Scienze

Dopo Chang’e-4 il prossimo obiettivo della Cina è una base sulla Luna

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25 Febbraio 2019
Il robottino di Chang’e-4 tocca la superficie lunare (Afp)
Il robottino di Chang’e-4 tocca la superficie lunare (Afp)

La sonda ha toccato il suolo giovedì nel cratere Von Karman: il «robottino» è sceso sulla faccia nascosta della Luna.
Per la prima volta una missione è arrivata sull’emisfero lunare non visibile della Terra



L’impresa a lungo preparata ha avuto successo e così la Cina è diventata il primo Paese a sbarcare una sonda sulla faccia della Luna non visibile dalla Terra. Chang’e-4 è scesa nel cratere Von Karman largo 186 chilometri, immerso nel bacino Aitken presso il Polo Sud lunare. Cinquant’anni fa la sonda russa Luna-3 per prima aveva inviato l’immagine della faccia del nostro satellite naturale rimasta sconosciuta fino a quel momento.
Ora è Pechino a indagare direttamente quel mondo prezioso sotto molti aspetti, ben diverso dalla faccia che osserviamo di notte, con una superficie costituita da una miriade di crateri grandi e piccoli sopra una crosta ritenuta più sottile rispetto a quella dell’emisfero conosciuto.


Il programma lunare cinese

Chang’e-4 è il terzo e penultimo passo del programma di esplorazione lunare varato dall’agenzia spaziale cinese Cnsa nel 2007, battezzato con il nome della dea della Luna, Chang’e. Nel 2010 una sonda entrò in orbita lunare, seguita nel 2013 dallo sbarco di Chang’e-3 che portava il robottino Yutu. Chang’e-4 è dotata di sistemi elettronici più evoluti. Partita lo scorso 7 dicembre, è entrata in orbita lunare cinque giorni dopo. In precedenza, nel mese di maggio, la Cina aveva inviato il satellite per telecomunicazioni Queqiao in un punto orbitale stabile oltre la Luna. Il satellite è necessario per permettere i collegamenti tra Chang’e-4 e la Terra.


Il robot automatico

Dalla sonda arrivata sulla Luna è sceso il robottino per studiare i minerali della superficie, scandagliare il sottosuolo e misurare le radiazioni. Alcuni strumenti sono stati realizzati in Germania, Olanda e Svezia. Chang’e-4 ospita anche una piccola biosfera, formata da un contenitore cilindrico chiuso con aria e acqua nel quale sono stati sistemati semi di patata, del fiore Arabidopsis e alcune uova di baco da seta. Una telecamera trasmetterà la crescita degli organismi. «L’esperimento — precisa Liu Hanlong della Chongqing University — ci aiuterà ad accumulare conoscenza per la costruzione di una base lunare». L’ultima tappa, Chang’e-5, è prevista l’anno prossimo e riporterà sulla Terra campioni di suolo lunare. Poi toccherà a un taikonauta, un astronauta cinese: la zona preferita per i futuri sbarchi è proprio il bacino di Aitken.


(Dal Corriere della Sera del 3 gennaio 2019 – Per gentile concessione dell’Autore)



Giovanni Caprara, giornalista e scrittore, è responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera


 

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