Sciamanesimo

Il Progetto Dreamtime: una risposta alla crisi sociale del momento

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25 Marzo 2020
Antica statuetta vichinga (600 a.C.) raffigurante un uomo in meditazione
Antica statuetta vichinga (600 a.C.) raffigurante un uomo in meditazione

La meditazione, uno strumento per affrontare il periodo difficile come quello che sta attraversando oggi il mondo. L’eredità di un grande pensatore


Il “Progetto Dreamtime” prende nome e ispirazione dall’identità culturale, sociale e spirituale dei Popoli naturali da essi manifestata nel loro rapporto pragmatico e mistico nei confronti della Natura.

Dreamtime è il nome della Natura nel suo contesto globale, conosciuto come lo Yemurraki, il “Tempo del Sogno” degli Aborigeni australiani, il Wakan Tanka dei Nativi nordamericani, il Mbog dei Nativi africani, lo Shan degli antichi popoli autoctoni europei.

Shan è peraltro anche l’antico nome del Graal, una dimensione di conoscenza comune a tutti i Popoli naturali anche se definita con termini diversi.

Il progetto si occupa dello studio e della sperimentazione del fenomeno degli stati percettivi di coscienza e della natura del fenomeno trascendente con cui essi si relazionano e interagiscono.

In particolare prende in esame l’esperienza che i Popoli naturali hanno sviluppato in seno alla loro cultura per osservare e sperimentare la qualità di interazione che essi hanno con il piano fenomenico e mistico dell’esistenza.

Nell’ambito delle proprie finalità, intende verificare l’esperienza del “mondo reale”, suggerita dai Popoli naturali nell’attuazione del silenzio interiore, a mezzo di specifiche metodologie che portano alla realizzazione di “stati percettivi di coscienza non ordinari”, cioè non riferibili al piano dell’esperienza ordinaria, che consentano di sperimentare la qualità fenomenica del piano reale dell’esistenza e le sue eventuali implicazioni creative e mistiche.

La conoscenza del mondo reale si mostra come una nuova frontiera di ricerca antropologica il cui studio coinvolge la cosmologia e l’anima più profonda delle culture dei popoli del pianeta che si evidenzia propriamente in quelle dei Popoli naturali o cosidetti popoli nativi.

Esperienza di ricerca che non appartiene solamente ai Popoli naturali, ma che è in parte condivisa anche dalle grandi religioni storiche del pianeta e che sembra suscitare interesse e suggestioni da parte di ogni individuo.

Giancarlo Barbadoro, scomparso nell’agosto 2019, è stato definito “teorico dell’ecospiritualità”. Autore del Progetto Dreamtime, aveva previsto tempi bui per la storia dell’umanità, per la Terra e tutti gli esseri senzienti. Ha lasciato in eredità il vasto bagaglio della tradizione dello sciamanesimo druidico di cui era esponente. Ora i suoi progetti sono portati avanti dai suoi collaboratori più stretti i quali vedono nell’ecospiritualità una risposta per questo difficile momento storico.
Giancarlo Barbadoro, scomparso nell’agosto 2019, è stato definito “teorico dell’ecospiritualità”. Autore del Progetto Dreamtime, aveva previsto tempi bui per la storia dell’umanità, per la Terra e tutti gli esseri senzienti. Ha lasciato in eredità il vasto bagaglio della tradizione dello sciamanesimo druidico di cui era esponente. Ora i suoi progetti sono portati avanti dai suoi collaboratori più stretti i quali vedono nell’ecospiritualità una risposta per questo difficile momento storico

I Popoli naturali concepiscono in merito l’identificazione di tre mondi con cui si relaziona ciascun individuo: 1) un mondo che si può definire di natura virtuale e appartenente alla soggettività immaginativa e speculativa del singolo individuo, 2) un altro, relativo alla percezione comune della materia che consente l’interazione tra tutti gli esseri viventi e per questo definibile come “mondo primario”, 3) infine, un piano di esistenza oggettiva, definita come “mondo reale”, che si trova al di là delle apparenze sensoriali e ad ogni rappresentazione soggettiva.

Un piano fenomenico che dà origine agli altri due mondi e a cui essi dipendono in ogni loro manifestazione. È pratica comune nella cultura dei Popoli naturali la ricerca della percezione di questo “mondo reale” per una personale esperienza di equilibrio interiore e di partecipazione al senso reale dell’esistenza.

Il progetto ha identificato nella meditazione un antico laboratorio di trascendenza, utilizzato da millenni dai Popoli naturali di ogni tempo e di ogni possibile latitudine geografica: dagli antichi druidi del celtismo nord europeo alle attuali popolazioni native del Nord America. Per questo motivo essa viene utilizzata come strumento di ricerca nel campo della sperimentazione degli “stati percettivi di coscienza non ordinari” e come oggetto di comparazione dei risultati.

Nello sviluppo della ricerca sul piano del mondo reale, prende quindi a riferimento antropologico la cultura dei Nativi europei, anch’essi espressione dei Popoli naturali del pianeta. Una cultura che ha sviluppato importanti conoscenze nell’ambito della meditazione.

In particolare, il progetto prende a riferimento il “Tai Shan”, ovvero il “Libro della Natura” dell’antico druidismo.


Il Tai Shan, il Libro della Natura

Il Tai Shan non è una idealizzazione filosofica dell’esistenza scaturita dalla speculazione di un qualche pensiero, ma rappresenta un atto di constatazione osservativa e pragmatica della manifestazione dell’esistenza e di come l’individuo interagisce con essa in maniera funzionale con il fine di realizzare benessere e conoscenza.

Il Tai Shan rappresenta una sorta di evento osservativo che porta a scorgere nell’esistenza un messaggio di armonia e a comprendere che negare questa armonia significa vivere nel disagio e anche nella sofferenza prodotta dall’opposizione egocentrica al fluire della Natura. Porta a constatare che viviamo in una esistenza immateriale che ci coinvolge nella logica fenomenica della sua natura. Basti pensare a come siamo nati e a come immancabilmente nostro malgrado, al di là di ogni nostra aspettativa, moriremo. Un fenomeno che ci pone di fronte a un Mistero mistico e che ci apre alla possibilità di una evoluzione spirituale nell’occasione in cui entriamo in sintonia con questo stesso mistero.

Il dio celtico Cernunno in meditazione. Dal calderone di Gundestrup del II sec. a.C.
Il dio celtico Cernunno in meditazione. Dal calderone di Gundestrup del II sec. a.C.

Una qualità di esistenza che il druidismo definiva con il termine di Shan, che manifestava la qualità di “Vuoto”, ovvero una realtà che si rivelava priva di ogni possibile attribuzione concettuale. Una qualità di esistenza percepibile solamente attraverso la diretta esperienza di ogni individuo.

Il Tai Shan avanza il problema esperienziale causato dall’ingerenza della mente nella sfera delle potenzialità dell’Io consapevole che portano ad una realtà fittizia basata sulla rappresentazione sensoriale e immaginativa.

L’antico testo propone, in conclusione, la possibilità di andare al di là della mente attraverso la pratica della meditazione, per realizzare l’esperienza del silenzio interiore con cui attuare una sintonia esperienziale con il Mistero mistico che dà senso all’esistenza dell’individuo e dell’universo. Per realizzare così una partecipazione alla logica dell’armonia propria dello Shan e portare l’Io consapevole alla sua completezza spirituale.

Il Tai Shan rappresenta pertanto uno strumento di riferimento per il Progetto Dreamtime con cui si confronta e utilizza gli strumenti esperienziali messi a disposizione dall’antica e collaudata esperienza dei Popoli naturali da sempre in un rapporto pragmatico e mistico con la Natura.


Che cos’è la meditazione

La meditazione è l’interpretazione dell’esperienza del Silenzio interiore in cui si manifesta l’essenza reale e mistica dell’esistenza. Un’esperienza che si fonda sull’interpretazione, personale e sperimentabile, di un archetipo evolutivo che si manifesta spontaneamente in natura. E’ un laboratorio di esperienze in cui si possono sviluppare le potenzialità introspettive e creative offerte dal Silenzio. Potenzialità che consentono di ritrovare se stessi, di trovare la propria armonia interiore e di realizzare progressivi stati percettivi superiori di coscienza con cui poter entrare in sintonia con il mistero che anima l’universo.

La meditazione consente ad ogni individuo di stabilire un rapporto armonico con l’esistenza da cui trarre vantaggio per migliorare la propria condizione umana, sia sul piano personale che sociale e metafisico. È un’azione di partecipazione alla natura reale dell’esistenza. Rappresenta un atto di poesia interiore ed è fonte di energia creativa che può essere rivolta verso se stessi, verso il prossimo e verso il senso della vita in genere.

Meditazione con la Nah sinnar, la Musica del Vuoto dell’antico druidismo, eseguita al flauto da Giancarlo Barbadoro nel cerchio di pietre di Dreamland, Piemonte
Meditazione con la Nah sinnar, la Musica del Vuoto dell’antico druidismo, eseguita al flauto da Giancarlo Barbadoro nel cerchio di pietre di Dreamland, Piemonte

Un’antica esperienza praticata, nelle sue più svariate forme, da tutti i Popoli naturali che comporta l’esperienza evolutiva per l’individuo che scopre se stesso e si relaziona con la natura reale dell’esistenza. È praticata dagli aborigeni australiani, dai Nativi americani. Era praticata dagli antichi egizi, dal Popolo del Libro di cui oggi ci rimane ancora l’esoterismo dell’Albero Sephirotico ebraico.

Era conosciuta anche presso gli antichi Celti a mezzo della quale i druidi insegnavano i segreti dell’Yggdrasil, l’albero cosmico della vita simboleggiante l’evoluzione che si manifesta nella Natura. Essi integravano questa esperienza con un complesso e preciso schema cosmologico che si riassumeva nel concetto di Shan, la raltà immateriale e mistica dell’esistenza.

La meditazione è un importante riferimento per l’esperienza ecospirituale, avvicina alla comprensione e al rispetto della natura e della vita, sotto ogni forma con cui essa si può manifestare, ispira all’equilibrio con l’ambiente e alla libera ricerca al di là di ogni possibile limite posto dai dogmi e dalle ideologie di parte.

In definitiva, la meditazione è innanzitutto uno strumento di benessere e di conoscenza che ogni individuo può usare in misura delle sue necessità per comprendere meglio se stesso e vivere idoneamente il proprio rapporto con gli altri.


L’esperienza reale dello Shan per trovare benessere e conoscenza

Noi esistiamo e siamo parte di un evento fenomenico che ci dà la possibilità di esistere.

L’esistenza è l’ambiente in cui nasciamo, viviamo le nostre vicende e poi moriamo. È la Natura in cui identifichiamo ciò che ci circonda.

Ma la qualità intrinseca della Natura non è solo al di fuori di noi. L’esistenza è anche la consapevolezza e la percezione del Mistero mistico che è colta dall’attenzione dei filosofi.

In definitiva noi stessi siamo parte dell’esistenza. Siamo l’esistenza.

Gli antichi druidi definivano la Natura con il termine di Shan, concetto con cui definivano l’immaterialità della sua essenza, che non poteva essere definita in alcun modo, poiché più si cercava di inscriverla in una rappresentazione concettuale, più ci si allontanava dalla sua diretta esperienza. Un termine che identificava anche il Vuoto, un “vuoto” che significava l’assenza di tutti i possibili attributi concettuali.

La meditazione planetaria del martedì, promossa già negli anni ’80 da Giancarlo Barbadoro
La meditazione planetaria del martedì, promossa già negli anni ’80 da Giancarlo Barbadoro

Il Vuoto rappresenta la realtà del senso della nostra esistenza. L’universo stesso è nato da questa proprietà fenomenica attraverso il processo riconosciuto nel Big bang che ancora oggi continua a esistere nella dimensione di Vuoto che lo ha generato e che gli fa da supporto.

Tutta la vita dell’individuo, come quella dell’universo, sembra essere sottesa alla logica fenomenica dello Shan. Tutto ciò che segue questa logica porta al benessere e a una inestimabile conoscenza di sé e delle cose. Contrastarla con le proprie convinzioni personali soggettive porta inevitabilmente all’ignoranza, al disagio e alla sofferenza.


Natura e mistica del Silenzio

Al di là dei valori religiosi e delle varie interpretazioni che vengono date all’esistenza, essa si manifesta in ultima analisi come un atto di pura essenza, esaustiva a se stessa, che non esprime altro che il suo stato d’essere. Sono gli individui che la colmano di emozioni e di aspettative. Ma essa è un bagliore che attraversa l’eternità e nient’altro. È uno stato d’essere della Natura che non può essere altro che quello che è. Solo mettendo a tacere le nostre interpretazioni possiamo entrare al cospetto della vera natura dell’esistenza.

Si può dire che solamente nel silenzio possiamo cogliere la natura con cui essa si manifesta.

Non potrebbe essere altrimenti. L’esistenza è come la roccia di una montagna che si mostra nella trasparenza delle vette. C’è e basta. Come la montagna, l’esistenza si mostra nel suo silenzio manifesto e si fa abbracciare dallo sguardo interiore.

Ma il Silenzio della Natura non è muto. Il suo è un Silenzio fragoroso, capace di poesia e allegria, ma che parla soprattutto di una conoscenza immensa al di là della portata ordinaria dell’individuo.

Un silenzio che dobbiamo necessariamente realizzare in noi stessi per poter entrare naturalmente in sintonia con l’essenza dell’esistenza e godere del benessere e della conoscenza che essa può concedere.


La coscienza e i suoi stati superiori

Il cervello è un organo particolare che produce il nostro senso ordinario di esistenza. Per una parte raccogliendo i dati sensoriali da uno specifico e limitato spettro percettivo della Natura e per l’altra creando in seno alla sua struttura neuronale un mondo olografico che è il riflesso distorto e incompleto di ciò che esiste realmente.

Noi siamo gli spettatori di questa rappresentazione olografica. È difficile dire che cosa sia e che cosa rappresenti questo essere noi.

Incisione medievale raffigurante l’uomo che esce dall’universo conosciuto
Incisione medievale raffigurante l’uomo che esce dall’universo conosciuto

Dalla sua nascita, poco alla volta, l’individuo si trova a prendere confidenza con la dimensione in cui si trova e poco alla volta prende sempre più consapevolezza della propria identità, del suo io che rappresenta la più intima percezione di sé che può cogliere, al di là delle emozioni e dei pensieri.

Un io che nella sua completa percezione diviene un ente trasparente, non più rapportabile a forme e concetti conosciuti in altre precedenti esperienze. Una sorta di diamante cristallino, totalmente trasparente che non può rilevare la sua forma, ma che pur ha consapevolezza di esistere. Quello che i Popoli naturali identificano nel concetto di coscienza o spirito.

Quando questa consapevolezza diventa capace di fare esperienza cosciente nell’ambiente in cui vive e estende la sua percezione al piano fenomenico di esistenza che gli consente di esistere, essa comincia a sviluppare piani di consapevolezza che trascendono le apparenze sensoriali e giungono a piani superiori di coscienza.

Sino ad entrare in sintonia con la natura immateriale dello Shan, con il Mistero che l’anima.

Non c’è differenza tra l’esperienza che è possibile vivere nella dimensione della meditazione e la natura reale dello Shan, la qualità immateriale dell’esistenza concepita dall’antico druidismo. Il druidismo non distingueva tra lo Shan inteso come esistenza e lo Shan inteso come meditazione. Entrambe le esperienze di riferimento possedevano la stessa attribuzione nella condivisione delle proprietà del Silenzio.


Andare al di là della mente per vivere il senso reale dell’esistenza

Noi mediamo la nostra partecipazione allo Shan attraverso i sensi che ci consentono un’esperienza limitata dell’esistenza. Nasce così la percezione dell’universo, e quindi della materia in cui questo si identifica, senza essere in grado di vedere la reale qualità esistenziale, il Vuoto, da cui il tutto ha avuto origine e esiste tuttora.

Uno degli album di musica per meditazione di Giancarlo Barbadoro. L’autore aveva appreso la Nah Sinnar, o Musica del Vuoto, che eseguiva al flauto o alle tastiere, dalle consorterie druidiche della Foresta di Brocéliande (Bretagna) ed aveva preso l’impegno di divulgarla come utile strumento per intraprendere la pratica della meditazione.
Uno degli album di musica per meditazione di Giancarlo Barbadoro. L’autore aveva appreso la Nah Sinnar, o Musica del Vuoto, che eseguiva al flauto o alle tastiere, dalle consorterie druidiche della Foresta di Brocéliande (Bretagna) ed aveva preso l’impegno di divulgarla come utile strumento per intraprendere la pratica della meditazione.

Su questa percezione limitata del Vuoto si basa quindi l’attività della mente, una forma di funzione astratta del cervello, che dà forma alle nostre esperienze quotidiane, alle nostre convinzioni personali e al senso stesso dell’esistenza che stiamo vivendo.

La mente è lo specchio inconsapevole e imperfetto dell’esistenza che ci è proposta dalla limitatezza dei sensi. Su questa base si formano dottrine filosofiche, religioni e comportamenti individuali.

La mente per molti rappresenta una dimensione importante poiché spesso accade che lo stato di consapevolezza individuale, quello definito dai Popoli naturali come Spirito, viene a confondersi con l’esperienza che essa manifesta. In questo caso trovano pertanto valori come i sentimenti, i ricordi, le morali comportamentali, le ideologie e le forti emozioni. Esperienze che in realtà sono soggettive e che dipendono solamente dalle funzioni della mente. Esperienze basate sulla limitazione egotica del cervello, essenzialmente fonte di sofferenza, di disturbo esistenziale e di conflittualità con gli altri.


La meditazione planetaria del martedì

A coloro che intendono intraprendere la pratica della meditazione si consiglia di prendere a riferimento l’incontro comune della “Meditazione Planetaria del Martedì” che riunisce in un cerchio ideale genti di ogni paese e di ogni orientamento culturale in un’unica sinergia spirituale planetaria. L’appuntamento della meditazione planetaria ha luogo ogni martedì alle ore 21 (ore 20 di Greenwich).

L’iniziativa è stata promossa nel 1986 dal New Earth Circle, una organizzazione morale di natura internazionale che è nata spontaneamente ad opera di vari esponenti della cultura della meditazione di tutto il pianeta, riunitisi appunto in un martedì, in Scozia nelle Highlands per un importante incontro spirituale che ha dato origine all’iniziativa. Per la sua portata esperienziale e morale l’iniziativa è stata quindi adottata dalla Ecospirituality Foundation che ne fa oggi un importante strumento di conoscenza e di divulgazione della meditazione.


www.giancarlobarbadoro.net

 

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