Indigenous Peoples

Il Gran Capo del Clan Neskonlith difende la terra sacra

Stampa E-mail
11 Settembre 2014

Una manifestazione di protesta del Clan Neskonlith contro l’inquinamento provocato dalla compagnia mineraria Imperial Metals

Grand Chief Judy Wilson ha mandato una notifica di sfratto alla compagnia mineraria accusata di provocare un disastro ecologico nelle terre sacre della Nazione Neskonlith


È su tutti i giornali la notizia che il Gran Capo della nazione Neskonlith, un clan delle First Nation che ha territori nella Columbia Britannica in Canada, ha mandato giovedi 13 agosto 2014 la notifica di sfratto alla Imperial Metals, un’associazione per lo sfruttamento del sottosuolo, dopo essere stata messa sotto accusa per un disastro ecologico. Infatti sembrerebbe che una fuga di acqua per il trattamento dei metalli, e quindi altamente inquinante, abbia causato la morte dei pesci e inquinato l'acqua di fiumi e laghi sul monte Polley, vicino a Kamloop.

La ditta in questione aveva una concessione per alcune miniere di zinco e piombo situate proprio sul monte Polley, ed esattamente in una zona chiamata Ruddock Creek. La questione è molto importante, perché proprio in quei fiumi ogni anno passano centinaia di salmoni in emigrazione. La stessa ditta aveva aperto un'altra miniera nella stessa zona, vicino all’Adams River, con grandissima opposizione del clan Neskonlith.


Alcuni membri del Clan Neskonlith campeggiano presso il lago Tom Tom che riceve le acque del fiume Adams, uno dei fiumi inquinati dalla Imperial Metals

Il Gran Capo Judy Wilson ha dichiarato in TV che le acque dell’Adams River sono sacre, ma il governo non ha voluto ascoltare le loro proteste. In breve, una diga che era stata costruita per ritenere le acque sporche del processo lavorativo dei minerali finché non sono trattate e ripulite, ha ceduto, riversando milioni di metri cubici delle suddette acque nei fiumi e laghi circostanti, mettendo in pericolo la sopravvivenza del clan Neskonlith.

Secondo il ministro dell'ambiente, la qualità dell'acqua non è stata compromessa, né tantomeno i pesci, ma queste affermazioni non hanno per niente rassicurato le First Nation. Secondo il Gran Capo Wilson, questa è la prova che le compagnie minerarie non sono affidabili, in quanto, anche se affermano il contrario, non si può sfruttare Madre Terra, assicurando i suoi figli che la natura viene rispettata.


Il cartello contestato della compagnia mineraria in cui si afferma la salvaguardia della zona

Gran Capo Wilson ha assicurato che se la Imperial Metals non se ne va useranno tutti i mezzi messi a loro disposizione per cacciarla. Ma la Imperial Metals finora non si è fatta ancora viva per replicare alle accuse mossegli dal clan Neskonlith.

Gran Capo Stewart Phillips, a capo del sindacato dei Capi Indiani della Columbia Britannica, ha affermato che questo disastro ecologico, così come quello legato alle miniere di oro e rame della Red Chris, sempre appartenente alla Imperial Metals, renderanno difficile qualsiasi tentativo della Imperial Metals di ottenere il supporto e l'autorizzazione delle First Nation nel futuro per avere altre concessioni nei loro territori.

Secondo Gran Capo Stewart Phillips, il disastro del monte Polley complicherà le cose per tutte le compagnie minerarie che cercheranno di ottenere concessioni nei territori di tutta la Columbia Britannica. Infatti, ha egli dichiarato, di questo disastro la colpa non è solo della Imperial Metals, ma anche della provincia e del governo, che per fame di soldi hanno deliberatamente ignorato le possibili conseguenze.

 

Seguici su:

Seguici su Facebook Seguici su YouTube