Indigenous Peoples |
Gayanashagowa: la costituzione più antica del mondo |
11 Marzo 2021 | ||||||||
La Grande Legge della Pace della Confederazione Irochese rappresenta ancora oggi un modello per le democrazie moderne
È convinzione comune che le moderne democrazie occidentali derivino, in maniera più o meno diretta, dall’Antica Grecia – in particolare l’Atene dell’Era Classica – e dalla Repubblica dell’Antica Roma. Tuttavia, secondo gli standard moderni, queste società non si potrebbero definire in alcun modo come democratiche: la maggior parte della popolazione non aveva potere decisionale, e molti non erano neanche considerati cittadini, il che equivaleva a non avere diritti. Le donne erano poco più che proprietà dei loro mariti, i bambini non se la passavano molto meglio, e la schiavitù era all’ordine del giorno. Ovviamente, ci sono precise ragioni storiche dietro a questa comune convinzione – che potremmo genericamente riassumere nel termine ‘eurocentrismo’ – su cui non possiamo soffermarci in questo articolo. Piuttosto, analizzeremo la Gayanashagowa – la Costituzione della Confederazione Irochese, anche nota come “Grande Legge della Pace” – e la sua influenza sulle Costituzioni occidentali. L’analizzeremo secondo gli standard della giurisprudenza contemporanea, così da poterla valutare in relazione ai princìpi delle democrazie moderne. Storia Nel 1988, il Congresso degli Stati Uniti approvò la Risoluzione 331, che “Riconosce il contributo apportato dalla Confederazione Irochese e dalle altre nazioni Indiane nella formazione e sviluppo degli Stati Uniti.” Per questioni di brevità, non ci soffermeremo oltre sulle prove storiche dell’influenza Irochese sulla Costituzione Statunitense, ma non mancano certo le fonti per suggerire un impatto ben maggiore di quanto ammesso dalla Risoluzione 331. Benjamin Franklin, in particolare, aveva un rapporto comprovato con i rappresentanti della Confederazione. Ma a quando risale la Gayanashagowa? Come possiamo dire che si tratti della costituzione più antica del mondo? Come ci è arrivata la sua storia? La storia ci giunge attraverso le tradizioni orali degli Irochesi (o, come si definiscono loro, Haudenosaunee, che significa “Popolo delle Case Lunghe”). Nonostante la loro cultura non sia puramente orale – come vedremo dispongono di un complesso sistema di scrittura – gli Irochesi hanno tramandato la storia della “Grande Legge della Pace” attraverso la narrazione leggendaria tipica delle tradizioni orali.
La leggenda narra di un tempo antico – si parlerebbe addirittura di migliaia di anni fa – in cui le nazioni Irochesi erano in guerra. Un uomo chiamato Portatore di Pace (Dekanawida) voleva diffondere la pace e l’unità nelle terre degli Haudenosaunee. Nel suo viaggio incontrò Hiawatha: un leader Onondaga (o Moicano a seconda delle versioni) che credeva fermamente nel messaggio di pace. Ma un malvagio e temuto signore della guerra Onondaga – Tadadaho – attaccò il villaggio di Hiawatha, sterminando la sua famiglia. Il Portatore di Pace lo aiutò a superare il lutto, e i due partirono insieme, per diffondere di villaggio in villaggio il loro messaggio di pace e unità. Dopo aver unito tutte le Nazioni, i due si diressero verso il villaggio di Tadadaho, che ancora si opponeva alla pace. Fu proprio Hiawatha a ricondurlo alla ragione, promettendogli che il suo villaggio sarebbe divenuto la capitale della Confederazione. Fu così che le Nazioni Irochesi seppellirono le armi sotto l’Albero della Pace, simbolo della Grande Legge della Pace. La storiografia occidentale ha sempre diffidato delle datazioni offerte dalle tradizioni native, che individuano l’origine della Gayanashagowa in migliaia di anni fa, mantenendosi invece su datazioni più conservative che si attestano tra l’XI e il XV secolo. Tempi in cui, nella “civilissima” Europa, il documento più vicino a una Costituzione era la Magna Carta – fondamentalmente un trattato di pace tra Nobili e Re. Nulla di paragonabile alla sofisticatezza e universalità della Gayanashagowa, che si attesta, senza dubbi o discussioni, come la più antica Costituzione conosciuta del pianeta. Sistema Sociale La Gayanashagowa è una costituzione sovranazionale: riunisce infatti in una federazione nazioni differenti che, pur appartenendo allo stesso popolo, hanno differenze rilevanti (tra cui la lingua). Per gli Irochesi, la Grande Legge della Pace rappresenta molto di più di un semplice codice di leggi: è il fulcro della loro vita culturale, la base dell’identità sociale e personale del popolo Haudenosaunee, e un compendio di princìpi sia morali che spirituali. Non c’è differenza tra legge, lingua, cultura, spiritualità e socialità: fa tutto parte della stessa identità. Da un punto di vista di dottrina giurisprudenziale, si può definire come un sistema di legge personale monistico. In parole povere, la legge non è legata a un territorio o a un’autorità che la emana, ma è parte degli individui che si riconoscono come Irochesi. Al tempo stesso, non si frammenta in rivoli a seconda di diverse interpretazioni, ma anzi resta una e indivisibile: i singoli casi particolari vengono ricondotti a princìpi superiori e unitari. Questi valori, espressi chiaramente dalla Gayanashagowa, non sono però stati imposti dalla sua adozione: al contrario, essa è il frutto di questa particolare, e preesistente, visione del mondo. Bisogna pensare alla Gayanashagowa come alla risposta data – attraverso l’interpretazione della cultura Irochese – a una precisa esigenza: quella di riunire cinque (poi diventate sei) Nazioni, garantendo una pace duratura. Ma come ha fatto la Gayanashagowa a rivestire un ruolo così centrale nei secoli, unificando Nazioni diverse, tra l’altro in secoli difficilissimi, in cui l’esistenza stessa – fisica e culturale – degli Irochesi è stata messa in pericolo? In poche parole, da dove deriva la legittimità della Grande Legge della Pace? Per rispondere a questa domanda, bisogna innanzitutto comprendere come la Gayanashagowa si intrecci profondamente con la vita individuale e sociale degli Haudenosaunee, e non lo fa stabilendo il modo in cui questi debbano vivere, ma piuttosto ispirandosi al loro stile di vita. Vediamo come.
Come già detto, gli Hadenosaunee si chiamano “Popolo delle Case Lunghe”, non solo perché vivono in delle lunghe case, ma perché queste strutture rivestono un significato anche simbolico. La Casa Lunga ospita il Clan, che è l’elemento fondamentale della società Irochese: si può definire il mattoncino base dell’intera struttura sociale. Visto che le donne, così come Madre Terra, sono in grado di donare la vita, la struttura del Clan è matriarcale. Possiamo qui notare l’applicazione della Legge Naturale, non derivante da morali religiose o convinzioni personali, ma dall’osservazione pragmatica della natura. Sono quindi le donne a possedere le terre, la genealogia del clan passa per via matriarcale, e il leader del Clan è sempre una donna. Il titolo di Iakoiane o Royaneh, o Madre del Clan, era originariamente passato ereditariamente, mentre oggi viene eletta la donna ritenuta più saggia all’interno del Clan. Una leader però non è sovrana: il processo decisionale, infatti, è minuziosamente codificato e richiede l’approvazione dell’intero Clan. Prendiamo per esempio l’elezione del Chief, il Capo, o Hoyaneh (custode della pace). Ogni Clan ne elegge uno come rappresentante del Clan presso il Consiglio Nazionale, il quale prenderà a sua volta parte al Gran Consiglio delle Sei Nazioni. L’elezione avviene così: la Madre del Clan propone un candidato al consiglio delle donne del Clan, che discute fino a trovare una decisione unanime. A questo punto il candidato viene sottoposto al consiglio degli uomini, i quali a loro volta devono esprimere un parere all’unanimità. Se rifiutano il candidato, devono a loro volta proporne uno, che dovrà poi essere approvato dall’assemblea delle donne. Se le due assemblee non riescono a giungere a un accordo, la decisione passa nelle mani degli altri Hoyaneh – in pratica i futuri colleghi del candidato. Se uomini e donne si accordano su un candidato, questo verrà presentato a tutti i Clan ‘sorelle’ – ovvero quelli parte di una stessa famiglia di Clan – che potranno ratificare il candidato. Una volta ratificato, dovrà essere confermato prima dai rappresentanti del Consiglio Nazionale e poi da quelli del Consiglio della Federazione. Solo a questo punto, la nomina verrà confermata. Possiamo trarre dei principi base da questo procedimento:
Possiamo chiaramente vedere la logica qui espressa: non ha importanza la rapidità del processo, piuttosto c’è grande enfasi sulla collegialità della decisione, in maniera da evitare possibili divisioni e invece rinforzare il senso di unione. Viene inoltre impedita, nei limiti del possibile, l’elezione di un delegato inadeguato: letteralmente chiunque, purché abbia degli argomenti validi, può impedire l’elezione. Dopotutto, anche se i delegati possono essere deposti, il loro incarico è a vita, quindi assicurarsi la qualità della selezione è più importante della rapidità del processo. Il potere è diviso equamente attraverso l’intera comunità, in cui gli individui formano degli organi collettivi, disposti in maniera da controbilanciarsi, evitando al tempo stesso uno stallo. Questa è separazione dei poteri, è democrazia diretta. Ovviamente si tratta di una scala ridotta, quella del Clan, quindi vediamo cosa prevede la Gayanashagowa a livello di Confederazione, dove i processi decisionali coinvolgono sei Nazioni e decine di migliaia di individui. Il Gran Consiglio delle Sei Nazioni Prima abbiamo definito il Clan come il mattone base della società Haudenosaunee: lo si può pensare come un modulo di una struttura frattale. Può essere ingrandito, mantenendo proporzioni e bilanciamento, e questo è esattamente quello che accade nel Gran Consiglio delle Sei Nazioni. Nel Clan si trovano due organi principali: l’assemblea delle donne e quella degli uomini. Nel Gran Consiglio troviamo i “Fratelli Maggiori” – Moicani (Mohawk), Seneca e Onondaga – e i “Fratelli Minori” – Cayuga, Oneida e Tuscarora. I Tuscarora, essendo entrati nella Confederazione solo nel 1722, non hanno rappresentanza diretta all’interno del Gran Consiglio. Durante le riunioni del Consiglio, gli Onondaga agiscono come un terzo organo, i “Custodi del Fuoco”, un organo super-partes, il cui compito principale è quello di assicurare il rispetto delle regole, delle procedure e dei rituali. Tra i loro compiti: mantenere il fuoco sacro, come il nome lascia intuire, e ospitare gli incontri del Consiglio sulla loro terra. I Custodi del Fuoco sono garanti della Pace, e la loro funzione può essere paragonabile a quella di un Presidente in una Repubblica Parlamentare, con una differenza però sostanziale: Quando le due ‘Camere’ sono in disaccordo, sono i Custodi a decidere. È lo stesso sistema di contrappesi presente nel Clan. Ci sono dunque tre organi principali: due Camere con uguali poteri e i Custodi, ma come vengono prese le decisioni? Il cuore del processo decisionale della Confederazione è espresso negli articoli 9 e 10 della Gayanashagowa. L’articolo 9 stabilisce che un argomento deve essere discusso prima dai Mohawk e Seneca (la prima ‘camera’), poi dagli Oneida e Cayuga (la seconda) e infine le loro decisioni devono essere riportate ai Custodi del Fuoco (garanti istituzionali). L’articolo 10 definisce le modalità della discussione: Mohawk e Seneca devono raggiungere una decisione unanime, quindi riportarla ai Cayuga e Oneida. Questi, a loro volta, riporteranno la loro decisone unanime ai Mohawk, che informeranno i Custodi del Fuoco. Se le due camere concordano, i Custodi possono ratificare la decisione, o rimandarla indietro per un’ulteriore discussione (ma possono farlo solo una volta). In caso le due camere non siano d’accordo, la decisione finale spetta ai Custodi.
Vediamo, quindi, come i princìpi che regolano le discussioni all’interno del Clan, valgano anche nel contesto, ben più esteso, della Confederazione. Ma, se il Clan è un contesto perlopiù familiare, dove difficilmente si trovano interessi divergenti, lo stesso non si può dire per il Gran Consiglio della Federazione, dove s’incontrano Nazioni diverse, con diversi obiettivi, opinioni, interessi e potere. È quindi necessario un bilanciamento dei poteri. Bilanciare il potere di Nazioni diverse è uno dei compiti principali, e anche una delle maggiori difficoltà, delle istituzioni e costituzioni sovranazionali. Nel mondo maggioritario, le decisioni sono prese principalmente dalle nazioni più potenti, mentre le altre seguono, creando così intorno alle poche nazioni più potenti, delle sfere d’influenza. Queste risultano poi come fazioni contrapposte, portando a conflitti o all’immobilismo. Come hanno risolto questo problema gli Irochesi? Si può dire in maniera brillante, ovvero separando le superpotenze dalle nazioni ‘minori’. I Mohawk, i principali promotori della Pace, erano anche la Nazione più potente. Per questo sono l’unica Nazione ad avere un diritto di veto che, seppur significativo, in questo sistema non rappresenta un vantaggio esagerato. I Mohawk e i loro rivali, i Seneca, sono le due superpotenze della Confederazione Irochese. Quindi, prima ancora che una discussione abbia inizio, questi devono trovare un accordo. Come, sempre, all’unanimità. La decisione di Mohawk e Seneca viene quindi discussa da Cayuga e Oneida: si tratta delle Nazioni più piccole. Anche la geografia è importante in questo caso: da est a ovest le Nazioni Irochesi sono così disposte: Mohawk, Oneida, Onondaga, Cayuga e Seneca. Questo spiega anche il ruolo di Custodi del Fuoco degli Onondaga, dato che si trovano esattamente al centro della Confederazione. Invece Cayuga e Oneida, confinando con le due super-potenze – Mohawk e Seneca – tenderebbero a cadere sotto la loro influenza, a sentirsi minacciate, o a sviluppare tensioni sui confini. Ma, essendo divisi in due Camere distinte con identici poteri, le Nazioni più potenti non hanno alcun vantaggio su quelle più piccole, all’interno del Consiglio. Va sottolineato come mentre è in corso un dibattito all’interno del Consiglio di una Nazione, o all’interno di una delle due Camere, nessun membro esterno a queste può intervenire. Se, per esempio, Cayuga e Oneida stanno dibattendo una decisione, tutti gli altri rappresentanti devono ascoltare in silenzio, così da eliminare ogni possibile influenza da parte delle Nazioni più potenti. L’unica situazione che potrebbe risultare sbilanciata sarebbe se gli Onondaga, i Custodi del Fuoco, decidessero di schierarsi con continuità con una delle due Camere. Anche qui, geografia e dinamiche di potere rendono inverosimile questa possibilità. Essendo la Nazione più piccola di tutte, e trovandosi in mezzo alla Confederazione, gli Onondaga sono l’ago della bilancia ideale: i loro interessi raramente collimeranno con quelli delle superpotenze, ma non vorranno nemmeno avvantaggiare i loro vicini diretti: Cayuga e Oneida, per evitare di ritrovarsi schiacciati tra due Nazioni troppo potenti. Inoltre, se le due Camere decidessero di agire all’unisono, gli Onondaga non potrebbero far nulla per contrastarle: è quindi loro interesse evitare favoritismi. È un sistema in cui nessuna nazione, o organo, ha il potere di imporsi sugli altri, perché tutti hanno gli strumenti per fermarli o per ricambiare un eventuale torto. Ogni singolo organo (le due Camere e i Custodi del Fuoco), verrebbe facilmente sopraffatto dagli altri due, qualora cercasse di afferrare il potere per sé. Nel suo insieme, è un sistema che incoraggia la cooperazione – rendendola più vantaggiosa – piuttosto che il conflitto. Si può vedere chiaramente una similitudine nel sistema statunitense (poi ripreso da quasi tutte le Repubbliche del mondo), in cui sono presenti – seppur con compiti e poteri diversi a seconda dell’ordinamento – gli stessi organi istituzionali: bicameralismo (Congresso e Senato negli Usa, Camera e Senato in Italia) e il Presidente come organo super partes (seppur declinato con modalità diverse). Ma le somiglianze non si fermano qui: altre comunità native del pianeta, condividono modi e finalità della Gayanashagowa. Ad esempio, il New Earth Circle, comunità autoctona del Piemonte che attinge alla tradizione dello sciamanesimo druidico europeo, applica uno Statuto molto simile alla Gayanashagowa, sia nei princìpi di fondo, sia nelle prassi stabilite nel processo decisionale ed elettivo. Elementi che rivelano una precisa visione del mondo: agli antipodi rispetto a quella della società maggioritaria, eppur così simile tra tradizioni apparentemente lontane, come quella Celtica e quella Irochese. Che potrebbero risolvere molti dei profondi problemi che oggi affliggono il pianeta e i suoi abitanti, umani e non. Concetti che il giornalista, filosofo e delegato ONU Giancarlo Barbadoro, ha riassunto nel termine ‘Ecospiritualità’. Proprio questa filosofia di base, come si esprima in termini pratici nella Gayanashagowa, le possibili applicazioni odierne e i vari legami con diverse tradizioni native, sarà oggetto della seconda parte. Gayanashagowa: una costituzione ecospirituale - seconda parte |