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Inaugurata a Fiano la quercia dedicata a Giancarlo Barbadoro

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26 Giugno 2023
Il Sindaco di Fiano, con la fascia tricolore, ha aperto la cerimonia. Accanto a lui: Rosalba Nattero (presidente del Centro Studi Giancarlo Barbadoro), Antonello Micali (direttore del Risveglio), Andrea Nepote (Assessore alla Cultura) e Enrico Moriconi (consulente in etologia e benessere degli animali)
Il Sindaco di Fiano, con la fascia tricolore, ha aperto la cerimonia. Accanto a lui: Rosalba Nattero (presidente del Centro Studi Giancarlo Barbadoro), Antonello Micali (direttore del Risveglio), Andrea Nepote (Assessore alla Cultura) e Enrico Moriconi (consulente in etologia e benessere degli animali)

Domenica 4 giugno 2023, il sindaco di Fiano Torinese ha inaugurato la quercia e la targa dedicate a Giancarlo Barbadoro, teorico dell’ecospiritualità, poste nel giardino della biblioteca di Fiano. Alla cerimonia, condotta da Rosalba Nattero, hanno partecipato anche Antonello Micali, giornalista direttore de “il Risveglio” e Enrico Moriconi, già Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte.


Le verdi foglie della quercia si muovono, cullate da una brezza leggera nella luce primaverile. La quercia, albero sacro ai druidi, rappresenta forza, purezza e giustizia. “Quando noi non ci saremo più, quest’albero sarà ancora qui, a ricordare le opere straordinarie di una persona straordinaria come Giancarlo.” Dice Rosalba Nattero, concludendo il discorso d’introduzione della cerimonia. Ed è sicuramente un simbolo azzeccato, l’albero che cresce lentamente da un piccolo seme, fino a diventare alto e forte. Inamovibile parte dell’ambiente. Così è anche per i grandi sognatori, i filosofi, i pensatori in anticipo sul loro tempo – come era Giancarlo Barbadoro – allo stesso modo il seme delle loro idee cresce, si rafforza nel tempo, fino a cambiare il mondo in cui ha attecchito. Un processo che, si sa già, chi inizia non vedrà portato a compimento, così come noi non vedremo questa quercia al massimo del suo splendore, eppure è un seme che va comunque piantato. Il seme piantato da Barbadoro è l’ecospiritualità, un termine per definire l’indefinibile: quel rapporto armonico e mistico, ma basato sulla conoscenza diretta della Natura, tipico dei Popoli Naturali che lui e Nattero hanno a lungo frequentato, e al fianco dei quali hanno combattuto tante battaglie in difesa dei loro diritti e delle loro tradizioni.

 La cornamusa di Luca Colarelli ha aperto e chiuso la cerimonia
La cornamusa di Luca Colarelli ha aperto e chiuso la cerimonia

Nattero ricorda tutto questo nel discorso di introduzione, alla presenza dei numerosi partecipanti. La cerimonia è stata introdotta dalla cornamusa di Luca Colarelli che ha reso particolarmente suggestivo l’evento. Scrosciano gli applausi, ed è quindi il turno dell’intervento del Sindaco di Fiano, Luca Casale, che ricorda le tante attività culturali svolte da Barbadoro, proprio presso la Biblioteca, dove teneva corsi, conferenze, serate di meditazione che richiamavano sempre un folto pubblico. La palestra di Kemò-vad Sole Nero, da lui fondata e che ancora prosegue le sue attività presso la palestra della scuola media. L’impegno decennale per la diffusione di una mentalità antispecista e di rispetto per l’ambiente. Una grandissima eredità culturale che va ricordata e non può essere lasciata decadere. “Adesso tocca a voi portare avanti e realizzare il messaggio e gli insegnamenti di Barbadoro.” Conclude il sindaco, prima di svelare la targa posta sotto la quercia, che reca la scritta "Giancarlo Barbadoro – teorico dell’ecospiritualità".

“Giancarlo Barbadoro andrebbe inserito tra i grandi della storia”, a parlare è Antonello Micali, giornalista e direttore de “il Risveglio”, membro inoltre del Collegio dei Saggi del Centro Studi Giancarlo Barbadoro, fondato da Rosalba Nattero per portare avanti l’eredità culturale lasciata da Barbadoro. Un’eredità immensa, continua Micali, fatta di una cultura a tutto tondo, che non si limita a idee preconcette, ma procede con grande rigore. Una cultura aperta al dialogo, anche nel dissenso, un valore che si va sempre più perdendo nella società contemporanea dominata dalla frenesia isterica e aggressiva dei talk-show e dei social media.

Uno dei principali impegni e contributi nella vita di Barbadoro è stato certamente l’attivismo in favore degli animali, un impegno ricordato in tutti gli interventi, ma in particolare in quello di Enrico Moriconi, che nei tanti anni da Garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte, ha avuto modo di collaborare e conoscere da vicino il pensiero e l’attivismo di Barbadoro. “Ci ha lasciato un preziosissimo insegnamento etico e morale, in difesa di tutti gli esseri viventi, animali ma anche vegetali.” Nel suo intervento Moriconi ha ricordato l’importanza e l’unicità del messaggio di Giancarlo Barbadoro, incentrato sulla dignità intrinseca di ogni essere vivente, sull’intelligenza manifesta degli animali, sulla loro capacità senziente. Esseri con cui confrontarsi e da cui imparare, che sono i nostri compagni di viaggio sull’astronave Terra nella sua danza intorno al sole, nell’immenso vuoto siderale.

Il brindisi a Giancarlo Barbadoro
Il brindisi a Giancarlo Barbadoro

Un messaggio, quello animalista e antispecista, che Giancarlo Barbadoro è riuscito portare anche in altri continenti, nello specifico in Africa, dove ha dato il via a un’iniziativa storica: il rifugio per cani e gatti “Sauvons nos Animaux”, nella Repubblica Democratica del Congo, creato e portato avanti da Paterne Bushunju con l’aiuto, le idee e le indicazioni di Barbadoro. Un faro di speranza in uno dei paesi più poveri del mondo, dilaniato dalle guerre, che oltre ad aiutare gli animali aiuta la comunità locale, divulgando nel frattempo l’amore e il rispetto per gli animali. Proprio Paterne ha mandato un toccante messaggio scritto per l’occasione, di cui possiamo citare un estratto:

Una volta mi disse: 'La nostra società sarebbe molto triste se l'uniformità avesse la forza di diventare legge. La differenza ci arricchisce. Permette un dialogo fecondo. L'alterità offre alla conoscenza i tesori dell'ignoto da esplorare. Ci rende esseri culturali. È la sua bellezza.

So, poiché siete venuti oggi, che tutti avete a cuore giustamente questa comune preoccupazione di riaffermare che questi valori incarnati da Giancarlo Barbadoro meritano di essere difesi e che la violenza non ha posto in questo mondo, così come non ha senso la distruzione della natura.' ”

Una cerimonia ricca di messaggi, non solo per celebrare una persona straordinaria e le sue straordinarie opere, ma anche e soprattutto per ricordare e portare avanti le idee, rivoluzionarie nella loro semplicità, lasciate in eredità da Barbadoro. Idee, come l’ecospiritualità, destinate a cambiare il mondo nella loro diffusione, perché se ci sarà un futuro per l’umanità, questo dovrà passare necessariamente da una reintegrazione dell’uomo nella Natura, nell’ambiente da cui si è astratto. Idee che inevitabilmente sopravviveranno a noi, proprio come la quercia, se nutrite e fatte crescere con amore e determinazione.

Così come la cerimonia, anche questo articolo non può che terminare con una poesia di Giancarlo Barbadoro, dalla sua collezione di poesie, "Al di là della soglia".


L’universo vivente

di Giancarlo Barbadoro


Eravamo tutti là.

Non sapevamo ancora

che un giorno

saremmo esistiti.

La targa dedicata a Giancarlo Barbadoro
La targa dedicata a Giancarlo Barbadoro

Non potevamo saperlo.

Ma eravamo tutti là

in un momento infinito

all’inizio dell’universo.

Eravamo tutti là.

Insieme.

Con le immense montagne.

Con i profondi mari.

Con i futuri profumi

della primavera.

C’era già il mio volto

nello specchio dell’infinito.

C’era già il cielo di stelle

che avrei ammirato

chiedendomi chi ero.

C’eravamo tutti.

Eravamo tutti

una sola

unica cosa.

Eravamo tutti là

in un punto infinito

da cui sarebbe iniziata

la nostra esistenza.


www.giancarlobarbadoro.net
www.centrostudibarbadoro.it