Misteri

L’Evento Tunguska e i calderoni della Valle della Morte

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18 Settembre 2013

L’ “Evento Tunguska” si estese per un raggio di più di 2.150 chilometri

I misteriosi “calderoni” della Valle della Morte in Siberia sarebbero collegati all’esplosione avvenuta in Tunguska nel 1908, ancora oggi inspiegata, che abbatté decine di milioni di alberi e venne percepita anche a mille chilometri di distanza


In Siberia, a circa 450 chilometri dal Circolo Polare Artico, nella Repubblica di Yakutia, famosa per essere il luogo abitato più freddo della Terra dopo l'Antartide, in inverno la temperatura scende frequentemente sotto i -40. La capitale, Yakutsk, conta circa 240.000 abitanti. La Repubblica di Yakutia si trova nella Russia Nord-orientale, a sud della tundra artica. Qui si trova la taiga siberiana, una vasta estensione caratterizzata da una foresta di conifere, un luogo arido, incontaminato e inesplorato che si estende, disabitato, per oltre 100.000 chilometri. Il territorio, privo di strade di collegamento, si presenta ostile ed è difficile orientarsi tra alberi sradicati e paludi.

Questo è il luogo dove viene collocato l’ “Evento Tunguska”, una grande esplosione che la mattina del 30 giugno 1908 ha abbattuto ben 60 milioni di alberi ed è stata percepita a oltre mille chilometri di distanza.

L’esplosione, avvenuta ad un’altitudine di circa 10 chilometri dalla superficie della Terra, si è verificata nei pressi del bacino superiore del fiume Viliuy.

A distanza di più di un secolo non è ancora chiaro che cosa sia realmente accaduto.


Disegno dei misteriosi calderoni della Valle della Morte in Siberia

L’ipotesi più accreditata dagli scienziati è che il fenomeno sia stato causato da un meteorite esploso durante la caduta sopra il fiume Chulym. Al meteorite è stato dato il nome del fiume Podkamennaja Tunguska, ovvero Tunguska Pietrosa.

L’esplosione ha fatto terra bruciata nel raggio di più di 2.150 chilometri, con una portata di onda d’urto che si stima abbia causato un terremoto in grado di distruggere una città.

L’ambiente particolare che rende inospitale e irraggiungibile il territorio, associato al misterioso evento catastrofico del 1908, ha fatto fiorire ipotesi, leggende, racconti e miti. Dagli UFO a misteriose cupole che proteggerebbero il pianeta da alieni ostili, fino a creature misteriose che vivrebbero da tempi immemori nella zona.

Uliuiu Cherkechekh, in lingua yakuta la “Valle della Morte”, è un territorio di oltre 100.000 chilometri quadrati. La sua peculiarità è quella di ospitare strutture metalliche misteriose, impiantate nel terreno perennemente ghiacciato, costituite da un metallo sconosciuto, simile al rame, impossibile da scalfire.

Il ricercatore russo Valery Uvarov chiama in causa gli UFO, convinto che le misteriose cupole della Siberia siano un’arma costruita in antichità dagli extraterrestri per proteggere il pianeta da eventuali pericoli esterni, tipo meteoriti o alieni ostili.
Secondo la teoria di Uvarov, le misteriose cupole avrebbero protetto gli umani da una disastrosa invasione aliena, provocando l’ “Evento Tunguska” che avrebbe causato l’esplosione nell’atmosfera terrestre delle navi aliene che si stavano avvicinando per impossessarsi del pianeta.

Una ipotesi fantasiosa, che si aggiunge ad altre, non meno fantasiose, per tentare di spiegare un fenomeno ancora sconosciuto.


Una foto del 1927 che mostra una porzione dell’area degli alberi abbattuti dall’ “Evento Tunguska”

La presenza delle misteriose cupole è testimoniata da diverse esplorazioni che si sono avvicendate nella zona. Nel 1853 il russo Richard Maack, uno dei primi ad esplorare la lontana Russia orientale e la Siberia, ha raccontato: "A Suntar - un insediamento Yakut - mi è stato detto che nel corso superiore del fiume Viliuy si trova un’enorme cupola di metallo affondata nel terreno. La sua dimensione è sconosciuta in quanto è visibile solo il cerchio sopra il terreno".

Nel 1936 ci fu un’altra spedizione a cura di un geologo che sulla scorta delle informazioni degli anziani indigeni si recò presso il fiume Olguidakh ("luogo del calderone) e si imbatté in una enorme cupola di metallo liscio, di colore rossastro, con un bordo affilatissimo. Le pareti dell'oggetto erano circa due centimetri di spessore e, secondo la relazione del geologo, era possibile vedere l'interno della cupola attraverso un foro sulla parte posteriore.

Altre spedizioni vennero effettuate negli anni successivi. Interessante la testimonianza di Mikhail Korecky da Vladivostok, il quale affermò di essersi recato ben tre volte nella Valle della Morte a cercare i misteriosi calderoni. Durante le sue esplorazioni Korecky individuò sette cupole tra i 6 e i 9 metri di diametro. La vegetazione attorno alle cupole era visibilmente più rigogliosa rispetto alle piante circostanti, con gigantesche foglie e steli lunghi quanto la statura di un uomo.

Nell'ultima visita alle cupole, Korecky si recò con alcuni amici e passò la notte in una delle strutture di metallo. Non successe nulla sul momento, ma in seguito uno di loro perse tutti i capelli e allo stesso Korecky comparvero due pustole sulla guancia che non si sono mai più rimarginate. Dai racconti di Koretsky, nel 1971 un vecchio cacciatore affermò di aver trovato una "tana di ferro" (così la definì) nel terreno, dentro la quale aveva notato i corpi di strani esseri con un occhio solo, vestiti con una sorta di "costume di ferro". Il cacciatore si propose per accompagnare qualche ricercatore sul posto dell’avvistamento, ma nessuna autorità credette al suo racconto.


Nel disegno, un cacciatore nomade si avvicina a una delle misteriose sfere

Un team di scienziati russi è tornato a distanza di secoli dai primi ritrovamenti nella Valle della Morte per andare a fondo del fenomeno delle misteriose cupole. Uno degli scienziato del team, Michale Visok, prima della partenza ha dichiarato: "Andiamo nella Valle della Morte per indagare e capire se le cupole metalliche raccontate da tante testimonianze esistono per davvero. Effettivamente, abbiamo trovato cinque oggetti metallici sepolti nelle paludi". E ha aggiunto: "C'è sicuramente qualcosa di strano là fuori, non abbiamo idea di cosa sono o per cosa siano stati utilizzati”.

Secondo diverse fonti uno di questi calderoni è stato a lungo studiato dai militari Russi, che lo avrebbero successivamente coperto per asconderlo da occhi indiscreti.

Esiste anche la testimonianza che si tramandano i cacciatori nomadi della zona, che descrivono le cupole come delle grandi "case di ferro" o caldaie, infatti la forma ricorda quella di una pentola capovolta. In alcune di queste caldaie i cacciatori hanno trovato un'apertura sulla parte superiore, con una scala a chiocciola che conduce fino a una galleria circolare con numerose "camere metalliche". Secondo i cacciatori, all’interno delle cupole c’è un piacevole tepore nonostante i -40 gradi esterni.

Alle strutture si associano anche le antiche leggende locali, a testimonianza che il fenomeno era conosciuto già nell’antichità. Gli anziani del luogo chiamano queste strutture misteriose "olgius" e raccontano che secondo la loro tradizione sono state costruite dai demoni della taiga, Niurgun Bootur e Tong Duurai.

Ma questi oggetti sono visti come pericolosi e inquietanti: si racconta di effetti nocivi che le caldaie hanno sulla vegetazione, e addirittura si narra che avrebbero causato malattie e morte a chi si avvicinava. Tra i cacciatori si racconta che in passato i cacciatori locali che avevano dormito nelle cupole utilizzandole come rifugio per la notte hanno in seguito contratto una malattia sconosciuta, e coloro che vi avevano trascorso diverse notti di fila, presto morirono. Da queste leggende nasce il nome “la Valle della Morte”, ed è questo il motivo per cui gli anziani delle tribù locali hanno dichiarato queste zone maledette, e quindi proibite.

Le leggende del Popolo Yakut riportano fatti strani, sfere di fuoco che volteggiano in aria, esplosioni, tutti fenomeni che in qualche modo sono connessi con le misteriose sfere di metallo. Le leggende riportano che all’inizio del secolo scorso dalla parte superiore di uno dei calderoni emerse una sfera di fuoco che salì verso il cielo, accompagnata da un grande boato.


Il meteorite che esplose nei cieli degli Urali in Russia nel febbraio 2013

Altre leggende ancora parlano di una serie di esplosioni causate da palle di fuoco che partivano da terra, e venivano attribuite alle battaglie tra il dio "Niurgun Bootur" e il dio "Tong Duurai". Da queste battaglie rimanevano sul terreno le famose cupole. In queste terre, secondo i racconti locali, dimorerebbe anche il Chuchuna, la creatura umanoide conosciuta anche come Yeti o Big Foot.

L’ipotesi UFO associata all’ “Evento Tunguska” è ricomparsa con prepotenza in occasione della straordinaria pioggia di meteoriti del febbraio 2013, quando l’esplosione di un meteorite i cui detriti colpirono sei città degli Urali provocò con la sua onda d’urto più di mille feriti e danni ingenti a migliaia di abitazioni. L’Accademia delle Scienze della Russia ha stimato che la meteora, che si muoveva a una velocità di 30 chilometri al secondo, avesse una massa di 10 tonnellate e che il boato sia avvenuto a un’altitudine di circa 30 – 50 mila metri dal suolo.

Anche in questo caso, come per l’”Evento Tunguska”, furono tirati in ballo gli UFO. Un videomaker sostenne che un UFO deviò il meteorite che esplose nei cieli della Russia e il suo intervento provvidenziale avrebbe evitato il peggio. Nelle immagini del suo video si vede come il meteorite viene letteralmente disintegrato da un oggetto estraneo che si schianta contro il corpo celeste. “La tempestività di questo oggetto extraterrestre nell'essere presente nel posto giusto e al momento giusto è disarmante” ha dichiarato Dan Keying, autore del video.

Così come per il mistero del caso Tunguska, anche in questo caso rimangono ipotesi fantasiose che non troveranno conferma o spiegazione. Rimane il fatto che in quelle zone avvengono fenomeni ignoti e inquietanti che rimangono avvolti in una coltre di mistero.

Il team di ricercatori partiti per la spedizione alla ricerca di spiegazioni sulle enigmatiche cupole di acciaio si erano preparati come degli astronauti in procinto di intraprendere un viaggio nello spazio.

È enigmatico tuttavia il fatto che dalla Russia non siano ancora pervenute notizie ufficiali sull’esito della spedizione degli scienziati russi.