La Discovery Doctrine è stata un nefasto avvenimento storico che ha sconvolto la storia millenaria del nostro pianeta cancellando antiche culture, provocando sofferenza e togliendo la libertà dell’individuo che viveva a contatto con la Natura e con il suo significato mistico.
Tutto ha avuto origine da una bolla papale del ‘400 che autorizzava l’esproprio delle terre d’oltreoceano “scoperte” da Cristoforo Colombo, e in seguito l’invasione dei territori dell’Africa da parte degli eserciti cristiani europei.
La “Discovery Doctrine”, questo il nome della famigerata bolla, ha segnato l’inizio delle colonizzazioni europee con un feroce mandato: appropriarsi delle terre invase, convertire le popolazioni dei vari continenti al cristianesimo, uccidere senza misericordia e per “diritto divino” quelli che si opponevano alla colonizzazione trattandoli alla pari di creature senza anima da usare per i propri piaceri e utilizzare come gratuita forza lavoro per l’edificazione del nuovo ordine sociale, distruggendo ogni possibile tradizione che conservava la storia delle vere origini dell’umanità per imporre la storia del cristianesimo da Costantino in poi.
La Discovery Doctrine ha creato una spessa e nera coltre di separazione tra il passato del pianeta e l’attuale presente della società maggioritaria, che si trastulla nelle sue Logge e nei suoi Capitoli esoterici con leggende, miti e vari brandelli di conoscenza andata perduta.
Sono rimasti a resistere contro questa onda di nera pece, che ha cancellato tutto ciò che poteva cancellare, solamente quelli che oggi vengono considerati come i “Popoli naturali”, che non sono neppure pochi rispetto alla società maggioritaria, poiché sembra che rappresentino il 25-30% dell’umanità.
E proprio costoro nel 2012 hanno ribadito la loro rivalsa contro l’imposizione subita a causa della Discovery Doctrine presso l’Assemblea dell’ONU di New York riunita in sede dei lavori del Permanent Forum on Indigenous Peoples.
Il danno più grande provocato dalla Discovery Doctrine è stato quello di tagliare via le radici su cui poggia la vita di ogni individuo della società maggioritaria in preda ad una disperata ricerca di identità.
Una identità che secondo l’antico druidismo è fatta di libertà personale, senza schemi comportamentali, in armonia con il senso concreto della Natura, una Natura che va al di là delle apparenze sensoriali e mostra il suo aspetto mistico.
Una libertà priva di demagogie, di dottrine e di maestri di vita che rispondono pur sempre alle ipoteche dettate dalla politica, dalle religioni e dalle ideologie di parte.
Una identità di liberi pensatori in grado di usare la propria capacità consapevole di creature senzienti che non cadano nel plagio dei narratori di fiabe. Uomini liberi in un mondo libero che possano essere in grado di scambiarsi le proprie idee senza paura di perdere il proprio orticello, senza essere maestri di vita di nessuno, bastando a se stessi e contribuendo a costruire alla pari con tutta l’umanità un mondo migliore che dia dignità e rispetto anche alle altre creature che convivono sul pianeta, senza riserve e al di là di qualsiasi cavillo che porti al loro sfruttamento.
Un individuo che sia uomo libero ed effettivamente generoso verso il prossimo, ma che appartenga solo a se stesso evitando scadere nell’egotismo personale dovuto alla pretta ignoranza, rivolgendosi unicamente alla Natura che lo ha generato e in cui chiuderà la propria vita, forse aperto a un ulteriore prosieguo di luce. Purtroppo questa ricerca di libertà diventa suo malgrado anche un’esca per coloro che vogliono divenire i profeti di turno, dagli sprovveduti saltimbanchi alle religioni. E chi più ne ha più ne metta.
Un esempio di queste “esche”, tra le tante che potremmo citare, è il “Siddharta” di Hesse. Un libro che inneggia alla libera e all’illimitata esperienza individuale che deve essere condotta dagli individui evitando le costrizioni delle cooperazioni e sollecita ad andare oltre la mente per vivere la purezza della realtà della Natura.
Un libro che dice cose che non possono che essere condivise da chiunque cerchi la propria libertà di individuo.
Se non fosse che questa “esca” non lascia spazio a nessuna soluzione possibile per un contributo di evoluzione del pianeta. All’individuo sì, ma non all’insieme degli individui che inevitabilmente è basato sulla cooperazione paritetica.
Il libro giunge così a paventare l’idea che ogni possibile situazione cooperativa formata da persone che cercano la loro libertà personale possa portarli al contrario ad ingabbiarsi in sistemi che poi li privano in definitiva della loro agognata libertà.
E a questo punto viene da pensare che questo libro proponga idee di “lana caprina”, figlie della Discovery Doctrine.
Infatti si può osservare come i vari sistemi oppressivi si organizzino in “cupole” di stampo politico, religioso e finanziario per fare i loro interessi a scapito dell’umanità, senza peraltro danneggiare gli interessi individuali di quanti si consociano in queste “cupole”.
Un fenomeno che paradossalmente sembra non riguardare quelli che invece aspirano alla vera libertà individuale, coloro che potrebbero dare un contributo al progresso dell’umanità, e che sono invece frenati dal “virus siddhartiano” nel mettere insieme gli intenti comuni per paura di limitarsi e perdere la loro libertà.
Una beffa. E se è per davvero una beffa, è proprio ben congegnata. E purtroppo trova sostenitori nei piccoli “apprendisti stregoni” che crescono. |