Tradizioni Celtiche

Riti e misteri del Plenilunio

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19 Maggio 2012

Il Plenilunio nel quadro di Marco Ricci, paesaggista del ‘700

Il Plenilunio di maggio ha portato la Luna più vicino alla Terra. La meditazione del Plenilunio e i suoi simbolismi esoterici. La Luna e l’apporto mistico degli antichi Maestri segreti dell’umanità


La Luna compagna della Terra

Nei primi giorni del mese di maggio tutto il pianeta ha potuto ammirare lo spettacolo inusuale di una “Luna piena” che si è affacciata nel cielo piuttosto ingigantita.

Il Plenilunio è un evento usuale che si ripete per dodici volte all’anno. Questa volta, come accade da sempre, in uno di questi appuntamenti astronomici la Luna si è venuta a trovare alla minima distanza dalla Terra. Tanto da vedersi più grande e luminosa del solito e in grado di provocare un modesto incremento dell’innalzamento delle maree.

Un evento spettacolare che ha avuto il merito di portare l’attenzione dei media e del pubblico alla silenziosa presenza in cielo di questo nostro satellite oramai pressoché dato per scontato.

La Luna è stata considerata da sempre come l’unico satellite naturale della Terra. In realtà si è scoperto recentemente che non è il solo e che altri satelliti orbitano intorno al nostro pianeta. Si tratta di occasionali asteroidi di varie dimensioni che si avvicinano alla Terra e che vengono catturati dalla sua massa gravitazionale mettendosi in orbita attorno ad essa per mesi e addirittura per anni prima di allontanarsi e scomparire nello spazio profondo.

L’ultimo di questi satelliti naturali, che sta ancora orbitando intorno al nostro pianeta, è stato rilevato pochi mesi fa dalla NASA, che adesso sta ipotizzando di raggiungerlo con una navetta spaziale per poterlo studiare da vicino, evitando in tal modo di dover organizzare missioni nella pericolosa fascia degli asteroidi esistente tra Marte e Giove.

La Luna è da sempre una compagna del nostro mondo che ha ispirato poesie e madrigali. Tuttavia non si conosce ancora molto sulla sua origine. In merito ci sono diverse teorie avanzate da vari ricercatori. Una di queste ipotizza che possa essersi formata a seguito dell’accumulo di materiale periferico del disco protoplanetario che ha dato origine alla Terra. Una seconda teoria propone l’idea che la Luna si sia formata staccandosi dalla Terra per via dell’attrazione del Sole quando il nostro pianeta era ancora una massa in stato fluido.


La Luna durante il Plenilunio di maggio, alla minima distanza dalla Terra

Un’altra ancora suggerisce che si sia formata a seguito dello scontro avvenuto tra la Terra, ancora in formazione, e un gigantesco asteroide che avrebbe causato il distacco della massa lunare lasciandola in orbita circumterrestre.


La Luna nei miti arcaici dell’umanità

Una recente teoria sull’origine della Luna ipotizza che possa essere un corpo celeste che, dopo aver vagato nello spazio, sia stato catturato dalla massa gravitazionale della Terra e si sia messo in orbita attorno ad essa. Tra le varie ipotesi questa potrebbe essere verosimilmente la più credibile se si considera la sostanziale differenza tra i materiali geologici che costituiscono la Luna e quelli che sono sulla Terra.

In riferimento a questa teoria cosmologica antiche leggende riportano che un giorno nel cielo giunse la Luna a fare compagnia al nostro mondo. Nella tradizione dell’antico sciamanesimo druidico si narra che la Terra aveva avuto ben tre altre lune prima di quella che orbita sopra di noi. Tutte e tre erano scomparse e una, la più piccola di tutte, sarebbe addirittura caduta sul nostro pianeta. Poi era apparsa l’attuale Luna. Era stata vista come una sorta di disco nero che si ingrandiva oscurando il Sole. Al suo avvicinarsi alla Terra si erano verificati vari sconvolgimenti ambientali, ricordati come terribili terremoti che modificavano il suolo e tifoni che spazzavano via ogni cosa.

Oltre alla tradizione dei Nativi europei, questo particolare momento di sconvolgimenti ambientali è ricordato anche dalle letture vediche e dai miti dell’antico Egitto, come ad esempio quello relativo all’"Occhio di Hator". L’evento è ricordato anche nel mito del “Serpente arcobaleno” degli Aborigeni australiani.


Lo schema delle fasi lunari

L’antico sciamanesimo druidico metteva l’evento in relazione al mito del Graal e alla comparsa sulla Terra di Fetonte, il dio dispensatore della conoscenza della Ruota d’Oro, mentre i miti nordici, più recentemente, lo riferivano a Loki, un personaggio che avrebbe aiutato Odino, re degli Asi, a vincere la guerra contro i giganti che popolavano anticamente la Terra sino a sterminarli definitivamente, per dare vita ad una nuova era di benessere e di civiltà sul nostro pianeta.

Tutte le mitologie, di ogni continente, mettono in relazione la comparsa della Luna nel cielo del nostro pianeta con l’arrivo di grandi Maestri celesti che avrebbero portato sulla Terra conoscenze dello spirito, delle scienze e delle arti. Del resto, l’acronimo con cui viene spiegato il significato della parola Graal, ovvero “Gnosis Recepita Ab Antiqua Luce”, mostra quanto sia radicata questa convinzione mitologica.


Il Plenilunio e il suo simbolismo

La Luna assume una importanza determinante per molte tradizioni ancora oggi vive e continuatrici delle antiche tradizioni dell’umanità. La sua massa influenza le maree degli oceani e il sistema tettonico della superficie terrestre, coinvolge il mondo agricolo nelle sue operazioni più essenziali, dalla semina alla cura dei raccolti e ha fatto nascere proverbi e consuetudini di ogni genere.

La luna orbita, nel suo moto di rivoluzione, intorno alla Terra in maniera antioraria e compie un giro completo ogni 29,53 giorni. Il moto di rotazione su se stessa è anch’esso in senso antiorario con una durata pari al moto di rivoluzione attorno alla Terra, motivo per cui le rivolge sempre la stessa faccia. L'orbita della Luna attorno al nostro pianeta non è un cerchio ma una curva leggermente ovale, ellittica: la distanza Terra-Luna può infatti variare tra i 400 e i 360 mila km.


La meditazione del Plenilunio organizzata a Dreamland dalla Scuola di Kemò-vad Sole Nero con il supporto dell’esecuzione della Nah-sinnar, l’antica musica druidica

In ogni caso la posizione della Luna in relazione al Sole e alla Terra porta il nostro satellite a mostrarsi nel cielo attraverso un preciso ciclo conosciuto come le “Fasi lunari”. Esse iniziano con una sottile falce luminosa, con la gobba della falce luminosa rivolta a ponente ovvero a ovest, e terminano in altrettanto modo con la gobba della sua falce luminosa rivolta a levante, in direzione est. Quando la Terra si trova tra la Luna e il Sole, la Luna si dice “in opposizione” e la sua superficie rimane completamente illuminata. Questa fase lunare è detta “Plenilunio”.

Il Plenilunio, tra le varie attribuzioni date alla Luna, ha rivestito per i Popoli naturali un preciso significato simbolico che trattiene elementi di magia e del Mito.

Un significato che è radicato nelle varie culture del pianeta. Basti vedere come le grandi religioni storiche seguano ancora oggi il calendario lunare ereditato dalle antiche tradizioni come riferimento per le loro celebrazioni più importanti. Ad esempio, la data della festa cattolica della Pasqua, che rappresenta la resurrezione del Cristo, è sempre messa in relazione alla manifestazione di un Plenilunio. Oppure come accade per il Pesah, la Pasqua ebraica, che avviene in coincidenza con il Plenilunio di marzo. O ancora, come accade per la ricorrenza della nascita e dell’illuminazione del Buddha che si festeggia in occasione del Plenilunio di maggio. E anche nel caso del Ramadan islamico, che si accorda con l’occasione di un Plenilunio.


La meditazione del Plenilunio del druidismo europeo

L’antico sciamanesimo druidico rilevò la manifestazione di dodici Pleniluni durante il corso dell’anno, riferiti ai segni dello zodiaco. Ciascuno di essi rappresentava lo scandire delle tappe di un calendario astronomico che segnavano le celebrazioni più segrete della sua tradizione, relative alla conoscenza custodita dalla “Tavola d’Oro” lasciata da Fetonte, sul piano mistico e magico.


Il confronto tra l’aspetto ordinario della Luna (all’apogeo) e quando, una volta all’anno, si trova alla minima distanza dalla Terra (al perigeo)

Il Plenilunio era considerato un momento magico in cui si aprivano porte su altre dimensioni e avvenivano eventi particolari.

Non per nulla nell’immaginario popolare, sopravvissuto all’era storica dei Celti, il Plenilunio era creduto come il momento in cui prendevano forma e forza i licantropi, gli “uomini lupo”, e avvenivano i grandi incontri delle streghe e dei maghi che si riunivano per celebrare le loro cerimonie segrete.

Per l’antico druidismo il Plenilunio era un segno celeste di portata mistica che non si limitava solamente al momento della sua manifestazione, ma comprendeva i due giorni che lo precedevano e i due che lo seguivano, per un totale di cinque giorni. Questi cinque “giorni sacri” simboleggiavano un percorso interiore dell’Iniziato sul cammino del “Sentiero d’Oro”.


Una eclisse lunare ripresa dal simbolismo del “sole nero”. Il momento in cui si manifesta la forza della Natura in grado di ridimensionare le aspettative umane. Un simbolo mistico di Rinascita che, secondo il druidismo, ricorda l’arrivo dei “Maestri Primordiali” sul nostro pianeta

Un percorso che ogni Iniziato, nella sua condizione di creatura vivente, interpretava nel Mondo di Abred, l’universo nato dal Big Bang. Cinque giorni che rappresentavano l’effimero tempo a disposizione dell’Iniziato in confronto al cammino esperienziale che doveva ancora percorrere e che avrebbe affrontato dopo la sua morte fisica. Un “attimo fuggente” di esistenza personale, illuminata dall’esperienza di fronte all’impenetrabile immensità del Mistero che lo aveva generato e che lo attendeva.

Un Mistero manifestato simbolicamente dal tracciato celeste sul quale si rivelavano le fasi della Luna nel suo percorso intorno alla Terra. Un percorso astronomico che vedeva la Luna emergere dall’oscurità del “novilunio”, che simboleggiava la nascita dell’Iniziato, per continuare il suo transito sino a perdersi nuovamente nell’oscurità dello stesso novilunio rinnovato.

I cinque giorni magici rappresentavano quindi per gli Iniziati un momento particolare di introspezione personale e di partecipazione mistica al Mistero che animava la Natura.

Per via di tutti i significati simbolici ed esperienziali attribuiti al Plenilunio, gli antichi druidi realizzavano, almeno una volta all’anno, durante la sua ricorrenza astronomica una solenne meditazione collettiva che si allargava a tutti coloro che volevano parteciparvi.

Solitamente la meditazione, nella continuità della ancora più antica tradizione sciamanica, veniva condotta sulle note del flauto e con la melodia particolare della Nah-sinnar, la magica “musica del Vuoto” in grado di produrre benessere, visioni interiori e stati percettivi di coscienza superiori.

Era considerata importante la meditazione che veniva condotta collettivamente nell’occasione del Plenilunio in cui si verificava la maggior vicinanza della Luna alla Terra.

La Tradizione druidica sosteneva che durante questa meditazione partecipassero anche i Maestri Segreti della Luna con lo scopo di infondere la loro conoscenza spirituale a quanti vi prendevano parte.