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Zatopek, la locomotiva umana

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07 Giugno 2011

Il nuovo libro di Marco Franzelli


Alzi la mano chi, nel mondo dell’atletica leggera, non ha mai sentito parlare di Emil Zatopek. Chi ha seguito la disciplina regina degli sport non può non ricordare un atleta che con la sua straordinaria potenza e un volto che spesso la fatica deformava ha saputo entrare nella storia grazie alle sue imprese e record indimenticabili.

La sua storia è raccolta nel volume “Zatopek la locomotiva umana” scritto da Marco Franzelli. Il giornalista romano, voce storica dello sport televisivo, racconta la straordinaria vita di un uomo che da operaio in una fabbrica di scarpe nella Cecoslovacchia ante seconda guerra mondiale scopre per caso la passione per la corsa.

La vita di Zatopek è una di quelle belle da raccontare. Con la sua corsa instancabile e il suo stile unico, il ceco ha sempre avuto la meglio sui suoi avversari grazie alla tenacia con cui sapeva attendere il momento giusto per aumentare il ritmo e attaccare.


Emil Zatopek

Marco Franzelli snocciola con minuziosa precisione le grandi imprese di un atleta che dalle prime vittorie nelle gare amatoriali è riuscito a mettere a segno la prima tripletta olimpica vincendo l’oro nei 5mila, 10mila e nella Maratona ad Helsinki nel 1952. Quattro anni prima, nell’Olimpiade di Londra, salì sul podio vincendo i 10mila e l’argento nei 5mila.

A causa del suo ansimare durante la gara, Zatopek venne soprannominato “la locomotiva umana” e questa caratteristica fu, per tutta la carriera, il suo unico marchio di fabbrica.

Per tre Olimpiadi consecutive, gli appassionati hanno vissuto la rivalità sportiva tra il ceco e il francese Alain Mimoun. A Londra il francese dovette accontentarsi della medaglia d’argento nei 10mila e la sua prima medaglia importante la ottenne nella Maratona di Melbourne nel 1956 quando Zatopek arrivò sesto.

“Zatopek la locomotiva umana” è un racconto di sport che è anche una galoppata nella storia del Novecento: l’occupazione della Cecoslovacchia, le speranze del dopoguerra, il gelo della Guerra Fredda, i giorni della Primavera di Praga, che videro Zatopek prendere coraggiosamente posizione in difesa della democrazia. Sullo sfondo di questi avvenimenti la vincenda del grande atleta si impone come esempio tanto nelle clamorose vittorie quanto nelle sconfitte, restituendo allo sport il senso più alto di formidabile scuola di vita.


 

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