Esoterismo

Dante Segreto

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30 Luglio 2021
Aspetti meno noti del pensiero di Dante

Aspetti meno noti del pensiero di Dante


Il rischio di essere considerati complottisti, o forse eretici è grande. Ci accorgiamo tutti i giorni quanto sia difficile uscire dalle pastoie del pensiero unico, ovvero di quel modo becero e perbenista di piallare completamente le ideologie secondo schemi utili ai fini di qualche minoranza.

Coloro che si permettono di proporre qualche nuova suggestione o immagine che diverga dalla via tracciata dalle docenze accreditate, risultano essere blasfemi, folli e sicuramente in odore di eresia.

Consapevole di questo rischio mi addentrerò ugualmente negli ambiti più delicati di quel noto quarto livello di interpretazione del pensiero dantesco, definito Livello Anagogico o Esoterico, definito dallo stesso Dante “sovrasenso”.

Il Poeta ci suggerisce nel IX Canto dell’Inferno di alzare il Velame delli versi strani, per scoprire il significato che Egli stesso ha voluto celare ai lettori profani.

Come tutti sanno e come ci viene raccontato a scuola, Dante può essere letto in senso Letterale, Allegorico e Morale, rischiando così di perdere la rara opportunità di una comprensione più sottile e sicuramente molto più intrigante, donata dallo studio del linguaggio ermetico.

Nessuna magia, tranquilli. Solamente lo studio di alcuni passi che nascondono delle evidenze di grandissimo interesse per tutti.

Aspetti meno noti del pensiero di Dante

Da questo approfondimento ricaveremo una opinione molto superficiale di quella che fu la weltanschauung di Dante, ovvero la Sua Visione del Mondo.

Per iniziare partiremo dal primo verso di tutta la Commedia:


Nel mezzo del cammin di nostra vita…


Tale incipit viene normalmente inteso come “Nel mezzo del cammino della vita del Poeta”, vita che durava in media 70 anni. Quindi il “Nostra” viene letto come pluralis maiestatis e attribuito a se stesso quando aveva circa 35 anni.

Difficile ovviamente conoscere la data precisa in cui Dante iniziò il Suo capolavoro. Dante nasce nel 1265 e secondo le Fonti potrebbe aver iniziato l’Inferno tra il 1304 e il 1306, quindi avrebbe avuto circa 40 anni.

A parte questa insignificante discrepanza di 5 anni, potrebbe essere corretto formulare una differente ipotesi: Dante, uomo coltissimo e preparatissimo in tutti i campi, aveva studiato nella prestigiosa biblioteca di Brunetto Latini, aveva avuto contatti con le maggiori menti dell’Islam e con tutte le maggiori intellighenzie della sua epoca. Le menti eccelse frequentavano le nobili casate italiane che, soprattutto durante il suo esilio, si spesero per ospitarlo.

Non dovremo quindi stupirci se Dante abbia cercato di trasmetterci dei frammenti di autentica “Canoscenza”, nascondendo la Verità tra le pieghe dei veli che coprono le perle che non vanno gettate ai porci.

Aspetti meno noti del pensiero di Dante

Se il poeta avesse inteso parlare della propria vita avrebbe potuto tranquillamente scrivere:


Nel mezzo del cammin della mia vita…


Senza corrompere la metrica in alcuna misura.

La mia ipotesi è che abbia deliberatamente scritto “nostra” per specificare che si tratta della vita di tutta l’Umanità nel suo insieme.

Quali prove abbiamo?

Nel canto XXVI del Paradiso, Adamo, che finalmente può incontrare Dante, afferma che rimase nel Limbo per 4302 anni dopo essere vissuto per 930 anni.

Così pure nel canto XXI dell’Inferno, il diavolo Malacoda afferma che erano trascorsi 1266 anni da quando era crollato il ponte sulla sesta bolgia, a causa del terremoto che scosse la terra nell’ora della morte di Gesù.

Considerando che Adamo vide il sole tornare al suo punto di partenza per 930 volte, cioè visse 931 anni e che il compimento dei 1266 anni dalla frana del ponte della sesta bolgia era avvenuto il giorno prima (per cui Dante inizia il viaggio nell’anno 1267 dalla morte del Redentore), allora sommando il numero di anni che si ottengono da queste informazioni arriviamo a 4302+931+1267=6500 anni, corrispondenti esattamente alla metà del ciclo che Dante attribuisce alla storia umana.

Il secondo e ultimo periodo di 6500 anni dovrà iniziare nel 1300 e durare fino al Giudizio universale. Troviamo nel Paradiso al IX Canto (40) il riferimento mancante:

Aspetti meno noti del pensiero di Dante


Di questa luculenta e cara gioia 
del nostro cielo che più m’è propinqua, 
grande fama rimase; e pria che moia

questo centesimo anno ancor s’incinqua: 40
vedi se far si dee l’omo eccellente, 
sì ch’altra vita la prima relinqua.

È Cunizza da Romano che parla e si riferisce alla cara gioia, che è Folchetto da Marsiglia, un trovatore occitano. La sua fama resterà a lungo immortalata, perché l’anno è il 1300, e quell’anno, ancor s’incinqua, ovvero lo si dovrà moltiplicare per 5.

Il 1300, moltiplicato per 5, ci porterà al valore di 6500, che sommato all’anno 1300, il punto Zero in cui Dante scrive la Commedia, porterà il Giudizio Universale all’anno 7.800.

La somma di questi due periodi equivale, con un’approssimazione davvero ragguardevole, alla durata del semiciclo precessionale (13.000 anni contro 12.888 anni).

Secondo Dante il Mondo nasce nel 5200 a.C. e terminerà con l’Apocalisse del 7800.

Accettando questa ipotesi, ammetteremo che Dante abbia voluto dirci che conosceva il fenomeno astronomico della Precessione degli Equinozi, descritta da Ipparco da Nicea (200 a.C., 120 a. C.).

Dobbiamo ricordare che nel II secolo dopo la nascita di Cristo, Tolomeo elaborò l’Almagesto, nel quale definì, raccogliendo i risultati degli studi di greci e caldei, l’ipotesi geocentrica che prevede una Terra fissa al centro dell’universo, intorno alla quale ruotano il sole, la luna, le stelle mobili (pianeti) e tutte le stelle fisse.

Sebbene la struttura della Commedia avesse come riferimento l’ipotesi geocentrica di Tolomeo, l’introduzione della Precessione degli equinozi di Ipparco da Nicea, dona all’opera una nota di grande modernità.

Aspetti meno noti del pensiero di Dante

Il fenomeno della Precessione nasce dall’osservazione dello spostamento del Polo Nord celeste nell’arco di un lungo periodo.

Osservando il cielo a distanza di anni potremo notare che le stelle che vengono intercettate da un ipotetico prolungamento dell’asse terrestre che si proietta sulla volta stellata, cambiano lentamente, lascando il posto ad altre che sono loro vicine.

Per fare un esempio: ora il polo Nord celeste intercetta “Polaris”, la Stella Polare della Costellazione dell’Orsa minore, tra circa 13.000 anni intercetterà “Vega”, della Costellazione della Lira.

L’asse terrestre compie, grazie alla precessione, un moto retrogrado della durata di quasi 26.000 anni, formando un cono di circa 47 gradi di angolo al vertice.

La cosa più straordinaria è che le più note rappresentazioni grafiche della struttura Infernale di Dante, presentano una forma conica esattamente sovrapponibile a quella del cono precessionale.

In particolare l’astronomo fiorentino Antonio Manetti, 1423-1497, osservò che la base del cono infernale ha un diametro di 3.250 miglia, pari al valore del raggio terrestre.

Il fatto che il cono dell’ “etterno dolore” (If., III, 2), arrivi al centro della Terra, ci dà la perfetta corrispondenza con il movimento circolare che l’asse terrestre compie intorno all’eclittica; Dante partendo dall’Inferno stesso, ci consente di arrivare al secondo indizio della precessione equinoziale.

Se questa ipotesi risulterà credibile dovremo ammettere che le conoscenze in campo astronomico del Poeta fossero straordinariamente avanzate e che il Suo Capolavoro possa essere considerato una autentica miniera di straordinarie informazioni.

Aspetti meno noti del pensiero di Dante

Un’altra suggestione ci viene offerta da una seconda interpretazione diversamente canonica di un passo del Purgatorio:


I’ mi volsi a man destra, e puosi mente

a l’altro polo, e vidi quattro stelle

non viste mai fuor ch’a la prima gente.

Goder pareva ’l ciel di lor fiammelle:

oh settentrïonal vedovo sito,

poi che privato se’ di mirar quelle!

Com’io da loro sguardo fui partito ,

un poco me volgendo a l’altro polo ,

là onde ’l Carro già era sparito,


Secondo la geografia dantesca la Terra è sferica, nella parte Boreale (nord) sono radunate tutte le terre emerse, in quella Australe (sud) tutte le acque.

Nell’emisfero Sud sorge la montagna del Purgatorio, creatasi dal ritirasi della massa di roccia che manca nella voragine infernale.

In altre parole: Lucifero si ribella a Dio e precipita sulla Terra nei pressi dell’attuale Polo Sud. Cadendo va a conficcarsi al centro della Terra che coincide anche con il centro dell’Universo. Le terre, terrorizzate dalla inaspettata presenza del Maligno, si ritraggono formando sul lato australe la montagna del Purgatorio.

Aspetti meno noti del pensiero di Dante

Sulla cima del Purgatorio, Dante situa il Paradiso Terrestre, nel quale viveva la “Prima Gente”, Adamo ed Eva.

Se il Purgatorio si trova in coincidenza del Polo Sud anche il Paradiso Terrestre sarà orientato nello stesso modo e l’asse terrestre che attraverserà il Purgatorio andrà a individuare, sulla Volta celeste, le stelle del Polo Sud.

Tale stelle, come sappiamo, fanno parte della Costellazione della Croce del Sud e sono quattro.

Quindi mi sembra lecito dedurre che Dante, sulla cima del Purgatorio, possa vedere le quattro stelle della Croce del Sud, quelle stesse stelle viste solo dalla Prima Gente, Adamo ed Eva.

Dante si trova con Virgilio nell’emisfero Boreale e osserva le stelle di quella parte di cielo.

Ovviamente, come si deduce dalle seguenti terzine, il cielo Boreale è vedovo di quelle poiché non le può ammirare, Dante tenta quindi di osservare l’altro Polo, il Polo Nord, ma non può scorgere il Carro dell’Orsa Minore:


… là onde ’l Carro già era sparito


Come potesse Dante conoscere l’esistenza delle stelle dalla Croce del Sud è un’altra questione.

Aspetti meno noti del pensiero di Dante

Le prime rappresentazioni cartografiche della Croce del Sud, alla quale Dante sembra qui riferirsi, sono quelle rispettivamente di Petrus Plancius del 1598 e di Jodocus Hondius del 1600. Sebbene qualche anno  prima venisse fatta  da Andrea Corsali, 1516, una descrizione suggestiva della Croce del Sud: «così leggiadra e bella che nessun altro segno celeste vi può esser paragonato». Quindi dovremmo attendere  tre  secoli per poter  osservare una costellazione posta sotto il 27° parallelo di latitudine Nord, ossia dalle isole Canarie o, sul lato opposto dell'Africa, dall'estremità meridionale della Penisola del Sinai.

La spiegazione di questa apparente incongruenza viene, facilmente, risolta dai verificati scambi culturali che Dante condivideva con il mondo islamico.

I commercianti arabi, viaggiando nelle zone nordafricane si saranno sicuramente spostati sotto il 27° parallelo che si trova a Nord del Tropico del Cancro (23°, 27’), riuscendo ad osservare per intero la Croce del Sud che è visibile tutto l’anno e che fa da controparte australe all'asterismo del Grande Carro, consentendo di individuare il polo sud celeste.

Da queste semplici osservazioni geografiche emerge l’inconsistenza delle interpretazioni di troppi critici letterari che definiscono le quattro stelle … le quattro Virtù Cardinali



Giancarlo Guerreri è biologo, scrittore e ricercatore. Nel 2007 pubblica con G.Laterza“l’Ombra della Luna”, romanzo esoterico ambientato in Liguria. Seguono “Il Profumo di Kether -Ananke 2010, “Il segreto di Welma Fox” – Tipheret 2011, “Il Cristallo dai mille volti” – Tipheret 2014, “Il mistero di Leonardo da Vinci”-Yume 2019 e “La Commedia Segreta” –Pegasus Edizioni 2020. Pubblica anche tre commedie per il teatro: “La Sfera di Cristallo”, “Il Testamento del Vascello Fantasma” e “Il Teschio nell’Armadio”. Ha partecipato come attore alla realizzazione del Film di Louis Nero Il Mistero di Dante e come co-sceneggiatore e co-produttore al film The BrokenKey, uscito nelle sale il 16 novembre 2017. Collabora regolarmente come Redattore con la Rivista on-line, civico20news. È Direttore Editoriale della rivista Delta.