Esobiologia

E tu, credi negli UFO?

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08 Settembre 2011


Capita spesso, durante conversazioni sul tema, di sentirsi domandare “ma tu credi negli UFO?” Questa domanda mi spiazza sempre: possibile che l'esistenza o meno degli UFO sia delegata alla scelta del singolo? Dire di credere negli UFO equivale ad un atto di fede, un volersi convincere che gli UFO effettivamente esistano, come credere in Dio, o nell'esistenza storica dei personaggi biblici.

Gli UFO (acronimo di Unidentified Flying Object, in italiano Oggetto Volante Non Identificato) in quanto tali, esistono, gli scettici si mettano pure il cuore in pace. Ad oggi esistono migliaia di prove scientifiche della loro esistenza, tra cui foto, filmati, documenti militari, avvistamenti di massa ecc...

Si può disquisire sulla loro provenienza, se siano effettivamente velivoli spaziali alieni, se si tratti di progetti militari top-secret, o addirittura scherzi ottici, ma è un dato di fatto che nei cieli di tutto il mondo si avvistino oggetti volanti di cui non è possibile definire la natura.

Gli UFO sono in sé misteriosi, per natura, come lo sono anche le piramidi. Non sappiamo chi, come e perché le abbia costruite, eppure nessuno ci ha mai chiesto se crediamo nelle piramidi: sono lì, ci sono le prove che esistono, come ci sono le prove dell'esistenza degli UFO. Certo, si può far risalire questo scetticismo al fatto che molti non hanno mai visto un UFO, come del resto molti non hanno mai visto le piramidi, ma a chi verrebbe mai in mente di negarne l'esistenza per il semplice fatto di non averle mai viste? Questo avviene di continuo con gli UFO, perché? Eppure se un ricercatore volesse a tutti i costi vederne uno con i suoi occhi, gli basterebbe scrutare il cielo con gli appositi strumenti in maniera costante, per avere un'altissima percentuale di possibilità di avvistarne.

Ciò nonostante, il mondo scientifico, specialmente quello divulgativo dei mass-media, continua ad immergere questo fenomeno in un'aura di indeterminatezza, di mistero, con il chiaro intento di screditarlo. Vista l'imponente casistica, la logica scientifica, se applicata correttamente, dovrebbe prendere il fenomeno UFO come un'evidenza probatoria, una prova empirica dell'esistenza di velivoli che non rispondono alla tecnologia attualmente in possesso dell'umanità.


Nel 1997, sei luci sorvolano il cielo di Phoenix, Arizona rimanendo visibili per ore. Si tratta probabilmente del caso più documentato (testimonianze, video e foto) di avvistamento UFO di massa

Aggiungendo ai casi UFO i casi di “abduction” (rapimenti alieni) e intrecciando le casistiche, si può arrivare a fare un collegamento tra UFO ed entità extraterrestri, portando a sostegno di questa teoria una solida base empirica. Toccherebbe allora agli scettici dimostrare che UFO e alieni non esistono, o che gli UFO non sono legati agli alieni. Tutto questo sarebbe perfettamente normale e scientificamente corretto. Invece tutti gli studi a riguardo vengono bollati come “pseudo-scientifici”, mentre è universalmente (diciamo globalmente) accettata la teoria degli “skeptics”, che ignora totalmente le prove empiriche (contraddicendo così il metodo scientifico) e secondo cui non esistono né gli alieni, né gli UFO, e anche se esistessero, non potrebbero in alcun modo essere legati.

Ad esempio il fisico britannico Stephen Hawking, una voce importante per quel che riguarda la divulgazione scientifica, dichiara che gli extraterrestri esistono quasi certamente, salvo poi dichiarasi scettico riguardo alla casistica UFO, senza curarsi di investigare scientificamente il fenomeno.

Ci sono poi casi isolati, come il premio Nobel per la chimica Kary Mullis, che nonostante il suo apporto determinante alla ricerca, vive ai margini della comunità scientifica. Mullis nel suo libro “Ballando nudi nel campo della mente” racconta un caso di abduction (rapimento da parte di alieni) vissuto in prima persona, oltre a denunciare l'imbrigliamento che gli scienziati subiscono nella loro ricerca, costretti a compiacere i finanziatori e la comunità scientifica internazionale, al fine di ottenere i fondi indispensabili alla ricerca stessa.

La rigidità e la cecità nel difendere lo status quo fatto di verità precostituite e posizioni dogmatizzate, ricorda, con le dovute differenze, le circostanze che costrinsero Galileo all'abiura.


Titoli di giornali dell'epoca riguardo il caso Roswell, l'evento più chiacchierato e controverso della casistica UFO

Infatti il tema UFO negli ambienti accademici è costantemente ignorato, e uno scienziato che si mettesse a studiarli verrebbe considerato “poco serio” o addirittura deriso dalla comunità scientifica. Gli scienziati “seri” invece preferiscono rinchiudersi nei dogmi “razionalistici” imposti alla ricerca, stravolgendo così il senso di una libera ricerca scientifica.

Di fronte ad una serie di eventi, così massiccia, documentata e misteriosamente affascinante, un uomo curioso e libero da schemi interpretativi fissi e immutabili, non può rifiutarsi di studiare il fenomeno. Si tratta di una reazione spontanea, difatti molti scienziati studiano gli UFO “in segreto” senza farsi scoprire dai loro colleghi, così come fanno i dipartimenti militari e degli Interni di quasi tutte le nazioni mondiali. Questi ultimi, spinti più dal pragmatismo che è dovuto nel settore: se “qualcosa” sorvola il tuo spazio aereo, devi studiarlo e scoprire di cosa si tratta, è una questione di protocollo. Salvo poi attuare una cover-up metodica nei confronti del pubblico; emblematico è il “caso Roswell”, che meriterebbe un articolo a sé. Comunque, per chi è interessato a farsi un'opinione in merito, il web è pieno di informazioni e articoli, sia di sponda “believers” che “skeptic”. Proprio il comportamento delle autorità statunitensi nell'occasione del “caso Roswell” ci può fornire una chiave d'interpretazione all'insabbiamento metodico attuato nei confronti del problema UFO.

Brevemente: nel luglio del 1947, “qualcosa” si schianta nel deserto del Nuovo Messico, nei pressi della cittadina di Roswell, dove ha sede una base aerea dell'esercito USA. L'8 luglio è proprio un comunicato stampa emesso dalla base aerea militare a dare inizio al più controverso caso di UFO e cover-up della storia. Nel comunicato si parla infatti di un “disco volante” che si sarebbe schiantato al suolo. La notizia ha enorme eco sulla carta stampata; interviene così il governo americano, che cambia la versione ufficiale, dichiarando che l'incidente riguardava un banale “pallone sonda” meteorologico. Da quel momento in poi la vicenda è piena di contraddizioni: testimoni che si smentiscono a vicenda, altri che cambiano improvvisamente il loro resoconto, ufficiali e civili che spariscono o muoiono in oscuri incidenti.


Prima pagina del quotidiano "Los Angeles Times": nella notte tra il 24 e il 25 febbraio 1942 la contraerea americana ingaggiò un combattimento con un UFO che durò tutta la notte, terrorizzando la popolazione. Ufficialmente non fu mai ritrovata la carcassa di alcun velivolo, mentre fu esclusa la possibilità che si trattasse di un attacco giapponese o tedesco

Si può teorizzare che i vertici della base aerea di Roswell, trovandosi di fronte ad un evento così importante e sconvolgente, abbiano in maniera molto “naif” rivelato la scoperta nel loro comunicato stampa. Quindi sarebbero intervenuti i vertici militari, CIA e FBI, evidentemente già a conoscenza dell'esistenza di dischi volanti (durante la seconda guerra mondiale gli avvistamenti UFO sono incalcolabili, i più rilevanti riguardano i “Foo Fighters” e la “battaglia di Los Angeles”), che hanno insabbiato il caso seguendo direttive presidenziali.

Non a caso, leader politici come gli ex presidenti USA Jimmy Carter e Ronald Reagan, così come l'ultimo presidente URSS Mikhail Gorbacev, hanno dichiarato di credere all'esistenza degli UFO, sottolineando la necessità di studiare il fenomeno in modo serio.

D'altronde, generali e politici si trovano in una posizione non facile: come reagirebbe l'opinione pubblica se venisse a sapere che il mondo è regolarmente visitato da viaggiatori interstellari?

Nel 1938 Orson Welles recitò via radio degli estratti dal romanzo “La guerra dei mondi” di George Wells, dandogli la forma di un notiziario radiofonico. La messinscena funzionò così bene che l'intero Stato sprofondò nel panico, tanto che il giovane regista fu costretto a interrompere la trasmissione e svelare lo scherzo. A riguardo, Welles dichiarò “per quello che abbiamo fatto sarei dovuto finire in galera, ma al contrario, sono finito a Hollywood”: gli fu infatti offerto il contratto più vantaggioso dell'epoca, tale fu la portata dell'evento.

Quest'episodio, come la produzione di molti film fantascientifici degli anni '50 tra cui lo stesso “La guerra dei mondi” e “Ultimatum alla terra”, rientrerebbero secondo alcuni in una serie di studi sociologici sulla reazione che potrebbe avere la popolazione se venisse alla scoperta dell'esistenza di alieni che visitano la Terra.

Sembra fantascienza, eppure questa è solo la punta dell'iceberg...

 

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