Ambiente

ONU: i due segretari

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19 Agosto 2021
ONU: i due segretari

Clima: l’Ultima Chiamata


“Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di CO2 sono state le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800.000 anni; negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l'aumento medio del livello del mare è cresciuto a una velocità mai vista negli ultimi 3000 anni. Tutti questi fenomeni sono certamente provocati dalle attività umane. Sono alcune delle indicazioni contenute nella prima delle tre parti del sesto rapporto dell'IPCC (il gruppo di scienziati esperti in cambiamento climatico) approvato dai 195 governi dell'ONU.” Il Rapporto è quindi stato sottoscritto da Antonio Guterres, attuale Segretario Generale dell’ONU.

Questa notizia mi ha immediatamente richiamato alla mente uno scritto di un altro Segretario Generale dell’ONU: sono andato a ritrovarlo. Eccolo:

“Non vorrei sembrare troppo catastrofico, ma dalle informazioni di cui posso disporre come Segretario Generale si trae una sola conclusione: i Paesi membri dell’ONU hanno a disposizione A MALAPENA DIECI ANNI per accantonare le proprie dispute e impegnarsi in un programma globale di arresto della corsa agli armamenti, di risanamento dell’ambiente, di controllo dell’esplosione demografica, orientando i propri sforzi verso la problematica dello sviluppo. In caso contrario, c’è da temere che i problemi menzionati avranno raggiunto, entro il prossimo decennio, dimensioni tali da porli al di fuori di ogni nostra capacità di controllo.” U Thant (Segretario Generale dell’ONU– anno 1969).

Quanto aveva previsto U Thant si è puntualmente verificato: la situazione è completamente fuori controllo. Allora la popolazione umana mondiale era la metà di quella attuale. Inoltre: Quanti eravamo nel mondo quando abbiamo cominciato ad estrarre e bruciare combustibili fossili? Circa un miliardo.

Evidentemente 52 anni sono passati invano.

U Thant aveva scritto: “…entro il prossimo decennio…”, cioè gli anni Settanta del secolo scorso, quello dei limiti dello sviluppo e di altri avvertimenti.

Era l’Ultima Chiamata: nessuno ha risposto.

In questa situazione, se restasse nell’umanità anche solo un briciolo di saggezza, qualcuno che “conta” (ammesso che esista) farebbe al popolo un discorso del genere:

ONU: i due segretari

Ragazzi, l’esperimento iniziato due secoli fa e denominato “civiltà industriale” è completamente fallito: abbiamo constatato che è incompatibile con il funzionamento del Sistema Terrestre. Dobbiamo uscirne al più presto: lo sviluppo economico, che è alla base di questo modello, deve cessare immediatamente. Anzi, dobbiamo dimenticare tutta l’economia, abolire i suoi pericolosi indicatori, ormai diffusi in tutto il mondo. Vediamo di gestire un rapido transitorio verso modelli completamente diversi con traumi non troppo gravi”.

Poi perderebbe la sedia, ma ne sarebbe valsa la pena.

Comunque, la civiltà industriale ha gli anni contati. Secondo Serge Latouche: “Noi che siamo qui in questo momento abbiamo il privilegio fantastico di assistere al crollo della civiltà occidentale. Si tratta di un fatto rarissimo, paragonabile alla fine dell'Impero Romano. Con la differenza che questo si è svolto in un arco temporale di 700 anni, mentre il crollo della nostra civiltà si compirà in meno di trent'anni”. (da: Scommettiamo sulla decrescita).

Responsabile dei guai non è tutta l’umanità, ma è l’Occidente, che ha invaso il mondo con violenza fisica e psicologica, dato che fra i suoi valori ha la manìa dell’espansione e si è autonominato “il progresso”: così ha fagocitato e distrutto le altre culture umane, che erano circa 5000. Tuttavia, se ricordiamo qualcosa di antico e di terre lontane, anche l’Occidente è un’entità soggetto-oggetto di karma.

Allora mi viene in mente un’altra citazione, antica di 2500 anni:

“Maestro, la legge del karma ammette eccezioni?”. Rispose l’Illuminato (il Buddha): “La legge del karma è inesorabile: qualunque cosa tu faccia, dovunque tu vada, nelle profondità del mare o nei crepacci delle montagne, non puoi sfuggire alle conseguenze delle tue azioni”.


Fonte: www.ariannaeditrice.it


Guido Dalla Casa, Ingegnere e scrittore, è docente di Ecologia Interculturale presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini


 

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