Il blog di Rosalba Nattero |
Le tante strumentalizzazioni della meditazione |
25 Gennaio 2020 |
Parlare di meditazione oggi è di moda. E questo purtroppo espone una pratica tanto sacra e importante a delle strumentalizzazioni ai danni di chi cerca un approccio con il trascendente o anche solo semplicemente per conoscere se stesso, o per gestire meglio le proprie emozioni, o per dare un senso al disagio esistenziale. Viaggio sciamanico, meditazione sciamanica, meditazione guidata per incontrare l’animale guida, costellazioni familiari… e chi più ne ha più ne metta. Eppure la meditazione è un archetipo naturale, un elemento evolutivo presente in natura. Non c’è niente da inventare, è già tutto lì, a portata di mano. Purtroppo i sedicenti guru o sciamani ci marciano, quasi sempre perché hanno fiutato il business, e propongono improbabili percorsi che invece di portare fuori dalla mente, quale dovrebbe essere lo scopo della meditazione, calano in un tunnel in cui il malcapitato si ritrova a scoprire di avere miliardi di problemi da risolvere, convinto di poterli affrontare con l’aiuto del “maestro” del momento. La meditazione è un’altra cosa e va nella direzione opposta. Propone un viaggio alla scalata di stati percettivi superiori, sempre più lucidi, per arrivare a scoprire se stessi e rapportarsi al significato intimo e mistico dell’esistenza. Crescere interiormente è un processo naturale. Nasciamo, cresciamo, maturiamo esperienza. La meditazione ci aiuta a riallacciare i fili di un percorso che avevamo perso perché fuorviati da una cultura basata sull’effimero, che non dà spazio alla naturale esigenza di dare un senso alla propria vita. E’ un processo naturale e armonico, senza sofferenza, e ogni fase viene vissuta come un normale sviluppo di crescita poiché viene riconosciuta come parte della propria natura. Altri metodi che con il nome meditazione propongono invece viaggi all’interno della propria mente, magari mettendo in discussione tutto il proprio vissuto personale, e i rapporti con famigliari, amici, parenti e quant’altro, possono diventare un vero e proprio incubo da cui è difficile uscire. Non c’è bisogno di questo per crescere. Nelle società dei Popoli naturali, quei popoli nativi che hanno mantenuto integre le loro tradizioni, ognuno sviluppa già dalla più tenera età un rapporto con la Natura attraverso il silenzio interiore e la coltivazione di una relazione individuale con la propria esistenza. Senza bisogno di orpelli o guru o sedicenti sciamani che li conducano in un percorso spesso senza via d’uscita, motivati da una propria gratificazione personale o, peggio, perché hanno individuato un’occasione di business sulle spalle di chi ha un disagio esistenziale. La meditazione è una cosa differente. |