di E.T. è da leggersi come esperienza dell’uomo e della sua  capacità interpretativa,  piuttosto che riferirsi all’identificazione della sua presenza sulla Terra; ecco quindi che il tema degli Extraterrestri nel Torinese non è fenomeno peculiare e univoco del territorio, bensì è legato alle esperienze e alle interpretazioni  degli abitanti testimoni di avvistamenti,  e dei personaggi torinesi particolari, che hanno dato voce alla presenza degli Extraterrestri  e dei loro velivoli.

Le logiche generali della coscienza che l’uomo ha acquisito sul fenomeno ufologico risalgono convenzionalmente all’anno 1947, con il primo avvistamento che è divenuto notizia, cadendo in pasto alla stampa internazionale e poi ai mass–media in generale. Questo primo avvistamento mediatico fu  narrato da un pilota privato americano, Kenneth Arnold, che avvistò nei cieli dello Stato di Washington, nove oggetti discoidali luminescenti, che si comportavano attraverso i loro movimenti in maniera “intelligente” dando adito  ad un’interpretazione  che favoriva la logica di veicoli gestiti da occupanti dotati di intelligenza e di tecnologie sofisticate superiori a quelle terrestri. Da questo primo impatto mediatico si è sviluppata da quel momento in poi tutta una serie di esperienze e di avvistamenti di privati e anche di uomini legati agli apparati militari  ed alle istituzioni dei vari stati del mondo, in “primis” gli Stati Uniti d’America, per poi via via, lasciare il campo ad avvistamenti di vario genere, spalmati tra tutti i territori del Pianeta.

Le prime concezioni particolari di avvistamento si traducevano in oggetti visti da una certa distanza, in condizioni  che definivano particolarità inusitate  rispetto  al normale metodo delle conoscenze tecnologiche umane per solcare i cieli.

Ecco quindi che  le interpretazioni  di questi avvistamenti  si collegarono in breve agli interessi dei singoli Stati e poi, via, via,  agli interessi  privati di tutta una serie di appassionati al fenomeno,  sia per scelta,  sia per cause maggiori come ad esempio aver avuto un avvistamento straordinario. Avvistamenti particolari di difficile  spiegazione si sono presentati a migliaia di persone nel corso dei cinquant’anni di informazione legata al concetto ufologico ed Extraterrestre.


“Afterville” è il primo film di fantascienza dell’era digitale interamente ambientato e girato a Torino, diretto da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro

L’ipotesi extraterrestre è molto complessa e ricca di aneddoti e casi molto eterogenei tra loro. Il presunto avvistamento di un U.F.O, secondo rigorose metodologie d’indagine  viene classificato in:  oggetti diurni e luci notturne caratterizzati da vari parametri come l’aspetto (forma, dimensioni, colori) e comportamento (forti velocità, rapidi movimenti e manovre), incontri ravvicinati che sono di diversi  tipi collegati al rapporto oggetto volante e presunto occupante dell’oggetto, cioè il primo tipo, definito in gergo IR1, se vi è la presenza di effetti temporanei sull’ambiente, il secondo tipo IR2, se vi sono tracce fisiche durevoli al suolo, e IR3 se vengono descritti gli occupanti, cioè presenza di umanoidi. La saga continua con storie e aneddoti legati a quello che poi i presunti occupanti possono fare interagendo con gli uomini nel luogo dove sarebbero  atterrati, e quindi vengono fuori racconti legati a contatti diretti, rapimenti di testimoni, mutilazioni di animali con tecniche chirurgiche di altissima tecnologia e via discorrendo.

Se partiamo dall’assunto che gli oggetti volanti visti in cielo siano poco  probanti dal punto di vista geografico, lo sono invece dal punto di vista della testimonianza delle persone che descrivono il fenomeno visualizzato e poi interpretato, tenendo quindi in conto la cultura e la realtà del territorio da cui avviene l’osservazione. Quindi, non è molto importante dove può essere l’U.F.O, ma chi lo vede, lo percepisce e lo descrive. Questo perché, se riteniamo il fenomeno UFO, un fenomeno planetario, le distanze sulla Terra fanno ridere e sono insignificanti. Diverso è invece l’impatto culturale, psicologico e sociale di chi vede  l’oggetto,  lo percepisce e ne divulga l’osservazione.

Anche il territorio torinese  non è scevro di avvistamenti e storie sugli UFO e su tutto quello che riguarda i loro misteriosi occupanti.

Torino e provincia annoverano nella loro cronaca il tema degli extraterrestri; esseri di altri mondi che, secondo una casistica documentata e alimentata da  testimonianze di persone singole o anche collettive, verrebbero a "visitare" il nostro pianeta. Anche Torino, attraverso testimonianze locali, avrebbe i suoi "visitatori".

Gli avvistamenti effettuati e testimoniati da persone dei ceti sociali più disparati ed eterogenei, non si discostano di molto dalle descrizioni divenute ormai luogo comune  anche grazie alla nutrita e copiosa bibliografia (formatasi dal dopoguerra ad oggi) che vi è sull'argomento. Sono descrizioni di luci notturne o bagliori anomali, varie tipologie di oggetti volanti discoidali o sigariformi, sino a giungere a informazioni riferite a oggetti atterrati con la descrizione dei suoi probabili occupanti.

Riscontriamo casi avvenuti nel torinese che fanno parte della casistica ufologica accreditata, attorno agli anni ‘60 e ‘70, come l’avvistamento del 18 luglio 1967 per un globo luminoso avvistato a Torino, o quello avvenuto tra le 17.30 di martedì 23 e le 1.30 di mercoledì 24 febbraio 1971 per un avvistamento collettivo di circa un migliaio di persone avvenuto nell’Italia Nord occidentale con riscontri significativi  anche a Torino. Altri avvistamenti degni di nota anche per via della vicinanza dell’aeroporto, con tutti  i riferimenti tecnologici che possono essere stati correlati  al fenomeno stesso, sono quelli riferiti a Caselle nel 1954 e nel 1973. Ovviamente altri casi sono stati registrati ed anche attualmente sono molte le testimonianze che vengono rinvenute e archiviate dai centri ufologici che studiano e analizzano le dichiarazioni collegate a tali fenomeni. Difatti a Torino non mancano neppure le associazioni e i centri che studiano attivamente questa fenomenologia. Citiamo i più conosciuti  e quelli che sono stati fondati espressamente a Torino, come il CISU, Centro Italiano Studi Ufologici, che fu istituito nella città piemontese nel 1985 dopo che alcuni componenti torinesi del CUN, il Centro Ufologico Nazionale (istituito nel 1966 con sede nel centro–Italia) decisero di scindersi da esso e fondare appunto il CISU.  Il CISU, rispetto al CUN, ha finalità di studio che non mettono in primo piano l’ipotesi  extraterrestrialista nello studio del fenomeno ufologico, ma la ritengono una delle tante, come l’ipotesi terrestrialista (oggetti di fattura umana di nuova concezione), o scientifica in senso globale, non disdegnando gli addentellati sociali e religiosi che ruotano intorno al fenomeno, secondo un rigoroso metodo di acquisizione e archiviazione delle informazioni ricevute.

Uno dei maggiori studiosi del fenomeno che ha fatto scuola nell’ambito torinese attorno agli anni ‘50 e ‘60 è stato Gianni Settimo, fondatore e direttore nel 1964 della rivista “Clypeus”, una delle prime riviste italiane a trattare di temi legati allo studio interpretativo di  alcuni reperti archeologici in cui si potevano intravedere probabili tracce di stampo extraterrestre. Nello stesso periodo, a Torino viveva il noto scrittore di Clipeologia Peter Kolosimo, autore di libri per la Sugar editore quali: “Non è Terrestre”, “Astronavi  sulla Preistoria” e molti altri.

Personaggi definiti “contattisti”, cioè individui che affermano di essere stati visitati da esseri di altri mondi  per ricevere messaggi da divulgare al mondo, o per essere studiati fisicamente e clinicamente non mancano nella casistica torinese. L’esempio più conosciuto è quello della signora Germana Grosso, descritto nel testo intitolato “I nostri amici extraterrestri”, da lei pubblicato nel 1977.

Anche la provincia di Torino ha il suo luogo magico riferito agli Extraterrestri e non solo ad essi. E’ il monte Musinè, che troviamo nelle prime propaggini della Val Susa, spartiacque verso la pianura e monti della valle, tra i comuni di Caselette e Milanese.

In ambito ufologico, la peculiarità di questo monte è stata messa in risalto dall’interpretazione del monte degli UFO riscontrato nel film–culto sugli Extraterrestri: ”Incontri ravvicinati del terzo tipo” diretto da Steven  Spielberg nel 1977. In questo film, la narrazione trova il suo centro nella montagna sacra degli indiani del Wyoming, dove viene definita quasi come ansia messianica, ricodificazione della messa in scena e dell’immaginario fantascientifico, anche manifesto di una insospettabile religiosità cosmica. Ebbene, questo simbolo messianico è presente anche nel territorio torinese  tramite il Musinè: il monte degli Extraterrestri. In questo simbolo sta la peculiarità di Torino per quanto riguarda questo tema.

Dall’alto dei suoi 1150 metri, sembra  contenere tutta una serie di fatti misteriosi e inquietanti  che contornano la sua area sin dai primordi dell’esistenza umana. Il monte, da sempre, veniva assurto come simbolo magico di collegamento alla deità, quindi  i suoi luoghi sono pregni di quello spirito della montagna in cui il mistero del divino può compiersi.

Questa credenza nel corso dei secoli non è scomparsa nel credo dell’uomo, ma si è evoluta, meglio se diciamo modernizzata. La credenza si è trasformata da quella comune in cui nei luoghi del  monte “magico” si consumavano in determinati momenti dell’anno culti misterici e sabba stregoneschi, dove misteriose e magiche presenze di quei luoghi ne determinavano la fruizione, in luogo in cui queste entità sono interpretate come esseri provenienti da altri mondi con mezzi non identificati che utilizzano i luoghi  sotterranei del monte come base d’appoggio, e per questo si esplicherebbero nei luoghi attorno al rilievo, dei fenomeni strani e misteriosi. La geologia del Musinè, particolarmente inquietante dal punto di vista psicologico, ne ha fatto il monte per eccellenza della provincia torinese scelto dall’uomo per queste considerazioni. Si racconta infatti che nelle viscere del monte vi sia una base sotterranea che ospita dei misteriosi velivoli cosmici ed i suoi occupanti. Alcuni studiosi di antropologia interpretano questo fenomeno come una sorta di “risemantizzazione” a livello popolare dei fenomeni prima appartenenti alla tradizione del mito, ora svecchiati attraverso le nuove conoscenze che hanno portato a reinterpretarli modernamente. Quindi da esseri come gnomi, elfi, streghe, orchi, a Extraterrestri dalle più svariate fatture antropologicizzate: dal nanetto grigio alto poco più di un metro con occhi grandi e naso inesistente, all’angelo biondo  ariano di biblica memoria, o al gigante con un occhio solo alto più di tre metri.

Concludendo questo breve riassunto, il territorio torinese negli ultimi trent’anni sembra essere, secondo racconti e fatti testimoniati, archiviati e documentati, luogo di svariati avvistamenti di oggetti volanti non identificati, che fanno della Valle di Susa l’area torinese da cui sino ad ora, sono giunte le segnalazioni maggiori.


1 – continua



Danilo Tacchino è scrittore e poeta ed è stato docente di sociologia all'Università Popolare di Torino. Ha pubblicato numerosi volumi sul fenomeno UFO e su storia e folclore piemontese e ligure. E' stato responsabile regionale del Centro Ufologico Nazionale (CUN) dal 1989 al 2000


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