Misteri

Spiritismo, un fenomeno sociale

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16 Agosto 2012

Le sorelle Fox. La loro esperienza di “contatto” con un defunto generò l’interesse del grande pubblico per i fenomeni dello spiritismo

Lo spiritismo, un tema scomodo per le religioni. Il caso delle sorelle Fox, le prime medium dello scorso millennio. Allan Kardec e le rivelazioni spirituali del “Libro degli spiriti”. Le due guerre mondiali e la diffusione dello spiritismo. Il fenomeno delle “case infestate”. Medium e istituzioni pubbliche. Il segreto della “Porta sui Mondi”


Parlare di spiritismo nel nostro tempo

Parlare di spiritismo oggi può significare per molti affrontare un argomento desueto e fuori dal piano di quotidianità tracciato dai “grandi temi” sociali che vanno dalla politica al gossip, dalla cronaca sportiva ai problemi dell’economia.

Eppure nonostante tutto si muore! La morte, anche se sembra essere un argomento che non riguarda le cose del nostro tempo, è pur sempre un fattore di inevitabile attualità anche se la si tiene sottobanco e si pensa che a morire siano sempre e solo i più sfortunati. Ma se si muore, com’è da copione cosmico, è inevitabile pensare che in qualche modo il fenomeno possa farsi notare ai più con qualche sua particolare manifestazione.

È da tempi immemorabili, infatti, che si hanno notizie di apparizioni di defunti che comunicano con i viventi. Fino a qualche decennio fa era perfettamente normale vivere occasionalmente esperienze di questo tipo. Era perfettamente normale anche il solo parlarne tra i vari argomenti da bar.

Poi è successo che la morte non ha fatto più notizia. È divenuta solamente il simbolo di una disgrazia da cercare di evitare. E di fantasmi, spettri e spiriti si è smesso di leggere o di parlarne.

Anzi, oggi chi racconta una sua eventuale testimonianza su un fantasma, solitamente non viene creduto a priori, o peggio gli si dà del demente.

Eppure, le stesse religioni dominanti nella società maggioritaria sono dell’idea che i defunti sopravvivano dopo la morte. Addirittura gli stessi testi sacri, come la Bibbia, alle volte citano gli incontri fatti dai viventi con i morti che sono ritornati occasionalmente dall’aldilà. L'esempio più classico è quello citato dalla Bibbia dove si narra di re Saul del Popolo di Israele che si rivolse a una medium del suo tempo per poter comunicare con il defunto re Samuele per essere aiutato contro l'invasione dei Filistei. A Roma c’è addirittura una Chiesa, detta del “Purgatorio”, che raccoglie oggetti che testimoniano l’apparizione dei defunti.

Che cosa possa essere successo, tanto da censurare il tema dei fantasmi, lo possiamo evincere dalla mole sociale del fenomeno dello spiritismo che, nel secolo scorso, ha minacciato la primogenitura della rivelazione messianica portata avanti dalla Chiesa che temeva di venire sorpassata dalle rivelazioni che giungevano spontanee dai defunti dell’aldilà. Che ci sia o meno un aldilà, in ogni caso per la Chiesa era una concorrenza che non poteva accettare.


Il caso delle sorelle Fox

La storia dello spiritismo ebbe inizio nel 1847, a Hydesville, nello stato di New York, USA, quando in casa della famiglia Fox all'improvviso vennero sentiti ripetutamente dei forti e inspiegabili colpi, detti "raps", nei muri. I coniugi Fox indagarono sul fenomeno cercando anche di affrontarlo in maniera pratica nell'ipotesi più plausibile che potesse trattarsi dei tipici rumori domestici alle volte generati dal malfunzionamento delle condutture d'acqua del tempo, ma non vennero a capo di nulla.

Alle loro figlie, le tre sorelle Fox, Margaret, Katie e Lea, venne allora l'idea che il fenomeno potesse essere causato da qualche entità defunta che cercava di comunicare con loro dall'aldilà.


Allan Kardec, il promotore della corrente dello “spiritismo”

Un po’ per gioco e un po’ per curiosità, le tre sorelle inventarono un loro semplice codice di comunicazione basato sulla corrispondenza tra il numero dei "raps" e la posizione delle lettere dell'alfabeto per tentare di dialogare con l'ipotetico defunto e chiedergli di rivelarsi e di dire che cosa volesse da loro.

Il metodo sembrò funzionare. Accadde che, come se dall'altra parte del muro ci fosse effettivamente una persona, le risposte che le tre sorelle ricevettero erano coerenti e sorprendenti. L'entità disse di chiamarsi Charles Haynes e di essere stato ucciso, molti anni prima che i Fox andassero ad abitare nella fattoria. Aggiunse anche che dopo la sua morte era stato sepolto dai suoi assassini nella cantina della loro attuale abitazione. Le tre sorelle a questo punto convinsero i riluttanti genitori a scavare sotto il pavimento della cantina. Lì sotto, a qualche metro dal pavimento, emersero effettivamente le ossa di uno scheletro umano, brandelli di stoffa e ciuffi di capelli.

Dopo la denuncia del macabro ritrovamento allo sceriffo della Contea, il fatto venne inevitabilmente pubblicizzato dai giornali locali sino a raggiungere le pagine dei grandi quotidiani, che pubblicarono la notizia con grande risalto. Cosa che suscitò l’interesse e lo scalpore del pubblico che incominciò a interessarsi al fenomeno e alla possibilità che i defunti comunicassero in forma concreta con i viventi.


La nascita della cultura dello spiritismo

L'avventura vissuta dalle tre sorelle Fox, sull'onda della pubblicità mediatica, giunse a suscitare l'attenzione anche degli scienziati americani del tempo, che iniziano a studiare il fenomeno aprendo agli ambienti intellettuali l’interesse verso i fenomeni dell'aldilà.

In seguito, le sorelle Fox vennero invitate a convegni sull'argomento in molte città degli Stati Uniti e dell'Europa. Molti anni dopo, poco prima della sua morte, una delle sorelle Fox confessò come, soggiogata dal vorticoso mondo dei convegni che le coinvolgevano, fosse giunta anche a falsificare alcuni suoi esperimenti in pubblico.

Ma il fenomeno e i risultati ottenuti negli esperimenti dei ricercatori e nei salotti culturali di tutto il mondo rimanevano validi al di sopra di ogni possibile occasionale personalismo delle Fox.

Sostenuto dai media, il fenomeno del contatto con il mondo dell'aldilà assunse un posto di ordinarietà nella vita quotidiana della gente comune. Il pubblico più eterogeneo incominciò a sviluppare spontaneamente esperimenti di comunicazione con i defunti. Gruppi di ricercatori iniziarono a frequentare abitazioni dove erano stati compiuti omicidi insoluti alla ricerca di segnali a cui rispondere.

In assenza dei "raps", per poter operare comodamente, nei salotti vennero rispolverati antichi metodi di operatività psichica come quello del tavolino a tre gambe, utilizzato già dall’antica tradizione druidica, che diventerà in seguito conosciuto come il "tavolino spiritico". I colpi battuti dai piedi del tavolino erano rapportati anch’essi al codice di sequenza dell’alfabeto, inventato a suo tempo dalle sorelle Fox.

In breve, tanto negli USA che in Europa, la pratica della comunicazione con i defunti divenne una consuetudine usata con costanza in molti salotti dell’800 dove gli intellettuali e i ricercatori trovavano una nuova ragione di ricerca. Molti lo facevano per vincere la noia, ma molti altri vi si dedicavano con impegno per approfondire e utilizzare il fenomeno in tutti i suoi aspetti.

La pratica sperimentale era tanto diffusa che, nel 1852, a Cleveland negli USA venne organizzato il primo congresso internazionale dei gruppi di studio del fenomeno scoperto dalle sorelle Fox, ormai diffusamente conosciuto con il nome di "spiritismo".


Elena Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica che si basava sull’esperienza di contatto con i defunti

Lo spiritismo, in quel tempo, era considerato da molti ricercatori come una vera e propria scienza di ricerca. Si trovarono coinvolti in questa esperienza letterati e scienziati come Charles Richet, fisiologo francese e premio Nobel per la medicina nel 1913, Giovanni Schiapparelli, Cesare Lombroso, Edmondo De Amicis e Victor Hugo.


La “rivelazione dei morti” di Allan Kardec

Lo spiritismo, sulla spinta dell’enorme interesse popolare, era destinato ad evolvere e a strutturarsi in un vero e proprio movimento culturale che uscì dal campo della sola ricerca per imporsi come una vera e propria dottrina filosofica di massa.

Nel 1854 a Lione, in Francia, Léon Rivail fondò il movimento spiritista creando le basi organizzative e ideologiche di una vera e propria religione spiritista.

Il suo movimento dichiarava apertamente di avere il compito di completare, attraverso la rivelazione degli spiriti, l'insegnamento evangelico del Cristo considerato incompleto. Dichiarazione che provocò inevitabilmente le critiche e le censure della Chiesa cattolica del tempo.

Léon Rivail si considerava di discendenze bretoni e druidiche, e adottò il suo cognome nativo, Kardec, dandosi il nome di Allan, che in celtico vuol dire "fratello".

Con lo pseudonimo di Allan Kardec, Léon Rivail scrisse tre testi che costituiranno le basi della dottrina spiritica. Nel 1857 "Il libro degli spiriti", nel 1861 "Il Libro dei Medium" e infine nel 1864 "Il Vangelo secondo lo spiritismo" che rivede in chiave spiritica la rivelazione cristiana.

Riprendendo temi della cosmologia mistica dell’antico sciamanesimo druidico, la dottrina spiritista di Allan Kardec proponeva un preciso postulato: gli spiriti esistono, si manifestano e insegnano agli uomini. Esisterebbero più specificatamente gli "spiriti guida" che comunicano con gli uomini e che possono insegnare precise rivelazioni spirituali.

Nel movimento spiritista si distinsero i grandi medium del tempo come Eusapia Palladino, Elisabeth D'Esperance, Daniel Douglas Home e molti altri ancora.

Dalle radici del pensiero spiritista sorse nel 1875, a New York, la Società Teosofica ad opera di una nobile russa, Elena Petrowna Blavatsky. Questa era una medium che asseriva di essere stata iniziata ai segreti delle scienze occulte dell'India. Anch'essa sviluppò la sua dottrina in tre libri che diventarono l'architrave portante della nuova interpretazione spiritica: nel 1877 "Iside svelata", nel 1888 "La Dottrina Segreta" e nel 1889 "La chiave della Teosofia".

Alla morte della Blavatsky, nel 1891, l'inglese Annie Besant si prese l’impegno di completare e organizzare la dottrina teosofica attraverso un ulteriore perfezionamento del postulato originario dello spiritismo di Allan Kardec.

Per la prima volta, nella nuova dottrina, si dichiarava, in ottemperanza con le credenze druidiche che avevano ispirato Allan Kardec, che le sedute spiritiche ostacolavano l'evoluzione dei defunti nell'aldilà e che occorreva prendere contatto solo con gli "spiriti guida" quali entità che erano in grado di poter idoneamente comunicare con il mondo dei vivi.


Lo spiritismo tra le due guerre mondiali

Gli eventi bellici delle due guerre mondiali, dal 1915 al '45, portarono al trasferimento di grandi masse di uomini da una parte all'altra del continente europeo e di tutto il pianeta.

In molti casi, soprattutto durante lo svolgimento della prima guerra mondiale, i famigliari e i soldati al fronte non avevano occasione di poter comunicare facilmente tra di loro e rimaneva l'impellente desiderio di conoscere notizie di ogni genere. Se i propri cari erano in salute, se erano morti, se erano in prigionia da qualche parte, e così via. Fu in questo periodo che si manifestò la moda, diffusa presso tutti i ceti sociali, della comunicazione spicciola con il mondo degli spiriti per conoscere la sorte dei propri cari distribuiti sul teatro di guerra.


Anne Besant, allieva della Blavatsky e continuatrice delle teorie spiritiste di Allan Kardec

C'era chi usava il "tavolino spiritico" a tre gambe, ma molti, non disponendo di mobili adatti e di medium, si orientavano sull'utilizzo di quello che veniva chiamato allora "il gioco del piattino".

Su un foglio di carta che riportava distanziate tra di loro le lettere dell'alfabeto e i numeri da zero a nove, si poneva, rovesciato, un piattino o una tazzina da caffè su cui venivano appoggiati con leggerezza gli indici delle mani dei partecipanti. Si facevano le stesse domande delle sedute spiritiche classiche e si leggevano le risposte prendendo nota della sequenza delle lettere su cui si andava a soffermare, di volta in volta, il piattino.

Dopo le due guerre mondiali la cultura dello spiritismo sopravvisse e continuò ancora per molto tempo, anche tra le nuove generazioni, sedimentandosi poco alla volta nel tessuto della società.


Medium e spiriti al servizio delle istituzioni pubbliche

Non è raro che ci si rivolga agli spiriti anche nel nostro tempo per avere consigli e informazioni utili per i propri bisogni in seno alla vita terrena.

Spesse volte gli individui si rivolgono ai medium per questioni di affari e di cuore. Ma alle volte anche le istituzioni pubbliche si rivolgono a medium specifici per risolvere casi di crimini rimasti insoluti o per rintracciare persone scomparse.

Ben noto è il caso della seduta spiritica condotta in Italia, il 2 aprile 1978, con lo scopo di ottenere indicazioni sul luogo dove era tenuto prigioniero Aldo Moro, lo statista rapito dalle Brigate Rosse.

La seduta si svolse nella casa emiliana dell'economista Alberto Clò. Vi prese parte anche Romano Prodi, il futuro presidente della UE. Venne utilizzato il classico "gioco del piattino" e vennero ottenute anche delle risposte non molto chiare che portarono gli investigatori a indagare in luoghi dove non trovarono traccia dello statista rapito. L'entità intervenuta nella seduta spiritica aveva risposto con parole di difficile comprensione: "Bolsena", "Viterbo" e insistentemente la parola "Gradoli". Giorni dopo, il 18 aprile, venne scoperta casualmente una base delle Brigate Rosse proprio in Via Gradoli a Roma.

Un altro caso noto di utilizzo dei defunti nelle indagini di polizia è quello della medium di Treviso che, nel 1987, venne ingaggiata dai carabinieri del luogo per poter rintracciare l'assassino di una prostituta. Gli spiriti interpellati diedero le loro indicazioni avvisando che sarebbe accaduto un altro omicidio ai danni di un'altra prostituta. Gli investigatori dopo aver sorvegliato per un certo tempo il luogo indicato per il secondo omicidio si ritirarono. Ma purtroppo poco tempo dopo avvenne puntualmente la tragedia annunciata. La stessa medium disse che gli spiriti le avevano detto che il sospettato che era trattenuto in carcere era innocente e che l'omicida era un'altra persona. In effetti il sospettato fu poi rilasciato per insufficienza di prove.

Nel 1971, il giornale arabo Al Ahram rivelò che i congiurati che volevano deporre Sadat, presidente della Repubblica di Egitto, si erano rivolti a un medium che aveva evocato lo spirito dello sceicco Abdel Rehim. Questa entità fornì ai congiurati del complotto del 13 maggio '71, tutti ex ministri del precedente governo egiziano, i consigli e le direttive necessarie per attuare l'attentato.


Il fenomeno delle case “infestate”

Un caso particolare che viene attribuito alla manifestazione dei defunti è quello delle cosiddette "case infestate". In questa situazione si verificano fenomeni di per sé inspiegabili che trovano giustificazione solamente attribuendole a defunti che in qualche modo cercano di lasciare dei messaggi ai viventi.

Sono classici i casi come quello accaduto alle sorelle Fox negli USA, quello osservato in Italia nella casa di Orciano nelle Marche, dove ai rumori seguirono anche una serie di apparizioni, quello della Reggia di Venaria vicino a Torino, dove appariva il re defunto, e infine quello relativo alle apparizioni avvenute, in più secoli sino ad oggi, alla Casa Bianca negli USA.

I fenomeni che si verificano nelle case “infestate” manifestano sempre identiche caratteristiche: apparizioni di spettri, rumori di passi pesanti, respiri, colpi nei muri.


La "planchette" utilizzata dal vasto pubblico dell’Ottocento per entrare in contatto con i defunti. Al di sopra della planchette veniva posta una tazzina da caffè. Ciascuno dei presenti posava leggermente sul bordo dell'oggetto il dito indice e un conduttore poneva le domande alle quali le "entità" rispondevano con lo spostamento della tazzina sulle lettere

Possiamo citare altri casi emblematici. Nel 1988, a Mosca, ci fu il caso di tre ragazze che vivevano in un appartamentino ed erano tormentate dalla presenza di uno spettro che interveniva nei loro dialoghi, per approvare o disapprovare quanto dicevano, esprimendosi attraverso i classici raps nei muri.

Nell'aprile del 1997 accadde che nella piramide tecnologica del CNR, costruita a 5050 metri di altitudine sul monte Everest, gli scienziati fossero disturbati dalla presenza di un defunto. Durante le notti si verificavano fenomeni inspiegabili che erano inevitabilmente riconducibili ai quelli che si manifestano nelle "case infestate": passi pesanti nei corridoi, lugubri lamenti, scalpiccii, scossoni nelle strutture metalliche e sordi ululati. Dopo notti insonni, per risolvere il problema, i ricercatori chiesero l’intervento di un monaco tibetano di un vicino monastero.

Alle volte, accade anche che i fenomeni rilevati nelle "case infestate" appaiano così incontrollati e senza tentativi di comunicazione da venire attribuiti a entità che sembrano voler infastidire i viventi. È il caso specifico del fenomeno detto "Poltergeist". In questo caso si verificano fenomeni che sembrano sfidare le leggi della fisica ordinaria. Fenomeni che sono ben documentati per quanto possano risultare incredibili: oggetti che volano attraverso le stanze, piccoli incendi di oggetti di ogni genere, mobili che si spostano, lampadari che oscillano.

Nel caso dei fenomeni di "Poltergeist", la manifestazione viene abitualmente associata alla presenza di adolescenti, dai 9 ai 12 anni, che sembrerebbero fungere da inconsapevoli medium catalizzatori.

Nell'ottobre del 1988, a Torino si verificò un caso di "Poltergeist" che riguardò un intero palazzo del centro, sede della Conrit, un ente cittadino di riscossione dei tributi fiscali. I testimoni, tutti impiegati dell'Ente, raccontarono di aver sentito urla nel buio degli uffici, rumori di catene trascinate, cassetti che si aprivano da soli, porte che cigolavano aprendosi da sole. In coincidenza della manifestazione di questo fenomeno accadde anche che un bus in sosta sotto il palazzo prendesse inspiegabilmente fuoco.

Nel 1996, nel paesino di Moirans-en-Montagne, nella regione del Giura in Francia, per parecchi mesi si svilupparono in successione dodici inspiegabili incendi di cui nessuno poté identificare né gli eventuali autori né le cause. Gli incendi si manifestavano sempre intorno a una precisa strada, la rue de Cares, e colpivano gli oggetti più disparati: un vecchio armadio da cucina, un sacco di cemento, un altro armadio della biancheria.

Nell'agosto del 1999, il comandante del peschereccio italiano "Francesco", iscritto nel registro del porto di Catania, denunciò alle autorità gli inspiegabili eventi straordinari che erano avvenuti a bordo durante la navigazione e avevano terrorizzato l'equipaggio. Le testimonianze dei marinai narravano dell'apparizione di un teschio e di oggetti che volavano da soli, alcuni dei quali avevano colpito anche gli stessi testimoni.


Il segreto della “Porta sui mondi”

Presso alcune Società segrete di orientamento filosofico di vari Paesi persiste il mito della "Porta sui Mondi", o della "Porta d'Oro", che costituirebbe un punto di passaggio tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Una porta che consentirebbe un interscambio di comunicazioni reciproche tra i due piani di esistenza.

Secondo le credenze di queste Società segrete, sul pianeta esisterebbe un certo numero di luoghi precisi dove si aprirebbero altrettante porte di comunicazione tra i due mondi. Una credenza sicuramente fantasiosa, ma come non valutare la possibilità che risponda a qualcosa di effettivamente reale? È da innumerevoli generazioni che gli uomini muoiono, come non pensare che i defunti abbiano cercato di stabilire un contatto efficiente con il mondo che hanno lasciato? Naturalmente in questo caso non si tratterebbe di uno sforzo da parte dei singoli, ma di una azione attuata dalla totalità dei defunti, che nell'aldilà potrebbero essersi organizzati in una vera e propria società.

Secondo questa fantasiosa ipotesi, il cammino dei defunti nell'aldilà non terminerebbe con la loro nuova condizione fine a se stessa, ma rappresenterebbe una prosecuzione verso una dimensione ancora più lontana che porterebbe alla loro effettiva meta. Nell'attesa di procedere verso questo ulteriore sentiero, i defunti avrebbero cercato di mantenere in qualche modo i legami con il mondo che hanno lasciato.


Una mappa degli Stati Uniti, pubblicata dal quotidiano americano “Usa Today”, che mostra l’estensione nazionale del fenomeno delle case infestate

Molti di quanti hanno raggiunto l'aldilà, dopo aver seguito in vita quanto chiedevano le loro convinzioni religiose, non avrebbero trovato nel mondo dei morti ciò che era stato loro promesso, e a cui si erano sottomessi nel corpo e nello spirito. Costoro, posti di fronte alla realtà della loro esperienza nell'aldilà, resisi conto della frode perpetrata in vita ai loro danni dalle varie religioni del caso, degli orrori e dell'involuzione che queste hanno attuato nei confronti di loro stessi e di tutte le altre creature viventi di ogni specie, si sarebbero organizzati in una vera e propria struttura sociale. Molti di questi defunti avrebbero pertanto manifestato la volontà di comunicare la loro scoperta a quanti vivono nel mondo dei vivi per impedire che le religioni possano continuare a produrre sofferenza e superstizione alla vita sulla Terra.

Le Società esoteriche che propugnano questa tesi hanno una loro filogenesi storica dell’apertura delle “Porte d’Oro”. Dopo milioni di anni dalla comparsa del genere umano vi sono stati numerosi tentativi di comunicazione tra i due mondi. E alla fine, nel corso dei secoli, gli uomini del mondo dell'aldilà sarebbero riusciti a collegarsi con quello dei vivi.

Dapprima sarebbero avvenuti contatti sporadici nella prossimità del dopo-morte tra persone che avevano un legame tra di loro. Successivamente sarebbero stati scoperti precisi luoghi, le Porte d'Oro, dove il confine tra i due mondi si assottiglia e consente la comunicazione in entrambi i sensi, rendendo finalmente possibile aprire un contatto permanente tra il mondo dei vivi e quello dei defunti.

Queste Porte, secondo il mito tramandato da antiche leggende, consentirebbero di entrare in contatto anche con universi paralleli al nostro, abitati da altre creature senzienti.

La loro presenza sarebbe segnalata da semplici cerchi di pietre che ne stabiliscono il perimetro. Il contatto ottenuto tra l'aldilà e il mondo dei vivi avrebbe fruttato per quest'ultimo, da millenni, una serie di conoscenze temporali, sia mediche che tecnologiche.

Intorno a queste Porte sui due mondi si sono formate delle scuole iniziatiche che sono ben presto divenute strutture di potere iniziatico, rendendo esclusiva l'esperienza di contatto attraverso le Porte, e si sono ammantate del più rigoroso segreto per poter gestire i frutti della loro conoscenza senza le interferenze di coloro che cercano solo il potere materiale fine a se stesso.

 

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