Scienze

CERN: 60 anni di Scienza per la Pace

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11 Settembre 2014

La grande struttura del “Globe of Science and Innovation” che accoglie i visitatori all’ingresso del CERN di Ginevra

Il più grande laboratorio del mondo di fisica delle particelle celebra il suo anniversario con un mese di eventi internazionali


Lunedì 1° settembre presso il Club Suisse de la Presse di Ginevra ha avuto luogo la conferenza stampa internazionale per la celebrazione dei 60 anni del CERN. Il 29 settembre 2014 saranno infatti 60 anni precisi dalla sua fondazione, avvenuta il 29 settembre del 1954. Il CERN celebra questo anniversario con un mese denso di eventi che avrà il suo culmine nella cerimonia ufficiale del 29 settembre a cui parteciperanno i rappresentanti di tutti i 21 Stati membri.

L’incontro era presieduto da Rolf-Dieter Heuer, direttore generale del CERN di Ginevra, affiancato da Arnaud Marsollier, capo dell’ufficio stampa e Sascha Schmeling, coordinatore delle manifestazioni per i 60 anni del CERN.

Alla conferenza stampa erano invitati giornalisti di media internazionali tra cui Shan Newspaper.

Il CERN è stato fondato dopo la Seconda Guerra Mondiale da un gruppo di pionieristici scienziati europei che videro l'opportunità di costruire un laboratorio internazionale per la ricerca fondamentale che unisse le Nazioni attraverso la Scienza. Oggi il CERN conta 21 Stati Membri e molti altri Paesi da il tutto il mondo partecipano al suo programma di ricerca. Ora, dopo 60 anni dalla sua fondazione, nel 2014 il CERN celebra 60 anni di Scienza per la Pace.

Il direttore Rolf-Dieter Heuer in conferenza stampa, visibilmente orgoglioso del traguardo che si sta festeggiando, ha detto:


La conferenza stampa al Club Suisse de la Presse di Ginevra presieduta dal direttore generale del CERN Rolf-Dieter Heuer affiancato da Arnaud Marsollier, capo dell’ufficio stampa e Sascha Schmeling, coordinatore delle manifestazioni per i 60 anni del CERN

“Potreste chiedervi perché stiamo celebrando i 60 anni del CERN. 60 anni sono un grande traguardo per un laboratorio vasto come il CERN, che si occupa essenzialmente di fisica di base, fisica fondamentale, e nelle mie letture pubbliche solitamente dico ‘60 anni di CERN e siamo ancora attraenti’. Siamo ancora attraenti perché, come forse avrete realizzato, il CERN si sta espandendo in termini di adesioni, il che, dopo aver raggiunto un'età del genere, è qualcosa di rimarchevole. Prima di tutto, qualche anno fa, abbiamo preso la decisione consapevole di cambiare in maniera scherzosa il significato della “e” nella sigla CERN: da “Europa” a “Everywhere” (Ovunque n.d.t.), il che significa che possiamo accettare nuovi Stati Membri indipendentemente dalla loro posizione geografica. Credo che questo sia un grande passo avanti, perché la Scienza è globale. Già da diversi decenni il CERN è stato in un certo modo globale e guidato in maniera internazionale, e questo deve apparire anche dai suoi membri.”

Già dalla sua nascita il laboratorio vive sulle domande più che sulle risposte. Di che cosa è fatto l’Universo? Da dove veniamo e dove andiamo? Queste domande erano presenti fin dalla nascita del centro di ricerca, divenuto nel tempo il più grande laboratorio di ricerca del mondo sulla fisica delle particelle, e sono state la molla che ha portato a grandi scoperte scientifiche.

Continua Heuer: “Nel corso di 60 anni tutti noi abbiamo dato un grande contributo alla fisica delle particelle, alla comprensione del microcosmo, ovvero alla questione di come sia stata possibile la nostra esistenza fisica, dal punto di vista della composizione, delle regole e delle leggi del microcosmo. Allo stesso tempo, siamo quelli che possono provare a capire i processi nei primi istanti dell'universo in un modo molto chiaro, perché stiamo riproducendo le condizioni dell'universo al suo inizio, appena dopo il Big bang.


Un momento dell’intervista al direttore generale del CERN Rolf-Dieter Heuer

Non stiamo riproducendo il Big bang, stiamo solo riproducendo le condizioni poco dopo il Big bang. In questo modo abbiamo contribuito alla comprensione odierna della descrizione dell'universo visibile: il cosiddetto “modello standard” della fisica delle particelle, che descrive soltanto l'universo visibile. Abbiamo impiegato più di 50 anni per descrivere l'universo visibile, culminato due anni fa nella scoperta del bosone di Higgs, e questo ha completato la nostra descrizione dell'universo visibile. Ma sappiamo tutti che questo è soltanto il 5% dell'universo, quindi c'è ancora molto da scoprire, abbiamo il 95% dell'universo che non conosciamo, la materia oscura e l'energia oscura, e questo se tutto va bene sarà per noi il prossimo passo, perché non possiamo restarcene con le mani in mano...”

Le applicazioni pratiche delle scoperte del più grande laboratorio di ricerca del mondo le possiamo vedere in un esempio che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno: il world wide web. Dice il direttore del CERN: “Non stiamo solo celebrando i 60 anni del CERN, stiamo festeggiando anche i 25 anni del world wide web, e non tutti sanno che il world wide web è nato al CERN, 25 anni fa. Un altro ottimo esempio è il campo delle applicazioni mediche – ovviamente il CERN non è l'unico istituto che se ne occupa - perché combina i risultati della scienza di base, il che significa la ricerca sull'antimateria (dopotutto stiamo usando l'antimateria in ospedale, il PET, tomografia ad emissione positronica) e allo stesso tempo stiamo usando per questa e per altre terapie gli strumenti e la tecnologia che sono sviluppati per la scienza di base, e questi sono solo un paio di esempi delle tecnologie che nascono dal CERN.”

Tuttavia l’orgoglio maggiore degli addetti ai lavori del CERN in questo anniversario è quello che traspare anche nello slogan delle celebrazioni: “60 anni di Scienza per la Pace”.


Rosalba Nattero, inviata di Shan Newspaper, interviene nel dibattito con il direttore del CERN alla conferenza stampa internazionale

Confessa Rolf-Dieter Heuer: “La soddisfazione principale a livello personale, forse anche per mia predisposizione, è la collaborazione internazionale, il fatto che il CERN in 60 anni ha dimostrato come la Scienza può collegare culture e Nazioni, e in effetti la fondazione del CERN nel 1954 avvenne quando l'Europa era ancora in macerie, e alcuni Stati che si stavano combattendo solo qualche anno prima, si misero a sedere intorno a un tavolo, confrontandosi seriamente da pari, e credo che questo sia qualcosa di cui il mondo ha sempre più bisogno. Guardandosi intorno nel mondo, non c'è bisogno che vi dica che abbiamo al momento più problemi, tutti insieme, di quanti non ne abbiamo avuti per parecchio tempo. Stati diversi che sono, per dirlo diplomaticamente, non a proprio agio l'uno con l'altro, possono lavorare insieme in un laboratorio come il CERN. E questo è il filo conduttore dei 60 anni del CERN. L'Est incontra l'Ovest: la Cina e molti altri Paesi che lavorano insieme allo stesso esperimento, nello stesso tunnel, nella stessa caverna. Questo è per me uno degli aspetti più entusiasmanti di un laboratorio come il CERN”.

In merito al programma degli eventi per la celebrazione dei 60 anni del CERN il direttore generale ha detto: “Abbiamo deciso di non celebrare i 60 anni del CERN soltanto qui, nella regione di Ginevra. Il CERN è ospite sia della Francia che della Svizzera, essendo a cavallo dei due territori. Entrambi sono i nostri Paesi ospiti.


Rolf-Dieter Heuer, direttore generale del CERN, con Rosalba Nattero

Così abbiamo deciso di non celebrare l'evento soltanto qui, ma anche nei singoli Stati membri. Il primo evento ufficiale è cominciato il 1° di luglio alla sede centrale dell'UNESCO a Parigi. Questo perché il 1° luglio del 1954, 60 anni fa, la convenzione fu firmata da 12 Stati e il 29 settembre 1954 la maggioranza l'aveva ratificata. Questo è il giorno di nascita ufficiale del CERN, ed è per questo che festeggiamo a settembre con una serie di eventi fino alla celebrazione principale del 29 Settembre. Il 20 ottobre all’ONU di New York ci sarà un simposio sul CERN e sulla Scienza per la Pace a cui parteciperà il segretario generale dell’ONU Ban-Ki Moon.


In occasione della conferenza stampa abbiamo voluto rivolgere al direttore generale del CERN Rolf-Dieter Heuer alcune domande per i lettori di Shan Newspaper:


Dopo la scoperta del bosone di Higgs, qual è la prossima grande sfida per il CERN?

Prima di tutto possiamo dire che si tratta di “un” bosone di Higgs, non possiamo dire che è “il” bosone di Higgs, e c'è un'enorme differenza. Se diciamo che è “il” bosone di Higgs, allora sarebbe l'unico. Ma non siamo sicuri che si tratti dell'unico, perché abbiamo descritto circa il 5% dell'universo. Molte teorie che vanno oltre quella descrizione, in quello che io chiamo l'universo oscuro, richiedono più di un bosone di Higgs, ad esempio prendiamo due bosoni di Higgs che sono come gemelli. È molto difficile distinguere i gemelli l'uno dall'altro. Se sei sfortunato, i due gemelli si assomigliano così tanto, che è molto difficile distinguerli, ci si riesce solo quando aprono bocca e uno dei due dice una parola in modo diverso dall'altro, ma devi portare quella persona a dire quella data parola. Questo può richiedere molto tempo, ed è questo che abbiamo di fronte a noi. La sfida più grande ora è scoprire se ce n'è uno solo o se ci sono più bosoni di Higgs. E se ce ne sono più di uno, allora il prossimo dovrebbe parlarci in maniera leggermente diversa da come ci parlerebbe se fosse l'unico. Se questa differenza è grande, allora si presume che non ci vorrà molto tempo. Ma la differenza può essere molto sottile, e allora ci vorrà molto, molto tempo.


Il direttore di Shan Newspaper Giancarlo Barbadoro con Rosalba Nattero davanti al Globe of Science and Innovation del CERN di Ginevra

Questa è una sfida. L'altra sfida è vedere se c'è qualcosa al di là del cosiddetto modello standard, ovvero qualcosa al di là della descrizione dell'universo visibile, come ad esempio trovare le prime indicazioni di particelle di materia oscura. Questa è l'altra sfida. Quindi, in ogni caso abbiamo stabilito un programma per il Large Hadron Collider almeno per i prossimi 20 anni, e poi, come uno dei suoi colleghi ha già menzionato, stiamo realizzando uno studio per un acceleratore più potente, perché dobbiamo cominciare in tempo a pensare al nostro prossimo progetto, in quanto ci vuole un tempo molto lungo per sviluppare la strumentazione e tutto il resto. Così abbiamo un piano chiaro sui 20 anni e un piano più o meno chiaro per i prossimi 50 anni. Facciamo per i prossimi 60 anni, visto che è il 60esimo anniversario!


Qual è stata la sua più grande soddisfazione personale in questi anni al CERN?

È difficile da dire, perché nel mio cuore sono ancora un ricercatore, quindi raggiungere una scoperta durante il mio mandato, in questi cinque anni, è stato sicuramente un evento fantastico. Un evento che non dimenticherò per tutta la vita, e che devo ancora digerire. Ma dall'altra parte, di tutto questo tempo, quello che ammiro di più è il fatto che, indipendentemente da dove provengono le persone, indipendentemente dalla loro cultura, tutti dimostrano di essere capaci di lavorare insieme in maniera costruttiva. E guardandosi in giro nel mondo, con quello che succede in questi giorni, è sempre più necessario avere almeno dei piccoli angoli in cui poter dimostrare che si può lavorare insieme, altrimenti credo che si perda la speranza.


Per informazioni sul programma degli eventi per i 60 anni del CERN:

http://cern60.web.cern.ch/en/events


  Vedere servizio:

Video


www.rosalbanattero.net

 

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