Indigenous Peoples |
L’appello del Popolo Ashaninka dell’Amazzonia |
04 Agosto 2018 | ||||||
Dichiarazione presentata all’ONU di Ginevra in occasione dell’undicesima sessione dell’EMRIP, Expert Mechanism on the Rights of Indigenous Peoples
Grazie membri della presidenza, onorabili esperti. Il mio nome è Benki Piyako, e parlo qui a nome del popolo Ashaninka, rappresentato dall'organizzazione Apiwtxa. L'organizzazione Apiwtxa, creata nel 1993, punta a proteggere l'integrità culturale, ambientale e territoriale del popolo Ashaninka del fiume Amonia, nello stato di Acre in Brasile. Guardiani della foresta Amazzonica e della Terra, gestiamo in maniera autonoma le nostre scorte di cibo e la nostra economia attraverso l'uso delle nostre pratiche tradizionali e dei principi di sostenibilità che contengono. Attraverso l'educazione, la salute e buone pratiche basate sulla nostra conoscenza ancestrale, riusciamo a mantenere l'equilibrio dell'ecosistema in cui viviamo. Questo equilibrio è conseguenza della nostra millenaria storia di vita nella foresta, in connessione con il mondo spirituale che rappresenta la connessione tra gli uomini, la Terra e l'Universo, che è la base delle nostre tradizioni. Nel 1984, il popolo Ashaninka subì un grande massacro. Attraverso operazioni illegali volte ad appropriarsi di legna preziosa e di pellicce di animali rari, la compagnia Orleir Cameli distrusse il 25% degli 87.000 ettari totali del territorio Ashaninka.
Questo attacco portò quindi alla perdita di una parte della nostra eredità culturale, e ferì direttamente la storia del nostro popolo. In reazione a questo, cominciammo a combattere per reclamare i nostri diritti. Nel 1989 decidemmo di intraprendere azioni per recuperare e ripristinare la nostra terra e, con essa, la nostra conoscenza tradizionale. Collettivamente, iniziammo la riforestazione del nostro territorio, prendendoci cura della sua fauna e dei suoi fiumi. Nel 1992 fummo liberati dalle invasioni, fisicamente e moralmente dannose, degli operatori dell'industria del legname grazie alla demarcazione del terreno Ashaninka. All'epoca fu intrapreso un processo legale e tutte le corti diedero verdetti favorevoli. Però quest'anno, nel 2018, la Corte Suprema ha invalidato a nostro svantaggio tutte le decisioni precedenti. Di fronte a questa ingiustizia, facciamo appello alla Corte Suprema, auspicando che applichino le leggi che proteggono i diritti dei Popoli Indigeni. La nostra battaglia ha portato alla semina di più di 2 milioni di alberi per ripristinare la nostra terra. Ma abbiamo bisogno di supporto per affermare i nostri diritti. Attraverso questa dichiarazione facciamo dunque appello alle Nazioni Unite e chiediamo:
1) Che l'Expert Mechanism, sotto il suo nuovo mandato, si impegni e ci assista nello stabilire un dialogo tra il governo Brasiliano e il popolo Ashaninka del fiume Amonia che, in cambio, potrebbe facilitare la creazione di una buona prassi per tante altri popoli che incontrano problematiche simili alle nostre. Con l'obiettivo di applicare l'articolo 11 della Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni delle Nazioni Unite. 2) Attraverso questa dichiarazione, informiamo preventivamente il governo Brasiliano del nostro intento di cercare assistenza da parte dell'Expert Mechanism. Rimaniamo a disposizione dell'ONU per cooperare in buona fede e per fornire tutte le informazioni necessarie, speriamo inoltre che il governo Brasiliano faccia altrettanto, così da risolvere i procedimenti legali in atto in assoluta trasparenza. Nel frattempo, chiediamo al governo del Brasile di rispettare i suoi obblighi internazionali stabiliti nella Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni e nella Convenzione ILO 169. Chiediamo che anche l'etica e i valori dei popoli indigeni vengano rispettati. Grazie.
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