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L’Ecospiritualità arriva nel cuore delle istituzioni |
04 Febbraio 2024 | ||||||||||||||||||||||||
Martedì 16 Gennaio 2024, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati “Nilde Iotti” a Roma, si è tenuto un convegno, per l’istituzione della Giornata Mondiale dell’Ecospiritualità nel calendario delle Nazioni Unite. L’evento, organizzato dalla Ecospirituality Foundation, è stato condotto da Rosalba Nattero e introdotto dal Vicepresidente della Camera Sergio Costa
Una giornata storica a Roma, nel cuore delle istituzioni democratiche italiane: una data da ricordare, il 16 Gennaio 2024, come un giorno fondamentale per la diffusone dell’Ecospiritualità, vera medicina di un mondo malato. Il convegno è parte del percorso istituzionale per l’istituzione nel calendario ONU della Giornata Mondiale dell’Ecospiritualità. Il programma è stato arricchito da interventi illustri, come quello del Vicepresidente della Camera On. Sergio Costa, dell’On. Carmen Di Lauro, dei consiglieri del Comune di Roma Capitale Daniele Diaco e Linda Meleo, dell’attore Massimo Wertmüller, del docente universitario Guido Dalla Casa, dell’antropologo e scrittore Massimo Centini, del medico veterinario Enrico Moriconi, della biologa Susanna Penco, dello chef vegan Marco Pulieri e del Vicepresidente della Ecospirituality Foundation Roberto Garosci. Tutto con la conduzione di Rosalba Nattero, giornalista, musicista e attivista oltreché Presidente della Ecospirituality Foundation Onlus, NGO in stato consultativo con le Nazioni Unite.
Concepito dal compianto Giancarlo Barbadoro, scomparso nel 2019, in collaborazione con leader Nativi di tutto il pianeta, il concetto di Ecospiritualità s’incentra sull’esperienza di armonia interiore ed esteriore dell’individuo, nella sua interazione paritetica con l’esistenza intera: dagli altri esseri umani, all’ambiente, agli animali, a se stesso, anch’egli parte integrante del mondo. Rosalba Nattero in apertura del convegno, ha spiegato che l’Ecospiritualità rappresenta un prezioso modello filosofico per il futuro del pianeta e dell’umanità stessa, malati di quell’antropocentrismo che vorrebbe l’uomo padrone assoluto dell’universo, con grande danno per tutto ciò che lo circonda, umani inclusi. Come sottolineato nell’intervento dell’On. Costa, l’Ecospiritualità vede invece l’uomo non come padrone, ma come parte e semmai custode dell’ambiente, degli ecosistemi, della biodiversità e degli animali: quattro pilastri che oggi sono integrati nell’articolo 9 della Costituzione, proprio per volontà e dedizione del Vicepresidente Costa. Un passo importante, che di fatto già porta i valori dell’Ecospiritualità nel cuore dei diritti Costituzionali fondamentali, che resisteranno finché esisterà la Repubblica Italiana. Battersi per gli animali, o per l’ambiente, significa in ultima analisi battersi per se stessi: per il proprio diritto a un futuro, a una dignità e, perché no, anche a una felicità personale, così profondamente legata alla Natura, in quel rapporto simbiotico che già da millenni i Popoli Indigeni Naturali conoscono e custodiscono preziosamente. Battersi ad esempio contro gli allevamenti intensivi, veri e propri lager per animali, significa battersi contro l’inquinamento, contro il disboscamento e la desertificazione, contro l’abuso di antibiotici, contro un imbarbarimento morale e culturale, che porta a normalizzare lo sfruttamento indiscriminato da vincoli etici, in nome del profitto. Anche per questo iniziative, come la modifica apportata all’articolo 41 della Carta Costituzionale, che pongono limiti ambientali e di salute alla logica del profitto incontrastato, vanno nella direzione di un futuro migliore.
Come ha giustamente ricordato l’ex-Ministro Costa, chi porta avanti queste battaglie è un pioniere: così come lo è sempre stato chi, nella storia, ha combattuto per difendere i più deboli. Pionieri che si avventurano in una notte profonda, quella delineata dalla società maggioritaria e dal suo mondo di sfruttamenti, violenza, sopraffazione e guerre, in attesa di un’alba che forse non vedranno, ma che inevitabilmente, in un futuro, illuminerà il mondo. Dopo l’importante intervento del Vicepresidente Sergio Costa, è stato il turno dell’Onorevole Carmen Di Lauro, Deputata del Movimento 5 stelle, da sempre schierata per la causa dei diritti animali. Porta proprio la sua firma, ad esempio, l’interpellanza Parlamentare che richiede il riconoscimento, sacrosanto, dei cavalli come animali d’affezione. Una distinzione purtroppo necessaria nel quadro normativo attuale, dove gli animali vengono divisi secondo criteri puramente specisti, in animali d’affezione (a cui si riconoscono alcuni sparuti diritti) e animali da reddito (considerati legalmente pari a oggetti di consumo). È toccato quindi al Daniele Diaco, Vicepresidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma Capitale, che ha parlato della necessità di leggi specifiche per la protezione degli animali, citando anche i tragici casi di cronaca più vicini, dal gattino Grey al cane Aron, al santuario Cuori Liberi, che sottolineano ancora una volta la mancanza di un quadro normativo insufficiente. Un problema che è anche culturale, dove, se da una parte, si nota una grande mobilitazione popolare per questi casi, si fa comunque fatica a ottenere un riconoscimento di queste istanze da parte del legislatore. “L’Ecospiritualità andrebbe portata nelle scuole come materia scolastica” ha sostenuto Diaco. Per questo è necessario, ha concluso, unire le forze per dare la speranza e la possibilità di un mondo migliore. La parola è passata poi alla consigliera Linda Meleo, capogruppo del Movimento 5 Stelle di Roma Capitale, che ha parlato della necessità di rivedere anche i processi produttivi, citando la recente conferenza sui cambiamenti climatici COP 28. Bisogna passare da una mentalità antropocentrica, che vede l’ambiente come un oggetto di sfondo all’esistenza umana, da depredare per trarre risorse, a una mentalità ecocentrica, e quindi ecospirituale, in cui l’uomo è riconosciuto come parte dell’ecosistema.
Un cambiamento che non può più aspettare, visti gli effetti già evidenti dei cambiamenti climatici e dell’estinzione dell’Antropocene, la sesta estinzione di massa, provocata da una sola specie: l’uomo. I Popoli Naturali hanno ben chiaro questo concetto: fa parte di un bagaglio di conoscenze tramandato da millenni che rappresenta un tesoro culturale inestimabile, da cui l’umanità intera dovrebbe attingere se intende sopravvivere. Si tratta, come sottolineato dalla consigliera Meleo, di una vera e propria evoluzione, che non significa un regresso tecnologico né economico, ma anzi apre a possibilità di progresso altrimenti impossibili. È quindi intervenuto Massimo Wertmüller, attore e grande amante degli animali, testimonial di “Artists United for Animals”, iniziativa che ha sposato con grande entusiasmo, così come quella dell’Ecospiritualità. Nel suo accorato intervento, l’attore ha fornito una panoramica sull’attuale situazione ambientale, ecologica, culturale e morale, ancora purtroppo dominata da una dicotomia ideologica. Da una parte c’è chi riconosce il problema e, cercando soluzioni, si trova a confrontarsi con il muro inamovibile di chi, dall’altra parte, difende consuetudini e interessi economici, rifiutando ogni ipotesi di evoluzione e negando la natura stessa del problema, voltandosi dall’altra parte. “Alla fine, qui si sta parlando di un mondo migliore, di un’operazione culturale, perché noi dovremmo persino rivedere la nostra posizione all’interno dell’intero creato. Noi non siamo signori e padroni di niente, tantomeno di vite altrui. Siamo solo ospiti temporanei a questo mondo, come tutto ciò che lo abita.” Concetti, ha concluso Wertmüller, che fanno parte delle leggi ontologiche della Natura, e che gli animali conoscono e rispettano da sé, senza bisogno che alcuno gliele insegni o imponga.
Gli stessi concetti che, ha spiegato nel suo intervento il Professor Guido Dalla Casa, sono espressi dall’Ecologia Profonda; un approccio filosofico che trova applicazione pratica nell’Ecospiritualità. L’uomo è una specie animale, parte di un organismo complesso che è più della somma delle sue parti: è Gaia, il pianeta vivo, come teorizzato dallo scienziato inglese James Lovelock. Tutti gli esseri senzienti, dalle piante agli animali, ma inclusi gli ecosistemi, hanno diritto all’autorealizzazione. Come tutti gli organismi viventi, anche l’ecosistema Terra è in grado di regolare piccole variazioni, non quelle drastiche che si prospettano per via della sconsiderata opera dell’uomo. Ancora una volta, l’Ecospiritualità emerge come soluzione per i problemi dell’uomo e del pianeta, derivanti dall’approccio antropocentrico e materialistico. Dalla Casa ha concluso così il suo intervento: “L’Ecospiritualità è l’applicazione pratica dell’Ecologia profonda”. Massimo Centini, scrittore e antropologo, ha proseguito il convegno, con un intervento su “animali criminali: i deliri dell’antropocentrismo”, raccontando il frutto delle sue ricerche sulla demonizzazione degli animali nel corso dei secoli. In particolare, Centini si è occupato di andare a recuperare tutti i documenti giudiziari riguardanti animali, incappando così negli ormai consueti deliri dell’antropocentrismo. Erano, ad esempio, consuetudine i processi agli animali, dove l’animale veniva portato in aula (a volte persino vestito), accompagnato da un avvocato e davanti al giudice che emetteva la sentenza. Follie che emergono dal passato, ma che continuano ancora nel presente, con i tristi eventi di cronaca quotidiana e la persistenza di pratiche come la caccia, rimaste indietro di almeno un secolo rispetto al resto del mondo.
“A voi dovrebbero fare un monumento – conclude Centini – per tutto quello che fate per gli animali e per l’ambiente, e quindi sono molto felice di essere con voi, ospitati in una sede così autorevole: dimostra che molto è stato fatto. Certo, voi siete già stati all’ONU, quindi non vi spaventa più niente, ma per me essere qui con voi è una soddisfazione, un piacere e anche una speranza, perché tutto quello che fate si basa sulla speranza di un cambiamento.” Enrico Moriconi, medico veterinario, già Garante dei Diritti Animali della Regione Piemonte, ha parlato di Bioetica e benessere degli animali: un tema attualissimo e che si basa sulla definizione di benessere animale. Si può, ad esempio, parlare di benessere animale, in un allevamento, dove lo scopo è sempre e comunque quello di uccidere l’animale per cibarsene? È un controsenso: parte di una mentalità – ipocrita – che da una parte riconosce gli animali come esseri senzienti (come previsto dal Trattato di Lisbona dell’Unione Europea approvato nel 2007 e dimostrato da sempre più ricerche scientifiche), mentre dall’altro continua ad oggettificarli secondo criteri specisti e meccanicisti ormai superati, ma che permangono, un po’ per conservatorismo delle idee, un po’ per difendere ben precisi interessi economici. A chiudere gli interventi online è stata Susanna Penco, biologa e co-fondatrice di O.S.A. “Oltre la Sperimentazione Animale”, che ha affrontato un tema già toccato da altri precedenti interventi, ovvero la ricerca scientifica senza animali. Perché appare assurdo, che ancora oggi, nonostante gli incredibili progressi tecnologici, si resti ancorati a una pratica ottocentesca come la sperimentazione animale. Anche qui, ci si trova a fare i conti con interessi di parte e una riluttanza al cambiamento, che impediscono un vero progresso, verso una ricerca più scientifica. Con l’uso di modelli in vitro, ad esempio, o in silico (ovvero simulazioni computerizzate) si ottengono già oggi risultati straordinari. Si tratta di realtà ormai sviluppate e a portata di mano, eppure si continua a portare avanti la sperimentazione animale, che peraltro non fornisce un metodo di predizione accurato per l’efficacia sull’uomo. Con la logica del “sacrifichiamo la cavia per salvare l’uomo”, si finisce ormai per non salvare nessuno, ostacolando di fatto il progresso medico. Una delle tante storture di un mondo malato.
Ha poi portato la sua testimonianza Marco Pulieri, Chef vegano e ricercatore della Ecospirituality Foundation, che ha parlato di alimentazione ed Ecospiritualità, ovvero della possibilità di un’alimentazione sostenibile dal punto di vista etico e ambientale, senza dover rinunciare al piacere del gusto. È ormai provato che gli allevamenti e la pesca sono tra le principali (se non le principali) cause di cambiamenti e disastri ambientali: la maggioranza delle terre coltivate servono a produrre mangime per gli allevamenti, che a loro volta producono una quantità enorme di gas serra e inquinamento, mentre gli oceani sono invasi dalle plastiche di scarto della pesca. Senza considerare l’inaccettabile realtà dei lager costituiti dagli allevamenti intensivi, o dai mattatoi. Tutto questo per cosa? Quando la dieta vegan è non solo sostenibile, ma anche più salutare, mentre sempre più prodotti permettono di sostituire quelli di origine animale. Allora, perché continuare? Spesso ci si chiede cosa si può fare, di fronte ad esempio ai cambiamenti climatici. La risposta è semplice: cambiare la propria alimentazione verso un’alimentazione vegetale è un gesto concreto che può produrre un cambiamento epocale. A questo punto della conferenza, è stato il momento della proiezione di quattro video, che hanno raccontato le azioni e le prospettive planetarie dell’Ecospiritualità. Un primo video ha raccontato i 20 anni di storia della Ecospirituality Foundation, NGO in stato consultativo con l’ONU, dove si batte per la tutela dei diritti e delle tradizioni dei Popoli Indigeni. Un’azione portata avanti da Rosalba Nattero e nata insieme a Giancarlo Barbadoro, teorico dell’Ecospiritualità: un concetto nato proprio dal suo incontro intimo e ravvicinato con le realtà dei Popoli Nativi. Un mondo che, come dimostrano le affollate assemblee ONU dedicate al tema e mostrate nel video, è tutt’altro che scomparso, ma rappresenta ancora oggi il 20% dell’umanità.
Gli altri tre filmati hanno mostrato gli incredibili effetti che l’Ecospiritualità in Africa, continente purtroppo vessato da guerre e dalle ancora terrificanti conseguenze del missionarismo e del colonialismo. Questo non ha impedito, però di creare delle iniziative strabilianti, a partire dal rifugio per animali Sauvons nos Animaux, anch’esso nato da un’idea di Barbadoro e per iniziativa di Paterne Bushunju, che ha dedicato la sua vita a costruire e mantenere questo vero e proprio santuario per cani e gatti selvatici a Bukuvu, nella Repubblica Democratica del Congo. Un luogo da cui si diffonde una cultura di amore e rispetto per gli animali, anche grazie al Club des Jeunes, che permette ai giovani di avvicinarsi agli animali e imparare a conoscerli e rispettarli. Veramente una svolta epocale, in una terra purtroppo sconvolta da guerre e tragici conflitti. Il secondo video dall’Africa ha invece raccontato l’azione della Ecospirituality Foundation in Benin, attraverso Ange Yvon Hounkonnou, che sta diffondendo i concetti ecospirituali presso i leader tradizionali, ad esempio portando al rifiuto di alcuni di partecipare a riti che prevedevano sacrifici animali, e a farsi in prima persona promotori dell’Ecospiritualità. Infine, c’è stato il contributo del poeta camerunense Brice Tjomb, che ha portato la testimonianza del Popolo Bassa, che insieme all’Ecospirituality Foundation e ad altri popoli del Camerun, sta lottando per il riconoscimento e la difesa della loro montagna sacra: Ngog Lituba, centro di unione culturale e spirituale per i Nativi.
A chiudere l’intero evento è stato l’intervento di Roberto Garosci, Vicepresidente della Ecospirituality Foundation, che ha concluso con la presentazione del libro “I Popoli Naturali e l’Ecospiritualità”, di Nattero e Barbadoro. Vero e proprio manifesto dell’Ecospiritualità, pubblicato nel 2006 con l’incoraggiamento dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU, questo importante testo non solo definisce il concetto di Ecospiritualità, ma individua anche i Popoli Naturali come veri custodi delle millenarie tradizioni umane, in contrasto con la società maggioritaria impostata dalle grandi religioni storiche, vere responsabili dell’imposizione di un sistema antropocentrico e patriarcale. “L’Ecospiritualità – ha spiegato Nattero – è un concetto rivoluzionario, che unisce animalismo, antispecismo, alimentazione vegetale, ecologia, cultura dei Popoli Naturali, rispetto per tutti gli esseri senzienti.” Un concetto veramente rivoluzionario, che rappresenta una speranza di armonia per l’uomo e una medicina per un mondo malato di antropocentrismo. Non si può che pensare, come ha suggerito l’On. Costa, che sostenere l’Ecospritualità sia un’azione da pionieri. Da persone che guardano al futuro, lottando per portare un bagliore di speranza nel buio della notte. Istituire la Giornata Mondiale dell’Ecospiritualità sarebbe, indubbiamente, un passo fondamentale verso la luce dell’alba. D’altronde, come si legge a Ginevra sul Muro dei Riformatori, secondo un antico principio del druidismo europeo, “Post Tenebras, Lux”. Dopo le tenebre, verrà la luce. Noi ci crediamo, e non ci fermeremo.
Per approfondimenti: https://www.eco-spirituality.org/giornata-mondiale-dell-ecospiritualita.html
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