Misteri

Gustavo Rol: prodigi ed enigmi, tra Scienza e Mito – 2

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28 Novembre 2012

Gustavo Rol in un ritratto di Pasquale Giacobelli

Continuano le testimonianze sulle doti di questo straordinario personaggio. Un uomo che voleva dare una risposta alla sua incredibile esperienza, ma che si è scontrato con i pregiudizi dello “scientismo”


Una testimonianza diretta

La storia della signora Laura è una delle testimonianze delle incredibili facoltà di Gustavo Rol.

Mi ha raccontato di aver conosciuto Rol, per caso, al ristorante Balbo, in Via Mazzini, nel 1963. Sapendo l’uomo galante che era, non facciamo fatica a credere come Rol riuscisse ad avvicinare belle donne. La signora Laura lo frequentò regolarmente per sette anni, sia al ristorante Balbo sia ai Tre Lampioni. Gli aneddoti raccontati da Laura a proposito della sua amicizia con Gustavo si discostano poco dalla linea generale che abbiamo descritto sinora, riguardo allo stile ed ai fenomeni particolari che interessano Rol, e questa è una ulteriore conferma che proviene da una persona qualunque.

Anche con questa signora, Rol si dilettava in esperimenti. Una sera, a cena da Balbo, Rol chiese a Laura di pronunciare una frase a lei cara, facendole tenere nel palmo della mano un tovagliolo. Rol, prendendo una matita che aveva nel taschino, la passò sulla salvietta senza toccarla. A Laura parve di percepire, dalla mano, delle vibrazioni. Quando Rol le disse di aprire la salvietta, Laura vi trovò esattamente riprodotta, miracolosamente, la frase, scritta a matita, che aveva pronunziato qualche istante prima.

In un’altra occasione, Rol volle rifare lo stesso esperimento, senza però usare la matita perché non ne era in possesso. Anche senza l’uso della matita, l’esperimento riuscì nello stesso modo del precedente. Laura, sbalordita, chiese a Rol come poteva essere riuscito in quell’impresa e lui con naturalezza le disse che, non avendo la matita, pensò a quella che era nel suo scrittoio a casa per riprodurre l’esperimento.

Rol invitò spesso Laura a casa sua, effettuando esperimenti di semplice prestidigitazione, quasi per scherzo. Rol era molto variabile nell’umore e scherzava spesso, come quella volta che, invitato a casa di Laura, si rifiutò di effettuare esperimenti tranne che nel salone dove era il figlio di Laura, e lì effettuò alcuni esperimenti. Ogni mattina, Gustavo le telefonava raccontandole addirittura i pensieri che aveva in quel momento! Una volta gli rispose di non essere un imbroglione, poichè ella un attimo prima aveva avuto il dubbio che egli lo fosse. Le telefonate sibilline e burlesche continuarono per un pò di tempo. Una sera Rol le telefona dicendole che egli si trovava in un monastero fuori Torino e dinfatti si sentivano i rintocchi delle campane. Qualche tempo dopo le confidò  che non era altro che a casa di amici.


Gustavo Rol all’età di 90 anni

Il caso del treno che si fermò in piena campagna, è sempre stato quello che Laura ricorda con maggior interesse. Rol si recò a Roma con l’amico ingegner Fresia, per incontrare il noto esoterista Krishnamurthi che voleva conoscere Rol e rendersi conto delle sue capacità, e Laura si mise d’accordo nel fare un pezzo di strada con loro, visto che doveva andare a Salerno, e  quindi decisero di prendere lo stesso treno.

Il treno era affollato, ma stranamente Laura si rese conto che nello scompartimento dove si accomodarono, rimanevano sempre e soltanto loro tre. Molti provavano ad entrare, ma nessuno osava rimanervi. Mentre discorrevano durante il viaggio, Laura espresse la sua apprensione nel timore di non riuscire a giungere in tempo alla stazione preposta per poter prendere la coincidenza per Salerno, e Rol allora, un po’ per celia e per scherzo, affermò che avrebbe fatto fermare il treno, così che la coincidenza Laura l’avrebbe perduta per davvero. Ebbene, Laura raccontò che alcune ore dopo, mentre tutti si erano assopiti, il treno si fermò misteriosamente a qualche chilometro da quella stazione, in aperta campagna, senza che Rol proferisse parola. Ritornata a Torino, dopo alcuni giorni Laura rivide Rol che aveva un umore nero, perché Krishnamurthi, alla vista dei suoi esperimenti, osò chiamarli giochetti che in India san fare anche i bambini.

Laura ha raccontato anche che Rol sapeva leggere e vedere l’aura vitale di ogni persona. Grazie a questo potere le diagnosticò un fibroma e la convinse a farsi visitare dal professor Quaini, suo caro amico. Dopo aver effettuato diversi esami, il professore  confermò la presenza del fibroma che doveva essere assolutamente tolto. Ella però decise di farsi operare dal professor Bocci che conosceva e stimava, anche se Rol non la prese molto bene. L’intervento riuscì alla perfezione,  ma  Rol, indispettito dal fatto che non si era fatta operare dal suo amico medico, per ripicca non  tenne fede alla promessa fattale, ossia di dipingere in un suo quadro un mazzo di rose identiche a quelle regalategli da Laura.

La nostra testimone si ricorda perfettamente del carattere poco accomodante che alcune volte il nostro personaggio tirava fuori. Una volta egli si rifiutò di incontrare una medium della quale Laura aveva una stima particolare, per un elevato grado di spiritualità che le aveva dimostrato. Egli aveva addirittura proibito a Laura di frequentarla.

Una volta Rol si confidò con lei, esprimendo la sua totale delusione e rabbia verso Piero Angela, che lo aveva intervistato, preparando poi un articolo che metteva in discussione le effettive capacità del  sensitivo. Egli espresse il suo livore dicendo che aveva addirittura rischiato la vita per passare attraverso i muri, pur rendendosi conto che lo faceva con molta parsimonia ed attenzione, e non con tutti. Questo chiaramente non gli dava quella giusta visibilità che meritava e veniva giudicato per quello che faceva apparire, e non per quello che effettivamente era.

Rol aveva avversari che non accettavano  le sue doti se non come effetti illusori e artificiosi. Solo un’adeguata sperimentazione controllata da un prestigiatore esperto, e con opportuni strumenti,  avrebbe, secondo loro, garantito la veridicità dei fenomeni. Rol quindi avrebbe dovuto riprodurre su comando i suoi esperimenti, ma ciò gli era impossibile perché tutto quello che faceva era il prodotto di un impulso non controllabile razionalmente.

Egli si sentiva uno strumento di Dio, e soleva dire, con una metafora, che “non era la grondaia che convoglia l’acqua dal tetto che doveva essere analizzata, ma piuttosto l’acqua e le ragioni per le quali tale pioggia si manifestava”.

Fellini così disse di Rol:  “I giochi di Rol sono uno spettacolo tonificante per chiunque lo accosti con una vera disponibilità. Cioè con l’innocenza  di un bambino o con il sostegno di una scienza non rigida, aperta, che non si metta in conflitto con le forme inattese della verità.”


Gustavo Rol con la moglie Elna


Lettera a Tullio Regge

Significativa è la lettera scritta da Rol a Tullio Regge il 6 luglio del 1986, pubblicata su La Stampa, in risposta ad un articolo dello scienziato che metteva in dubbio  i suoi poteri:


“Illustre professor Regge, ho appena letto il suo articolo su La Stampa di oggi e sento vivo il desiderio di scriverle. Ho compreso il suo pensiero  e mi rallegro che lei, pur rimanendo scettico nei confronti  dei fenomeni paranormali, non escluda la possibilità di eseguire controlli e mantenere contatti  con chi crede a queste cose.  Se un giorno non le avessi mostrato alcuni miei modestissimi esperimenti, non mi sarei permesso di scriverle questa lettera. Ricordo come cercai di provarle che esistono fenomeni fuori dalla norma ove la materia stessa è chiamata in causa e non dipendono soltanto da una particolare predisposizione della psiche.(…) L’argomento dei suddetti fenomeni ha formato la ragione della mia vita e mi ha trovato costantemente in contatto con uomini di Scienza di tutti i campi, dalla Fisica alla Medicina, dalla Filosofia all’Arte. Ho chiesto loro di studiare queste cose e le assicuro che molti tentativi sono stati fatti, ma i risultati furono scarsi. Il rapporto della mente col meraviglioso è di una tale fragilità  che può scoraggiare anche lo scienziato più tenace. Lei invoca, a giusta ragione, controlli rigorosi ma chiede la presenza di “prestigiatori professionisti di alto calibro capaci di scoprire immediatamente qualsiasi trucco del ciarlatano di turno”. Io mi domando a che cosa servono queste persone nel caso specifico che il ciarlatano non esista. Quel rapporto della mente col meraviglioso al quale accennavo verrebbe immediatamente turbato col risultato facilmente intuibile: la distruzione in partenza dell’esperimento. Ricordo quale fu il mio stato d’animo quel giorno in cui, accendendo la televisione, udii un noto illusionista dichiarare con enfasi: “Venga qui Rol che io gli farò col trucco tutti  i suoi esperimenti!”. Lei ha veduto da me cose che ho definito modestissime  eppure affermo che nessun prestigiatore, anche il più capace sarebbe in grado di ripeterle.


Rol a Parigi nel 1927

Per chi mi conosce profondamente e sa come mi comporto e agisco, è comprensibile che questo tipo di controlli sia inutile, anzi inopportuno. Non un prestigiatore, ma un ricercatore è opportuno. Egli è portato a sostituire con l’interesse e la collaborazione ogni eventuale sua diffidenza.  Non è difficile comprendere ed ammettere che, nello sviluppo di una collaborazione, ogni forma di controllo, anche la più minuziosa, viene ad essere spontaneamente esercitata. La presenza poi di un ricercatore rotto a  queste esperienze offre la maggior garanzia ai  fini  di un risultato positivo. Va tenuto in considerazione che io agisco sempre d’impulso in uno stato d’animo che mi viene improvviso e che non so spiegare. E così ho sperato che fosse proprio la Scienza ad aiutarmi a riconoscere e codificare queste mie sensazioni che sono certo siano possedute da ogni uomo, e sarà la Scienza stessa a rivelare queste facoltà e promuoverle in tutti gli uomini  quando in futuro verrà un altro Rol a chiedere alla Scienza di farlo. Ma sarà un Rol ascoltato e compreso.  Io non sono un sensitivo né un medium e non ho mai voluto che si legasse il mio nome alla magia, allo spiritismo ed alla Parapsicologia. E’ sempre stata costante in me l’ansia di venire a capo di problemi che mi assillano; ho intravisto orizzonti ai quali la Scienza soltanto mi avrebbe consentito di accedere nell’istante medesimo che io avessi potuto ad essa indicarli. Purtroppo essendo avanti negli anni mi rimangono ben poche speranze di realizzare questa aspirazione  e ciò è motivo per me di immensa amarezza. Anche se nel passato ho concesso alcune interviste, perché non facendolo mi sembrava venir meno ad un obbligo di coscienza, ho sempre cercato di minimizzare queste cose e le confesso che più di una volta per il grande turbamento, ho cercato rifugio dietro lo scudo del dubbio ove mi sembra di essere simile agli altri uomini.  Anche se rispetto il di Lei scetticismo sul paranormale, mi creda, mi sono comportato verso di Lei come per un dovere: ho voluto mostrarle ciò che neppure ad uno scienziato della sua levatura è dato immaginare che esista in questo mondo e come la vita continui  poi in una dimensione  senza tempo, meravigliosa.”

In vita Gustavo Rol non è mai stato molto noto al grande pubblico perché non sopportava l’esibizionismo, né tantomeno la pubblicità. Solo dopo la sua morte, stanno emergendo innumerevoli testimonianze e libri scritti sulla sua opera che  lo assurgono come uno dei pochi personaggi illuminati che hanno concluso la loro vita prima dell’avvento del terzo millennio.


Danilo Tacchino è scrittore e poeta ed è stato docente di sociologia all'Università Popolare di Torino. Ha pubblicato numerosi volumi sul fenomeno UFO e su storia e folclore piemontese e ligure. È stato responsabile regionale del Centro Ufologico Nazionale (CUN) dal 1989 al 2000


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