Leggende e Tradizioni |
Esistono gli Esseri Fatati? |
24 Novembre 2011 | |||||||
Fate, folletti, Piccolo Popolo sono presenti nelle tradizioni e nelle fiabe. Ma qual è la loro origine e il loro significato?
La parola inglese "Fairy", traducibile in "Fata", deriva dall'antico francese "Faerie". Si è spesso abusato di questo termine, indicando con esso una enorme ed eterogenea gamma di esseri soprannaturali. In realtà esistono sostanziali differenze tra le Fate della tradizione antica e quelle della tradizione moderna, specialmente per quelle figure di derivazione Celtica, ma diversi tipi di esseri fatati sono presenti anche nelle tradizioni Germaniche e nel folklore slavo.
Comunque, se vogliamo prendere in considerazione l'idea degli esseri Fatati, ci troviamo di fronte ad un concetto molto più ampio e antico. Infatti, antiche forme di Fate possono essere rintracciate nei miti greci arcaici, ad esempio le Ninfe, i Satiri e i Sileni. Queste creature erano presenti nei racconti e nella tradizione popolare da prima che Omero scrivesse l'Iliade e l'Odissea. Anche le numerose divinità fluviali e marine, Nereidi e Naiadi ad esempio, possono essere considerate a buon diritto Fate. Si trattava infatti di spiriti della Natura e dei fenomeni naturali. Nelle leggende Arturiane le figure Divine e Fatate appaiono in abbondanza. Morgana, la sorellastra di Artù, era una grande maga e guaritrice, e spesso veniva chiamata Morgana le Fay. Il soprannome "le Fay" significava appunto "la Fata", e il suo stesso nome, Morgana, potrebbe essere correlato addirittura con la Dea Celtica Morrigan. Simile a una creatura fatata era anche la Dama del Lago, e la moglie di Artù, Ginevra o Gwenhwyfar, nella tradizione gallese, appariva bella e delicata come una Fata o una Dea. Molti cavalieri del ciclo erano figli di Fate o divenivano amanti di Fate e lo stesso Merlino era soltanto in parte mortale.
Ma queste erano soltanto uno dei molteplici tipi di esseri fatati. Nelle favole e nel folklore troviamo Fate di ogni genere, alcune benevole e altre malvagie e ostili nei confronti dei mortali. Anche il loro aspetto è variegato, belle o orribili, gigantesche o minuscole, non è possibile definire una loro forma standard, in quanto spesso potevano cambiare aspetto. Diversi tipi di Fate potevano inoltre avere diversi tipi di capacità magiche. Cosa sono dunque queste Fate? Da dove vengono? Per capire cosa sono, dovremmo dare uno sguardo a quello che si può trovare nella Mitologia e nelle tradizioni Celtiche. Come detto in precedenza le Fate sono, in un modo o nell'altro, presenti in tutte le Culture e le Tradizioni antiche, ma quella Celtica ne ha fatto senza dubbio il suo punto focale, come vedremo più avanti.
Anche dopo l'avvento di Roma, la religione Celtica nelle regioni occupate rimase salda e non venne sostituita da quella Romana. Divinità Celtiche venivano adorate in Gallia (Francia, Belgio e Italia Nord Occidentale), in Hispania (Spagna) e in Britannia (Inghilterra). La situazione cambiò quando il cristianesimo si diffuse verso Ovest e verso Nord. Con la conversione delle popolazioni, le antiche divinità vennero "declassate" al rango di esseri fatati ed entrarono a far parte del folklore più puro, ovvero tutte quelle tradizioni e mitologie ignorate o tollerate dalla chiesa ufficiale, ma con grande presa sul Popolo. In queste prime tradizioni Celtiche sul piccolo Popolo, le ex divinità Irlandesi e Gallesi non vennero raffigurate come le Fate nel senso classico. Esse avevano aspetto umano, come forma e dimensione, erano in possesso di straordinari poteri, apparivano sempre giovani ma non avevano ali o cose simili. I Danann, o le loro controparti Gallesi, erano generalmente visti come una razza fiera, combattiva. Potevano venire uccisi e morire di vecchiaia come i comuni mortali, ma il loro ciclo vitale medio durava centinaia se non migliaia di anni. Il problema è che, a volte, gli autori cristiani hanno trasformato queste creature in esseri al servizio del Diavolo, considerando le Fate alla stregua di Demoni. Tuttavia questa visione fortunatamente, non è più condivisa al giorno d'oggi. |