Personaggi

Il Re dell’Horror al Festival “Da Sodoma a Hollywood”

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02 Maggio 2011

Dario Argento e Michael Brandon sul set di
“4 mosche di velluto grigio”

Intervista a Dario Argento




“In ‘Quattro mosche di velluto grigio’, ‘Tenebre’ e ‘Profondo rosso’ ci sono personaggi gay perché fanno parte della vita di tutti noi”


“Il mio Dracula in 3d sarà ispirato al romanzo ma non sarà il solito Dracula tipo quello di Coppola”


Era senza ombra di  dubbio uno degli ospiti più attesi del  ventiseiesimo Festival GLBT “Da Sodoma a Hollywood” iniziato giorni fa a  Torino, e Dario Argento, il Re dell’Horror – Noir cinematografico italiano e internazionale, non si è smentito presentandosi alla conferenza stampa di venerdì 29 aprile come padrino della nuova sezione “Midnight Madness”,  ovvero tre notti eccessive dedicate ai B-movie e ai cult movie, al trash e al camp.

“Io faccio cinema perché amo, perché voglio amare e perché voglio essere amato”, queste sono le dichiarazioni di Argento sul suo sito e in qualche modo sono rappresentative di un regista e soprattutto di un uomo simpatico pronto alla battuta, sorridente e scherzoso nonché disponibile alle domande che gli si pongono. D'altronde rimane uno dei pochi veri autori italiani più noti e apprezzati nel mondo del cinema soprattutto in Francia, Giappone e Stati Uniti.

Regista, produttore e scenografo e maestro del brivido e del thrilling si è sempre dedicato a regalare al pubblico vere perle cinematografiche del giallo e dell’horror impreziosite di suspense e paure molto vicine al linguaggio di Hitchcock.

Quando arriva al “Blah Blah” di Torino mi viene incontro sorridente e in pochi minuti, dopo un paio di battute, iniziamo a “giocare” alla domanda e alla risposta.


Come mai al Festival ‘Da Sodoma a Hollywood’?

Sono stato invitato a fare da padrino per la sezione “Midnight Madness” e sono venuto volentieri perché questo festival rappresenta  un  momento importante  per il cinema internazionale ospitando molti film di registi di molto continenti. Inoltre mia figlia Asia, che era stata madrina del festival anni fa, mi aveva parlato in toni entusiastici di questa manifestazione.


Ma Torino è davvero una città Noir, come viene definita da tutti?

Io penso che sia una fama immeritata perché Torino è invece una città anche solare, piena di felicità e  poi sai, questa fama di città oscura e segreta può dipendere dalla vecchia tradizione che vuole la città ricca di personaggi sensitivi e di  famose librerie esoteriche.


Spesso ti accostano a Bava, altro regista dell’Horror.

Mario Bava (padre) era una persona di famiglia, un amico di mio padre. Suo figlio era mio assistente. Non so quanto devo a Mario Bava, anche perché lui aveva uno spirito diverso dal mio. Di certo è stato l’apripista  del cinema Horror.



Dario Argento con Gino Steiner Strippoli

I tuoi film da dove nascono quindi, e chi può averti influenzato nell’arco della tua carriera?

I miei film sono legati in qualche modo alle mie letture, ai film e agli espressionisti tedeschi. Poi Sergio Leone, con cui ho lavorato, mi ha sicuramente influenzato in certi momenti. All’epoca di "C’era una volta il West" ero insieme a Bertolucci un debuttante con tanta voglia di fare e quello  fu un film davvero importante dove per la prima volta la protagonista principale fu una donna. Sergio mi ha fatto capire l’importanza  della macchina da presa per quanto riguarda l’espressività cinematografica in un  film. Io non amo molto i film "verbosi", infatti i miei film sono reticenti nella parte della chiacchiera. Di Leone posso ancora dire che fu lui a consigliarmi per il mio Phenomena l’allora giovane esordiente Jennifer Connely.


Quale attinenza possono avere i tuoi film in un contesto come il Festival “Da Sodoma a Hollywood”?

Ti dico solo che in ‘Tenebre”  ci sono due lesbiche (le attrici erano Veronica Lario e  Anja Pieron)  che svolgono un ruolo bellissimo, in “Quattro mosche di velluto Grigio” il protagonista è un ispettore gay, in “Profondo Rosso” l’amico di Carlo  (Gabriele Lavia) è un travestito. All’epoca, di omosessualità se ne parlava davvero pochissimo. Io penso di essere stato fortunato perché la mia famiglia era dentro il Cinema, per cui a casa mia c’era un andirivieni di registi, attori, scenografi, critici, tra cui molti di loro erano omosessuali, ma non dichiarati. I miei genitori mi dicevano – sai quello è il fidanzato di quell’altro, etc. - . Per cui per me è stato sempre normale inserire personaggi omosessuali nei miei film, perché gli omosessuali sono parte della  nostra vita, magari compagni di scuola, amici, colleghi di lavoro.


Crisi del cinema horror in Italia?

E’ vero, da qualche anno a questa parte il cinema horror italiano è svanito nel nulla o quasi. Esiste in America ma è dozzinale, si basa molto sugli effetti speciali. Molto interessanti sono invece i film coreani e orientali, con i giapponesi che la mettono però molto sul sovrannaturale e sui fantasmi. In Italia si fa molta commedia, secondo me bruttissima.


Stai girando il tuo ultimo film ‘Dracula’ in tre dimensioni.

Sì lo sto girando tra Biella e Torino. E’ un film ispirato al romanzo, ma ci sono molte particolarità tipiche del mio modo di fare cinema, non sarà il solito Dracula tipo quello di Coppola. In questo film ci saranno molti attori stranieri con cui mi son trovato bene. Tra gli italiani non vedo negli attori presenti dei veri cavalli di razza, proprio perché sono ancorati alla commedia, per cui mi rivolgo all’estero.


Il tuo Dracula ha subito dei ritardi dovuti a difficoltà nelle riprese o sbaglio?

In effetti mi son dovuto fermare perché le precedenti macchine non mi davano quello che volevo io per il film. Adesso è nata una nuova macchina in Austria, l’Ariflex, concepita per il 3D,  per cui posso fare finalmente il film. L’Ariflex è molto maneggevole e ha una resa  di luminosità incredibile,  e visto che il 3D si basa sulla luminosità... sarò il primo ad usare questa nuova macchina, inoltre userò due nuove macchine della Sony mai usate prima che mi serviranno per fare le riprese di estetica ma ancora non le ho provate.


Nei tuoi film hai sempre dato molta importanza alla soundtrack, ovvero alla parte musicale o meglio definita colonna sonora. Per questo ‘Dracula’ hai scelto musicisti stranieri o italiani?

Mi sono affidato a Claudio Simonetti, già leader dei Goblin che tanto hanno dato ai miei film.  Claudio è un musicista che fa la ‘mia’ musica!”.