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La Mitica Città di Rama

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06 Giugno 2013

Al Salone Internazionale del Libro di Torino Nattero e Barbadoro hanno presentato il loro ultimo libro, edito da Keltia Editrice, un viaggio nelle radici celtiche del Piemonte sulle tracce del Mito della Città di Rama, la cui esistenza storica sembra essere confermata da nuove importanti scoperte archeologiche


Da sempre i popoli autoctoni del pianeta conservano un bagaglio culturale fatto di miti, leggende usanze e riti. Spesso questi racconti allegorici, che vengono trasmessi in seno alle scuole sciamaniche, rivelano dei profondi insegnamenti spirituali. Alcune di queste leggende raccontano invece precisi eventi storici, che hanno profondamente influenzato la storia dell'umanità. Questo avviene ovviamente anche in Europa; in Piemonte, ad esempio, le “Famiglie Celtiche” tramandano di generazione in generazione la leggenda della mitica Città di Rama. La leggenda narra che un Dio anticamente scese sulla Terra. Le sue reliquie furono conservate nel Tempio del Fuoco sulle falde della Montagna Sacra. Intorno a quel tempio fu edificata la Città di Rama: una città ciclopica protetta da un mitico Drago che dimorava all'interno di un cromlech, un cerchio di pietre. A più riprese eroi leggendari ampliarono la città ed estesero il suo potere, ma la vera grandezza di Rama era quella di custodire l'antica conoscenza: lo Shan, l'arcaico nome del Graal; una luce che si irradiò per tutta la Terra e fu la base del sapere dei druidi del tempo. I millenni la cancellarono, ma la conoscenza che custodiva è ancora viva nelle tradizioni dei popoli di tutta la Terra.

Fino a qui la leggenda. Ma Nattero e Barbadoro, i ricercatori autori del libro, seguendo questo mito e interpretandolo come un preciso indizio storico, hanno intrapreso una ricerca che li ha infine portati, come dei moderni Schliemann, a scoprire una serie di importanti siti megalitici (tra cui addirittura le mura ciclopiche della mitica città) che sembrano confermare la narrazione della leggenda. Il libro “La Mitica Città di Rama” raccoglie e cataloga una lunghissima serie di siti megalitici riconducibili alla leggendaria città, che il mito colloca nell'odierna Val Susa. Questa rassegna include dolmen, allineamenti di menhir e una lunga serie di coppelle votive e ruote solari, che confermano l'esistenza nel territorio di un'antica religione solare, in cui il simbolismo della ruota forata era rivestito di una valenza sacra.

Un simbolismo che l'arte megalitica interpreta attraverso la costruzione di imponenti cromlech, dei veri e propri cerchi di pietre costruiti secondo un preciso simbolismo; luoghi ritenuti sacri e improntati allo studio delle scienze, soprattutto l'astronomia. Seguendo questi parametri è stato costruito su progetto di Barbadoro, co-autore del libro, lo stone circle di Dreamland, proprio per testimoniare le radici celtiche del territorio e mantenere al tempo stesso un legame con la cultura megalitica, presente in tutto il mondo e in maniera particolarmente numerosa in Piemonte. Questa regione emerge infatti dalla ricerca attuata ne “La Mitica Città di Rama” come un territorio ricchissimo di megaliti, di cui però è spesso ignorata l'esistenza. La storia pre-romana di queste terre viene infatti troppo spesso insabbiata, a mezzo di una vera e propria cover-up attenta e metodica. Nattero e Barbadoro con il loro libro hanno il merito di svelare questo lato nascosto che rivela le origini celtiche non solo del Piemonte ma dell'intera Europa.

L'indagine degli autori, non si limita infatti ad una concreta ricerca sul campo e sul territorio, dove la leggenda colloca la mitica città di Rama, ma spazia sull'intero continente analizzando miti, leggende e reperti storici raccolti nell'intero continente. Si articola quindi un viaggio, all'interno del cuore culturale che definisce e unifica le varie popolazioni definite come celtiche, da cui emerge uno scenario che sembra sempre più confermare l'effettiva esistenza storica della città di Rama. Dal mito di Fetonte, antico Dio che nella mitologia greca precipita nell'Eridano, l'odierno Po, al simbolismo del Graal, che molti ricercatori collocherebbero proprio nella vicina Torino. Si snoda, attraverso testimonianze e documenti storici, una storia che collega i tempi del mito ai giorni nostri: partendo dal mito di Fetonte, e la successiva edificazione della Prima Rama (“La Città del Sole”), passando per l'antica civiltà del bacino fertile del Mar Nero, scomparsa tragicamente intorno al 10.000 a.C. a causa della tracimazione delle acque del Mediterraneo. Da qui avrebbe inizio l'esodo dei cosiddetti “Popoli del Mare” o “Pelasgi”, la cui presenza è testimoniata da numerosissimi racconti e documenti storici, a cui è attribuita l'espansione della città di Rama, che grazie a loro avrebbe raggiunto la sua massima estensione, meritandosi l'appellativo di “Città del Drago”.

Si arriva quindi alle conquiste Etrusche del 600 a.C. e Romane del 200 a.C., che distrussero definitivamente la città megalitica. Ma lo spirito della “Città del Drago” è sopravvissuto nel tempo, attraverso le popolazioni che hanno continuato e continuano ad abitare la zona, mantenendo viva la cultura celtica, lasciando tracce storiche evidenti come la presenza Templare nelle Valli di Lanzo (attigue alla Val Susa) o le tristi vicissitudini dei Catari. Lo spirito e le radici celtiche del Piemonte e dell'Europa sono oggi mantenute vive dalle Famiglie Celtiche e dalle consorterie druidiche che ancora custodiscono l'antica tradizione.

“La Mitica Città di Rama” è una scoperta continua, Nattero e Barbadoro ci accompagnano in un mondo invisibile, nascosto all'ombra dello status quo imposto dalla società maggioritaria e dalle grandi religioni storiche. Un mondo che non può non lasciarci incuriositi, stupefatti e vogliosi di raccogliere gli indizi che ci circondano, raccontandoci una storia antica e spesso dimenticata. La storia delle nostre origini.


La Mitica Città di Rama

Radici dell’Europa celtica nel Piemonte megalitico

di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero

Keltia Editrice

www.keltia.it

 

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