Personaggi

Nelson Mandela, un esempio di ecospiritualità

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16 Dicembre 2013

Nelson Mandela negli ultimi giorni di lotta anti-apartheid

L'Africa e l'intera umanità piangono per una grande luce


Giovedì 5 dicembre 2013, Nelson Mandela, patriarca Sudafricano, l'eroe della lotta contro l'apartheid, ci ha lasciati.

L'Africa e l'umanità intera piangono per una grande luce che si è spenta.

Per noi ecospirituali, Nelson Mandela rappresenta per le generazioni attuali e future una fonte inesauribile di idee innovatrici.


Una vita combattuta per un’umanità unita

Nelson Rolihlahla Mandela, nasce il 18 luglio 1918 nell'antico Bantustan di Transkei, ad est della provincia del Capo Orientale. Suo padre, Gadla Henry Mphakanyiswa, era un leader dei Thembu, un sottogruppo dell'etnia Xhosa, la seconda per importanza, dopo gli Zulu. Ottiene una laurea in legge nel 1942 presso l'università di Witwatersrand di Johannesburg ed entra a far parte dell’ANC, African National Congress, il partito, al tempo moderato, della borghesia nera creato nel 1912.

Fonda, insieme ad Oliver Tambo, conosciuto all'università di Frot Hare, il primo studio di avvocati neri del Sudafrica. Nel 1944, insieme a Tambo e a Walter Sisulu, uomo d'affari di Johannesburg, fonda la Lega giovanile dell'ANC (Youth League), al fine di dinamizzare il movimento.

L'apartheid non è ancora “ufficiale”. Lo diventa nel 1948, con la salita al potere di Daniel Malan. Ma nel frattempo, i “giovani” della Youth League, Mandela e Tambo in testa, prendono la leadership dell'ANC. La lunga lotta ha inizio.

1950, manifestazione contro l'assassinio di 18 neri e contro la legge che bandisce il comunismo.


Nelson Mandela giovane, in abito tradizionale

1951, l'ANC lancia ufficialmente una Campagna di protesta contro le leggi inique.

1952, primo arresto e prima condanna a 9 mesi di prigione per Mandela, per non aver rispettato le leggi dell'apartheid e per comunismo. Viene infine messo in libertà vigilata. Nello stesso anno, diventa uno dei quattro vice-presidenti dell'ANC.

1955, un anno chiave: il 9 febbraio, il governo fa radere al suolo il quartiere di Sophiatown nella periferia di Johannesburg, considerato il focolare dei “ribelli anti-apartheid”. Gli abitanti sono deportati presso una nuova città, Soweto. A giugno, in congresso, l'ANC adotta la sua Carta della libertà, manifesto politico anti-apartheid.

5 dicembre 1956, Mandela e 150 suoi compagni sono accusati di tradimento (un crimine sanzionabile con la pena di morte), ma vengono tutti assolti al termine di un processo fiume, nel 1961.

Nel frattempo, il 21 marzo 1960, ha avuto luogo il massacro di Sarpeville. La polizia sudafricana spara sui manifestanti: 79 morti. L'ANC e il congresso panafricano vengono banditi dalle autorità.

Dopo Sharpeville, l'ANC e Mandela abbandonano la non-violenza e fondano un'organizzazione militare, Umkhonto we Sizwe (Lancia della Nazione), per guidare la lotta armata contro il potere.

Mandela è nuovamente arrestato nel 1962, di ritorno da un viaggio all'estero. Viene condannato a cinque anni di prigione per incitamento allo sciopero e per spostamento illegale.

1963, Mandela è questa volta incolpato, insieme ad altri leader, di sabotaggio, tradimento e complotto. Nel maggio del 1964 si apre il processo: “Ho condannato il razzismo per tutta la mia vita, lo combatto oggi e lo combatterò fino al mio ultimo respiro”, dichiara Mandela, che viene condannato insieme a sette compagni alla prigione a vita. Passa quindi 17 anni nella prigione dell'Isola di Robben, al largo di Città del Capo, dove contrae la tubercolosi.

Nel 1982 viene trasferito nella prigione di Pollsmoor. Nel corso dei suoi anni di detenzione, ha sempre rifiutato di essere liberato in cambio della rinuncia pubblica alla lotta contro l'apartheid.

Nel 1986 comincia una serie di incontri con le autorità, fino a quello con il presidente Pieter Botha in persona, il 5 luglio 1989.


Il gesto del trionfo sull’apartheid

A partire dal 1988, è stato posto agli arresti domiciliari, nei pressi della prigione Victor Verster di Paarl.

La libertà arriva infine l'11 febbraio 1990. L'ANC e il partito comunista vengono legalizzati. Mandela ha trascorso 27 anni e 190 giorni in detenzione.

Viene eletto presidente dell'ANC nel 1991 e riceve il Premio Nobel per la pace, insieme al presidente De Klerk, l'ultimo presidente bianco del Sudafrica, nel 1993.

Diventa il primo presidente nero eletto dal Parlamento dopo le elezioni generali multirazziali e multi-partito del 27 aprile 1994, contraddistinte da una vittoria schiacciante da parte dell'ANC.

Viene investito della carica di “presidente” il 10 maggio dello stesso anno, davanti ad un pubblico di 150mila persone e 5mila invitati, tra cui 42 capi di Stato.

Lascia la presidenza dell'ANC nel 1997, per lasciare il passo a colui che gli succederà come capo di Stato nel 1999: Thabo Mbeki.

Libero dagli impegni politici, crea nel 1999 la Fondazione Nelson Mandela. Ma saprà mantenere il suo carisma e la sua importanza, anche dopo essersi ritirato dagli affari ufficiali. Nel gennaio del 2003, in un discroso all'International Women's Forum, si oppone fermamente all'attacco da parte di Stati Uniti e Regno Unito contro l'Iraq, avvenuto senza l'approvazione delle Nazioni Unite, accusando George W. Bush di voler “far precipitare il mondo in un olocausto”.

Dopo aver annunciato pubblicamente, il 6 gennaio 2005, la morte del figlio (Makgatho Mandela, a 54 anni) a causa dell'AIDS, si lancia nella lotta contro questa malattia: “Non dobbiamo nascondere la causa della morte dei nostri familiari, che noi rispettiamo, perché è l'unico modo possibile per far comprendere alla popolazione che l'AIDS è una malattia comune. È per questo che oggi vi abbiamo fatto venire qui, per annunciare che mio figlio è morto di AIDS” dichiara. Con questo gesto dimostra che è tempo di infrangere il tabù esistente intorno a questa malattia in molti Paesi.

Nelson Mandela si spegne all'età di 95 anni, presso la sua casa di Johannesburg, il 5 dicembre 2013. I funerali hanno luogo dieci giorni più tardi, il 15 dicembre a Qunu.


Qualche citazione dell'eroe da ricordare

“Un uomo che priva un altro uomo della sua libertà è prigioniero dell'odio, dei pregiudizi e della ristrettezza mentale.”

Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà, 1994


Nelson Mandela fu anche un grande attivista nella lotta contro l’AIDS


“Non posso essere veramente libero se privo qualcun altro della sua libertà. L'oppresso e l'oppressore sono entrambi privati della loro umanità.”

Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà, 1994


“Nessuno di noi, agendo da solo, può raggiungere alcun successo.”

Nelson Mandela, Estratto dal Discorso d'investimento – 10 maggio 1994


“È difficile spiegare a qualcuno di mentalità ristretta, che essere “educati” non significa solamente saper leggere e scrivere e avere un diploma, ma che al contrario un illetterato può essere un elettore ben più “educato” di un laureato.”

Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà, 1994


“Essere liberi, non significa solamente liberarsi delle proprie catene; significa vivere rispettando e rinforzando la libertà degli altri.”

Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà, 1994


Omaggio della missione dell'ecospiritualità dell'Africa dell'Ovest


Nelson Mandela, l'Africa ti deve la coabitazione e la fratellanza tra nero e bianco.

Possa la tua lotta per la pace e la giustizia ispirare molti leader sulla superficie del pianeta, per costruire un'umanità molto più solidale e rigogliosa.

Invitiamo gli uomini che amano la giustizia e la pace, ad osservare 95 secondi di silenzio per onorare la memoria dell'illustre scomparso.


Il Re è morto, viva il Re. Grazie per questo gesto.


Ange Yvon Hounkonnou, divulgatore dell’Ecospiritualità per l’Africa dell’Ovest e presidente della Ecospirituality Foundation Benin



 

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