Esobiologia |
La ricerca esobiologica e il fenomeno UFO |
15 Febbraio 2013 | ||||||||||||||||
I ricercatori del campo dell’esobiologia si affidano a satelliti che scandagliano il cielo alla ricerca di esopianeti. Ma nei cieli del nostro pianeta si verifica un fenomeno che potrebbe essere ricondotto all’ipotesi esobiogica
Gli UFO, un aspetto problematico dell’esobiologia l’aspetto più diretto e curioso del problema esobiologico rapportato alla possibile vita aliena, anche se per molti versi dibattuto, sembra essere quello relativo alla comparsa nel cielo del nostro pianeta, sotto tutte le latitudini e nelle più disparate epoche, della manifestazione delle evoluzioni di oggetti volanti non identificati. Oggetti, che per le loro evoluzioni e per le loro interazioni con le persone e con vari velivoli civili e militari, manifestano inequivocabilmente di essere guidati da creature senzienti. Nel 1950 l'Air Force adottò il termine UFO, ovvero Unidentified Flying Objects, per indicare gli oggetti volanti non identificati rilevati a quel tempo in gran numero e con questo nome il fenomeno omonimo entrò nella cronaca mondiale e negli ambienti di ricerca. Tuttavia i mass media e la pubblica opinione hanno coniato per le manifestazioni UFO altri termini, ormai impressi nell'immaginario popolare: “dischi volanti” in Italia, “platillos voladores” ovvero “piatti volanti”, in America Latina, “soucoupes volantes” o “piattini volanti” in Francia, “flying saucers” ovvero “sottocoppe volanti” in USA e “lietiuscie tarielki” ancora “piatti volanti” in URSS. Le loro apparizioni nei cieli di tutto il pianeta non hanno trovato sinora alcuna spiegazione, interessando tuttavia i governi e sollecitando l'attenzione di tutti gli strati dell'opinione pubblica. Oggi esistono enti ufficiali che li studiano con tutti i mezzi possibili e addirittura l'ONU a suo tempo ha organizzato un ufficio speciale di ricerca per raccogliere le notizie di avvistamenti provenienti da tutte le parti del mondo e cercare di far luce sul misterioso fenomeno. Tuttavia, nonostante gli sforzi che gli enti civili e militari conducono per indagare sul fenomeno UFO, questo appare controverso in quanto è oggetto di critiche che tendono a nascondere le notizie relative agli avvistamenti, oppure a mistificarle attraverso spiegazioni senza effettiva obiettività o sostegno scientifico. Spesso l’opera dei media in questo senso è tanto rilevante quanto inspiegabile. In merito a questi fatti molti ricercatori di questo campo specifico dell’esobiologia parlano oggi apertamente di una congiura del silenzio che porterebbe a nascondere la manifestazione del fenomeno UFO per precisi motivi d’ordine politico e religioso. In effetti questa azione ha luogo nei paesi maggiormente dominati dalla presenza delle varie religioni storiche attualmente ancora vitali sul pianeta.
Nel suo insieme il fenomeno UFO rimane un tema controverso che comunque non perde nulla della sua importanza. Ci suggerisce infatti uno studio dello staff scientifico della Enciclopedia Britannica che “l'aumento costante delle segnalazioni di oggetti volanti non identificati ha indotto anche molte persone scettiche a pensare se non ci sia qualcosa di vero e che forse varrebbe la pena di approfondire. Inoltre poiché le informazioni raccolte in quasi tutte le parti del mondo hanno mostrato, in molti casi, punti in comune, l'argomento si presenta non più come un fatto incidentale, ma come vera e propria materia di studio”. Carl Gustav Jung ebbe a dichiarare in merito a questo fenomeno, riconoscendo perlomeno la immediatezza della sua concreta manifestazione: “è mia convinzione che gli UFO esistano e siano oggetti materiali provenienti dallo spazio e che la loro apparizione è avvenuta anche in passato”. A dispetto di quanti in nome di non so quale categoria di scienza si oppongono all'idea che gli UFO esistano realmente, o per lo meno possano semplicemente esistere, oggi è molto alta la percentuale di persone che affermano di aver visto qualche cosa di non identificabile in cielo. È per questo motivo che nell'ambito di una ricerca esobiologica si è voluto inserire anche una ricerca sul fenomeno UFO, al fine di tener conto di una testimonianza collettiva che va al di là della semplice speculazione filosofica, e che può mostrare un aspetto della manifestazione di una intelligenza diversa che potrebbe coinvolgerci da vicino molto più di quanto possiamo immaginare. Forse gli extraterrestri sono già tra di noi in veste di antropologi che ci stanno studiando, e non lo sappiamo, né abbiamo il supporto dei media e degli organi pubblici per giungere a saperlo. Possiamo comunque indagare, per la nostra curiosità e per la completezza culturale di cittadini del cosmo. A fronte dell’imponente casistica di avvistamenti, negli anni ‘70 Allen Hyneck, un ricercatore nel campo dell’astronomia della Northwestern University di Evaston, nell’Illinois in USA, propose una classificazione che potesse mettere ordine nel caos delle indagini dei ricercatori civili e militari. La sua classificazione prevedeva tre categorie di Incontri Ravvicinati: a) quelli detti del I tipo, che riguardavano i casi di avvistamenti a distanza degli oggetti non identificati; b) quelli detti del II tipo, che riguardavano i casi di atterraggio degli oggetti non identificati, o della loro influenza su persone, velivoli o cose; c) quelli detti del III tipo, che riguardavano i casi di incontri fisici tra i testimoni e gli alieni.
Luci sulla Luna Nei primi anni del secolo scorso non pochi astronomi asserivano di vedere “cose” che si muovevano sulla Luna. In un famoso libro dell'epoca, l'astronomo Wilkins citò molti dei fatti che aveva personalmente osservato a mezzo del suo telescopio. L’elenco delle sue osservazioni è piuttosto vasto: punti luminosi che si muovevano all'interno dei crateri, fasci di luce che sorgevano da dietro il bordo allora inviolato del satellite, e nubi parzialmente colorate che occupavano l’interno di alcuni crateri lunari. All’epoca, questi fenomeni spinsero una certa parte della comunità scientifica internazionale a pensare che la Luna potesse ospitare vita intelligente. Le recenti imprese spaziali ci hanno mostrato tuttavia, anche sull'altra faccia della Luna, le immagini di un mondo desolato e incapace di ospitare la vita. Ma molti capitoli di ricerca sono ancora tutti da aprire. Innanzitutto è stata esplorata una sola parte della superficie, molto lontana da quelle zone dove gli scienziati del tempo avevano rilevato tracce di attività “intelligente”. Bisogna poi considerare che sembra che sotto la superficie della Luna si aprano immense cavità che sono, naturalmente, inesplorate e dove forse si potrebbero trovare sacche di gas trattenuto dalla conformazione delle cavità sotterranee in grado di ospitare qualche forma di vita Inoltre non è da escludere l'eventuale passaggio sulla Luna di civiltà aliene in esplorazione temporanea. Del resto non va dimenticato che proprio sulla Luna sono stati trovati, dagli astronauti di Apollo 12, dei mucchi di sabbia ammassata che sembravano provenire da scavi nel suolo. Non certamente opera degli astronauti che li hanno fotografati. Per curiosità di cronaca bisogna aggiungere che, nel maggio 1969, durante la missione lunare di Apollo 10, l'astronauta Stafford venne incaricato via radio da terra, dalla base di Houston, di osservare e fotografare alcuni incomprensibili lampi luminosi e vari bagliori che fuoriuscivano dal cratere di Aristarco proprio mentre la navicella spaziale stava orbitando intorno alla Luna. I Foo Fighters Durante l'ultimo conflitto mondiale molti piloti militari, di tutte le nazionalità belligeranti, dichiaravano nei loro rapporti di essere stati inseguiti in volo da misteriosi globi luminosi che emanavano luce lattescente. Tutti temevano di essere oggetto di azioni da parte di innovative e misteriose macchine da guerra del nemico ma poi, visto che non accadeva mai nulla di pericoloso, si abituarono all'idea. I Foo-Fighters si manifestavano soprattutto durante le azioni di guerra in cui aerei da caccia avversari si scontravano tra di loro. Alle volte il globo luminoso rimaneva “incollato” in coda agli aerei e li seguiva in tutte le evoluzioni del combattimento. Avvenne che su entrambi i fronti i Servizi Segreti Alleati e Nazisti iniziarono a studiare gli strani oggetti avvistati, e formarono commissioni investigative per determinarne la natura. Entrambe le parti erano convinte, per tutto il corso della guerra, che si trattasse di armi segrete del nemico.
Nel 1943 gli inglesi organizzarono un gruppo speciale con lo scopo di indagare su questi oggetti. Il gruppo era guidato dal generale Massey. Più tardi si seppe che anche l’aviazione tedesca, nel 1944, aveva organizzato una commissione (Sonderburo N. 13) con l’obiettivo di raccogliere informazioni sui misteriosi oggetti volanti che inseguivano i loro aerei. Questa commissione non arrivò a nessuna conclusione, ma raccolse una quantità impressionante di avvistamenti. Tra questi, alcuni esempi: il caso dell’ingegnere Hauptmann Gischer, che mentre atterrava alla base segreta di Banak in Norvegia, avvistò ciò che descrisse via radio come un enorme e aerodinamico oggetto circolare, rimasto immobile per un lungo momento all’orizzonte, e poi scomparso. Oggetto che fu rilevato anche dal radar da terra. Un altro rapporto interessante è quello conservato negli archivi militari relativo al filmato di un incontro tra Goebbels e Himmler. Quando qualche giorno più tardi esso fu proiettato, gli spettatori attoniti videro un oggetto sferico luminoso circolare intorno al luogo del colloquio. Le autorità militari immediatamente sospettarono un’azione di spionaggio, ma questa ipotesi non trovò conferme e il caso fu archiviato insieme agli altri avvistamenti. Sempre secondo il resoconto della commissione dell’aviazione tedesca, nel settembre 1944, un pilota mentre stava testando in volo il nuovo aereo ME262, vide due punti luminosi alla sua destra. Egli fece fuoco in quella direzione e si trovò improvvisamente faccia a faccia con un oggetto cilindrico sconosciuto che sparì ad una velocità impossibile per qualsiasi velivolo allora conosciuto. Oggetti del tutto identici ai “foo-fighters” furono poi osservati anni più tardi durante le guerre di Corea e del Vietnam. C’è una similitudine evidente e sorprendente tra i foo-fighters e il fenomeno delle “Earth Lights”, le piccole sfere luminose che sono state viste in più occasioni da molti testimoni. I racconti di alcuni contadini europei del primo novecento narravano di come fossero seguiti nelle loro vicende quotidiane da minuscoli globi luminosi che si affiancavano ad essi per accompagnarli nei campi dove lavoravano. Al rientro dei contadini dai campi, i globi luminosi si fermavano sull'uscio delle loro case e rimanevano in attesa sino all'indomani, quando essi sarebbero usciti di nuovo per ritornare al lavoro. Spesso sono state osservate le evoluzioni delle “Earth Lights” anche al di sopra dei “crop circles”, gli inspiegabili disegni simbolici tracciati nel grano che appaiono, all’improvviso e senza che si riesca a scoprire i loro autori, in tutti i continenti del pianeta.
Il caso di Los Angeles Il 25 febbraio 1942 accadde che parecchi oggetti volanti non identificati furono avvistati nel cielo al di sopra della città di Los Angeles, negli USA. Il comando locale della difesa antiaerea, credendo di trovarsi di fronte a una incursione giapponese, diede immediatamente ordine di aprire il fuoco sugli oggetti e con tutti i mezzi a disposizione. Solo uno di questi oggetti era di forma circolare e le sue dimensioni erano piuttosto grandi mentre gli altri sembravano essere molto più piccoli. Quando iniziò il cannoneggiamento, sebbene secondo i testimoni oculari molti proiettili fossero esplosi in prossimità degli oggetti, questi, dopo varie indisturbate evoluzioni, si allontanarono illesi per svanire nel cielo. Il fuoco delle armi della difesa antiaerea produsse solamente pesanti danni collaterali alla città. Molti edifici furono danneggiati dal cannoneggiamento americano e sei persone rimasero uccise. Il caso Kenneth Arnold e l’iniziodell'epopea degli UFO Spettò ad un facoltoso businessman statunitense, Kenneth Arnold, di portare all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale il fascino e il mistero del fenomeno UFO. Il 24 giugno del 1947 si trovava a volare sul suo “Piper” privato al di sopra dei Monti Rainer, quando nel cielo vide venirgli incontro una formazione di oggetti non identificati. Concitatamente si mise in contatto con la torre di controllo dell'aeroporto più vicino, informandola di ciò che gli stava accadendo. La notizia raggiunse la stampa e al suo atterraggio, all’aeroporto di Chehalis, egli si trovò circondato da uno stuolo di giornalisti che gli chiedevano notizie più precise. I giornali cominciarono a parlare di “flying saucers”, piatti volanti, come astronavi che venivano dallo spazio per invadere la Terra. L'opinione pubblica reagì con vario interesse; oramai il fenomeno UFO aveva fatto la sua apparizione ufficiale sulla scena del nostro secolo. Il caso Roswell L’8 luglio del 1947, presso Roswell, nel New Mexico in USA, un oggetto non identificato cadde dal cielo urtando violentemente il suolo. Ne diede segnalazione un agricoltore della zona, Bill Brazel, che stava facendo, a cavallo, un giro di perlustrazione della sua proprietà. A seguito delle sue dichiarazioni i giornali locali parlarono della caduta di un disco volante e di corpi di umanoidi alieni raccolti e portati via dai militari USA. Secondo la narrazione dei numerosi testimoni, i corpi degli alieni vennero recuperati vicino Magdalena, nella zona Plain of San Agustin, ad ovest di Socorro, a circa 150 miglia dal ranch di Brazel vicino Corona.
Uno dei testimoni è Grady L.Barnett un ingegnere civile del US Soil Conservation Service. Egli afferma che l’oggetto che aveva di fronte era di forma circolare con un diametro di circa 25 o 30 feet (10 m circa); vicino ad esso c’erano degli esseri apparentemente morti. Egli afferma: “Essi sembravano umani ma non erano umani, le teste erano rotonde, gli occhi erano piccoli e non avevano capelli. Gli occhi erano stranamente distanziati. Erano abbastanza piccoli per i nostri standard e le loro teste erano molto più grandi in proporzione ai loro corpi a differenza della struttura umana. I loro abiti sembravano essere delle tute ed erano di color grigio. Non si vedevano bottoni, cinture o chiusure lampo…” Sempre secondo le testimonianze riportate dai quotidiani della zona, i resti del velivolo alieno furono custoditi in un hangar della Roswell Army Air Field. Il sergente Melvin E. Brown, di stanza alla base, dichiarò di essere stato di guardia ai resti e di aver visto alcuni corpi alieni. Fatto che è stato ribadito dalla testimonianza di Beverley Bean, una delle sue figlie, che ha confermato che il padre le disse che gli alieni assomigliavano a degli asiatici, ma con la testa grossa e senza capelli. In seguito il sergente fu assunto dai servizi segreti USA. Alcuni ricercatori statunitensi affermano che un documento confidenziale, rivolto al neo presidente Eisenhower sul caso del ritrovamento, rivelava che nell’incidente di Corona furono ritrovati quattro corpi alieni a circa due miglia ad est dal luogo dove si trovavano i rottami del velivolo caduto, aggiungendo che essi erano deceduti e in cattivo stato a causa dei predatori e degli elementi naturali di cui erano rimasti in balia, per un periodo di tempo di almeno una settimana prima del loro ritrovamento. Ulteriori testimonianze raccolte nel 1989 da Bob Oechsler, uno specialista delle missioni NASA, tramite la figlia di un impiegato civile impegnato nel lavoro di recupero in New Mexico, aggiungono che due dei quattro alieni erano ancora in vita: “C’era un mucchio di gente intorno, inclusi giornalisti e fotografi con militari che correvano in giro per impedire che facessero foto. C’erano quattro alieni, due deceduti e due vivi. Uno dei due camminava in maniera incerta e sembrava avere delle ferite interne. L’altro era apparentemente incolume. C’era un autobus, molti camion e un bulldozer. Sull’autobus vennero messi i due alieni morti, poi ci salirono i due ancora vivi. Fu ordinato di dipingere i finestrini del bus con la vernice nera.” Le spiegazioni del governo americano sull’accaduto furono che si trattava di un pallone sonda e che i corpi non erano altro che manichini usati dall'Air Force. Solo dieci anni più tardi il caso tornò alla ribalta, poiché attraverso la scannerizzazione di una fotografia dell’epoca si riuscì a leggere su un telegramma in mano a un’alta autorità militare, l’ordine del Pentagono di tacere sul ritrovamento dell’UFO e dei suoi piloti. Roswell per i suoi risvolti intramontabili è entrata in ogni caso nella mitologia ufologica di tutto il mondo. Su internet si possono vedere le fotografie dell'autopsia di uno degli “alieni” recuperato dai rottami dell’UFO e persino un filmato dell'“interrogatorio” di un sopravvissuto, oltre ai rottami che presentano incisi strani geroglifici. A dispetto delle continue smentite del governo americano, la cittadina è ancora oggi luogo di pellegrinaggio per migliaia di persone, che visitano il museo locale dove sono riprodotti i corpi degli alieni come comparivano nelle fotografie.
Il caso Mantell Il 7 gennaio 1948, alle due del pomeriggio, a Madisonville nel Kentucky, decine di persone telefonarono alla polizia, incuriosite ed allarmate, per segnalare che uno strano oggetto circolare contornato da un alone di luce rossa stava sorvolando la zona. L'aeroporto militare di Fort Knox entrò in stato di allarme, e il comandante della base diede ordine di inseguire l'oggetto ad una squadriglia di caccia intercettori P 51 al comando del capitano Thomas Mantell. Gli aerei salirono ad alta quota e intercettarono il misterioso oggetto volante, ma questi si allontanò rapidamente salendo ancora più in alto. Solo il capitano Mantell proseguì l'inseguimento; gli altri piloti della squadriglia sprovvisti di ossigeno rientrarono alla base. Da questo momento la cronaca e la fantascienza si fondono in un susseguirsi di eventi drammatici. Mantell era in contatto radio con la torre di controllo. La registrazione della conversazione è stata resa disponibile in due tempi. Nella prima Mantell dice: “Ecco, l'ho raggiunto; è proprio davanti a me...Mi avvicino. È un oggetto metallico di enorme grandezza...”. Poi l'altra: “...Ci sono degli oblò, vedo al di là di essi delle persone umane che mi fanno dei cenni...”. Furono le sue ultime parole. L'aereo si disintegrò contro il misterioso oggetto volante e i rottami vennero poi ritrovati sparsi per un'area di vari chilometri intorno al punto della caduta, ma non fu mai trovata alcuna traccia del corpo dello sfortunato pilota. Gli altri piloti dopo essere ritornati alla base riferiranno di aver visto un enorme globo luminoso allontanarsi, sfuggendo velocemente al loro inseguimento. Fu questo tragico evento a stimolare l'Air Force ad aprire un ufficio apposito per indagare sul fenomeno UFO. Il governo americano era già al corrente delle testimonianze sul fenomeno UFO, tuttavia questa volta si trattava di un caso molto serio che preoccupò l'opinione pubblica che, allarmata, pretese una spiegazione ufficiale. Nacquero così i presupposti che nel 1957 portarono alla commissione d'inchiesta Mc Clellan sull'attività dei cosiddetti dischi volanti, promossa dal Senato, e di cui facevano parte nomi poi divenuti famosi come quelli di Lyndon B. Johnson e Barry Goldwater. Terminati i lavori della commissione il Dipartimento dell'Air Force si incaricò ufficialmente di studiare il misterioso fenomeno celeste. Vennero create così in ordine di tempo le tre organizzazioni che con la loro attività di ricerca e di studio coprirono un lasso di tempo che va dal '47 al '65. I loro nomi sono strani, ma potrebbero essere anche abbastanza significativi: “Project Sign” o Progetto Segno; “Project Grudge” o Progetto Rancore; e infine il “Project Blue Book” o Progetto Libro Azzurro. L’UFO sull’Arizona Il 13 marzo 1997 un gigantesco UFO, di forma triangolare e di circa un chilometro e mezzo di larghezza, venne avvistato dalla popolazione dell'Arizona, in USA, mentre sorvolava da nord a sud l'intero Paese. Nelle città di Prescott, Phoenix e Tucson si fermarono le partite di football: giocatori e spettatori rimasero a guardare stupiti l’enorme UFO che transitava nel cielo sopra di loro. L'oggetto percorse, in silenzio e a velocità costante, per 106 minuti, il cielo dell'Arizona. I testimoni furono decine di migliaia e esistono moltissime riprese video dell'oggetto sconosciuto. Le reti TV americane mostrarono sbigottite l'UFO alla popolazione di tutti gli Stati Uniti.
I piloti degli aerei intercettori dell’USA Air Force scesero a terra scossi e in preda a crisi nervose per la minacciosa apparizione che avevano affrontato in volo. Il caso dell’Area 51 Da molti anni la base di Groom Lake, nel Nevada, meglio nota come Area 51, o “Dreamland”, sembra essere al centro dell’attenzione degli ufologi di tutto il mondo. Il governo americano ne ha negato a lungo l'esistenza e l'ha ammessa solo qualche anno fa, dopo che i Servizi Segreti russi avevano reso note le immagini della base scattate dai loro satelliti spia. Perché tanti segreti da parte della Casa Bianca che ha ordinato più volte di non rivelare che cosa si nasconde e che cosa si studia nella base di Area 51? A che cosa serve questa misteriosa struttura? Che cosa nasconde nei suoi cunicoli sotterranei? Nessuno lo ha mai rivelato. L'ex presidente Clinton aveva esentato Area 51 dall’osservanza di alcune leggi americane, come quella relativa alla protezione dell'ambiente, in modo da impedire qualunque indagine sulla base da parte delle autorità civili. Azione che ne confermava l'assoluta segretezza. Il provvedimento è stato in seguito confermato anche da George W. Bush con maggiori restrizioni. Molti ricercatori del fenomeno UFO ritengono, sulla scorta di svariate testimonianze, che nella base militare siano custoditi i resti dell’UFO caduto a Roswell, e che i militari stiano tentando di comprendere la tecnologia di propulsione per poterla riprodurre. Altri dicono tuttavia che Area 51 sia solo un modo per distogliere l’attenzione dai veri laboratori di ricerca che custodiscono l’UFO di Roswell che, in realtà, si troverebbe in una area della base aerea militare di Tucson, in Arizona, sottoposta a ristretta sorveglianza. Nel 1989 il Dr. Bob Lazar, collaboratore di Edward Teller, inventore della bomba all’idrogeno e progettista dello scudo stellare voluto da Ronald Reagan, asserì di aver lavorato alla base di Area 51 su un sistema di propulsione di un veicolo spaziale alieno rinvenuto nel deserto del New Mexico. Il “motore” extraterrestre non era un propulsore ordinario, ma sarebbe stato in grado di poter muovere le astronavi oltre che nello spazio anche attraverso la dimensione del tempo, per consentire il superamento delle grandi distanze intergalattiche. L’UFO sarebbe stato tenuto in un complesso segreto chiamato S4 al Papoose Lake, a poche miglia a sud del Groom Lake di Area 51. E’ tanto grande la convinzione del pubblico americano che il caso Roswell sia stato un evento effettivamente accaduto che Hollywood ha dedicato alla base di Groom Lake alcuni film, sostenendo la tesi che vi si trovano resti di dischi volanti rinvenuti sul territorio americano. |