Scienze |
Lanciato Cheops, il super telescopio italiano che scopre vita sui pianeti |
27 Dicembre 2019 | |
Costruito da Leonardo e Media Lario sarà in grado di misurare le dimensioni di pianeti già scoperti consentendo di svelare la loro natura, rocciosa o gassosa
Un lancio spaziale quasi completamente italiano ha illuminato il buio delle prime ore della mattina alla base di Kourou nella Guyana francese quando il vettore russo Semiorka, dopo il rinvio di un giorno, portava in orbita alle 9.54 ora italiana addirittura cinque satelliti. I più grandi e importanti erano il satellite cacciatore di pianeti extrasolari Cheops dell’Esa e il satellite per l’osservazione della Terra CosmoSkymed di seconda generazione dell’agenzia spaziale italiana Asi co-finanziato dal ministero della Difesa. Cheops nasce in collaborazione con la Svizzera ma il telescopio installato a bordo è nato sotto la guida di Roberto Ragazzoni dell’Università di Padova e direttore dell’osservatorio dell’Inaf di Asiago mentre alle ricerche parteciperà una trentina di altri nostri astronomi tra cui Giampaolo Piotto sempre dell’ateneo padovano e Isabella Pagano dell’Inaf di Catania. Passi in avanti nella ricerca Il nuovo telescopio costruito da Leonardo e Media Lario sarà in grado per la prima volta di misurare le dimensioni di pianeti già scoperti attorno ad altre stelle consentendo di svelare la loro natura, rocciosa o gassosa, e varie caratteristiche finora soltanto indirettamente immaginate. Cheops, pesante 280 chilogrammi, frutto anch’esso della partecipazione dell’Asi, è su un’ orbita eliosincrona a 700 chilometri di altezza e rimarrà attivo almeno per tre anni e mezzo. Il satellite europeo rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca di un gemello della Terra tra i 4100 pianeti extrasolari finora scoperti attorno ad altre stelle. CosmoSkymed di seconda generazione va a rafforzare la costellazione di quattro satelliti CosmoSkymed già in orbita realizzati da ThalesAlenia Space Italia e lanciati tra il 2007 e il 2010. La nuova generazione sarà formata da due satelliti (il secondo è in costruzione) con tecnologie molto più avanzate rispetto ai predecessori. Dotati anch’essi di un radar, saranno in grado di scandagliare la superficie terrestre con maggior precisione ed efficacia aiutando lo studio di varie forme di inquinamento ma anche di cogliere i movimenti irregolari del suolo e degli edifici. Gli scandagli dei radar sono raccolti dalla stazione di Asi-Telespazio di Matera. Il ministero della Difesa utilizzerà, invece, la coppia ai fini della sicurezza del territorio nazionale. Le osservazioni dei satelliti CosmoSkymed sono integrate poi con quelle raccolte dai satelliti Sentinel del programma europeo Copernicus. Assieme ai due veicoli spaziali il vettore Semiorka ha liberato tre minuscoli Cubesat nati in Francia e in Esa. (Dal Corriere della Sera del 20 dicembre 2019 – Per gentile concessione dell’Autore)
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