Tradizioni Celtiche

Tra la luce e le ombre: Samain a Dreamland con il LabGraal

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08 Novembre 2011

Il Siv’nul, candeliere a tre braccia dell’antica cultura celtica, acceso secondo il rito di Samain


Se c'è un posto dove può capitarvi di vedere strane creature intente a celebrare un’antica cerimonia druidica intorno ad un cerchio di pietre, quel posto è Dreamland. L'occasione perfetta per un evento tanto inconsueto è certamente la festa di Samain, festa tradizionale celtica sopravvissuta nei costumi popolari con il nome di Halloween.

Dobbiamo questa fortunata iniziativa al gruppo rock-celtico LabGraal, che in collaborazione con la Scuola di Kemò-vad Sole Nero, ha chiamato a raccolta fans e supporters da ogni dimensione, organizzando una riuscitissima festa in maschera nel suggestivo scenario offerto da Dreamland.

Ecco così uno stuolo di elfi, streghe, fate, zombies, fantasmi e vampiri ritrovarsi alle 21 nel Parco Regionale della Mandria, in Piemonte, pronti a godersi un ricchissimo buffet vegetariano e soprattutto una festa fuori dal comune.

Le bizzarre creature convenute alla festa hanno potuto assistere ad uno strabiliante concerto del LabGraal, che per l'occasione ha invitato una serie di artisti internazionali, dal musicista RobRoy che con la sua fisarmonica ha eseguito musiche dalla Bretagna, alla cantante spagnola Laura W. che ha duettato con Rosalba Nattero dando vita ad una session ad alto livello, passando per gli italianissimi Rossana e Stefano che si sono esibiti in un tributo al LabGraal. Gli ospiti del LabGraal si sono dimostrati all'altezza della situazione, strappando applausi a scena aperta.

Poi è stata la volta del LabGraal che come sempre ha trascinato il suo pubblico oltre i confini del visibile, con la voce di Rosalba che sembrava in grado di condurre tutti quanti ad attraversare porte dimensionali, il flauto di Giancarlo che ha guidato ad una magica “danza nel vento”, mentre il bouzuki di Andrea ricamava sonorità senza tempo, e la chitarra di Luca e i tamburi di Gianluca scandivano il crescendo del ritmo nell’esplosione delle danze fino allo sfinimento.


Il LabGraal in concerto a Dreamland durante il Samain Party

Dopo esserci scatenati nelle danze, è venuto il momento della vera e propria celebrazione di Samain, passando così ad un momento più profondo ed intimista.

Era ormai notte fonda, e come da tradizione sono stati portati in processione al cerchio di pietre dei lumini in onore dei defunti e delle creature dell’“Autre-Monde”, insieme ai doni che per ciascuno rappresentavano degli omaggi a persone care non più tra di noi o a esseri invisibili purtuttavia presenti in quel momento. Qui, tra i menhir che compongono il grande cerchio di pietre, Giancarlo Barbadoro (flautista del LabGraal e fondatore della Scuola di Kemò-vad Sole Nero) spiega il significato di questa festività così importante nella cultura celtica.

Samain rappresenta infatti un momento di contatto tra le due dimensioni che compongono il nostro universo: quella della materia, della luce e del visibile che percepiamo quotidianamente, e quella dell'invisibile, della notte e dell'immateriale, abitata dai defunti e da creature che lì vivono la loro esistenza. Samain è il punto d'incontro tra questi due mondi, è il tramonto in cui si entra nella notte dell'inverno. Proprio in questo momento particolare è possibile, secondo le tradizioni celtiche, predisporsi ad un contatto con gli esseri che non appartengono al nostro mondo, ma che con noi condividono lo spazio e le esperienze delimitate dal nostro universo. Ma Samain è anche un momento di aggregazione per un popolo, quello celtico, che è ancora ben vivo e vitale, seppur invisibile ad un primo sguardo.

La cerimonia procede con l'accensione del Siv’Nul, il candeliere a tre braccia della tradizione druidica, che viene acceso da Rosalba Nattero (madrina della serata) al centro del grande cromlech, con una torcia passata di mano in mano tra tutti i partecipanti, disposti in cerchio. Un momento toccante e senza tempo che ha lasciato in ognuno di noi una profonda commozione. Viene quindi pronunciato l'augurio alla Fratellanza, la Libertà e la Conoscenza con cui vengono accese le singole torce. Accogliamo quindi l'invito di Giancarlo, ad incrociare le braccia e stringere le mani dei vicini, in segno di pace e fratellanza tra gli uomini e tutte le creature dell'universo.


Rosalba Nattero accende ritualmente il Siv’nul secondo la tradizione druidica per aprire la “porta” sull’Autre-Monde

La cerimonia si chiude con una parola gridata all'unisono: “PACE”, ma restiamo in tanti per un lungo tempo a gustare quella pace, quel silenzio, quel momento così magico, poetico e toccante. Restiamo in cerchio a guardare il Siv’Nul che sfavilla nel buio, con la sensazione di vivere veramente in un sogno, in bilico tra due mondi, sentendo di non essere i soli ad avere quel sentimento, ma che qualche strana creatura, dall'altra parte, sta vivendo la stessa esperienza.

Il tempo di salutare i defunti e gli esseri dell’Aldilà in rispettoso silenzio, e al nostro ritorno troviamo ad accoglierci un vecchio amico: il fuoco. Un grande falò è stato allestito nella piazzetta di Dreamland e ancora una volta veniamo rapiti da uno spettacolo arcaico, una fiamma ardente che ci riscalda e da cui non riusciamo a staccare gli occhi.

Il falò lentamente si consuma e rimane solo la brace, ottima per cuocere le caldarroste. Per scaldarsi si torna allora alle danze, questa volta sulle note dei brani celtici scelti da dj Bob e con il gruppo Triskel che trascina tutti in grandi danze collettive.

La notte avanza e le strane creature convenute a Dreamland continuano a ballare, indipendentemente dall'età, dal sesso, dal livello di confidenza. Nelle danze i blocchi mentali cedono e c'è addirittura chi supera la clownofobia, ballando con un pagliaccio.

E’ ormai mattina e le energie, come il fuoco del falò, si consumano e pian piano gli elfi, le streghe, le fate, i fantasmi e i vampiri si salutano e tornano nelle loro dimore. Rimangono le luci delle candele accese a compagnia dei defunti e degli esseri invisibili, e anche noi, a pensarci bene, non siamo mai veramente soli.


Vedere il servizio:
www.eco-spirituality.org/tdgr09-hallw11.htm


 

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