Il blog di Laura W. Valenzuela

Gli Alter Bridge a Madrid

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18 Novembre 2013


E alla fine, il GIORNO è arrivato!...Venerdì 15 novembre prometteva di essere una serata indimenticabile. Dopo più di due anni di assenza dalla Spagna, gli Alter Bridge hanno appeso il cartello “Sold Out” per il loro concerto a Madrid nella sala La Riviera. Ero un po’ nervosa per i commenti che avevo sentito sulla qualità del loro suono live e, anche se avevo visto Myles in tour con Slash (un duo incredibile…), desideravo con tutte le mie forze che il mio primo concerto degli Alter Bridge non fosse una delusione. Avevo molta voglia di sentire al meglio le canzoni di “Fortress”, il loro ultimo album uscito alla fine di settembre.
Le porte sono state aperte alle 19 come previsto e la gente ha cominciato a riempire La Riviera; con un disegno circolare, un palco non troppo grande e una buona visibilità da ogni parte, è diventata l’unica sala di Madrid adatta per un concerto per 2.500 persone come questo. Poco a poco il pubblico ha preso posto, pronto a iniziare la “festa” tanto attesa.
Quasi a sorpresa, gli Halestorm, la band americana scelta come “supporters”, ha iniziato a suonare “Love Bites (So Do I)”, lasciando tutti a bocca aperta.
Gli Halestorm, gruppo nato nel 1998, con appena due album al loro attivo, devono la loro forza grazie soprattutto alla personalità e potenza della loro cantante Lzzy Hale e a suo fratello Arejay, batterista e showman, capaci di entusiasmare il pubblico con il loro repertorio di “mainstream” americano con forti venature di punk, metal e una grande dose di cattiveria rock n’roll. Il loro concerto è stato fantastico e hanno fatto un ottimo lavoro di riscaldamento prima degli Headliners.
Pochi minuti dopo le 21, le prime note di “Addicted to Pain”, il primo single dell’ultimo lavoro della band, hanno cominciato a suonare: gli Alter Bridge sono sul palco. Myles Kennedy, Mark Tremonti, Brian Marshall e Scott Phillips sono pronti per regalarci una grande serata.
Non si può dire che gli Alter Bridge offrano grandi innovazioni scenografiche rispetto ai tour precedenti: uno stage sobrio, medesima collocazione sul palco per garantire gli spostamenti dei membri della band, senza grandi artifici scenici, ma la formula funziona e non c’è bisogno d’altro. È la musica e la bravura dei musicisti la vera protagonista.
La setlist è tesa ed eseguita magistralmente: “White Knuckles”, “Come to Life” e “Before Tomorrow Comes” dal loro secondo album Blackbird del 2007 le suonano in modo perfetto, con la voce di Myles ai massimi livelli e un Tremonti che non si risparmia, offrendo riffs potentissimi. In una complicità perfetta tra il pubblico e la Band arriva la prima canzone del nuovo album “Fortress”: l’epica”Cry Of Achilles”, una delle mie favorite e, dal grido con cui è stata accolta, anche del pubblico.
Ribadisco che la voce di Myles Kennedy è straordinaria ma quando si intreccia nei cori con quella di Tremonti l’alchimia risulta eccezionale. La base musicale non ha bisogno di commenti: una batteria micidiale che pare un metronomo, un bassista poderoso e due chitarre che paiono una sola, eccetto quando Myles Kennedy lascia il ruolo principale alle corde di Tremonti. Con “Ghost of Days Gone By” la sala è totalmente conquistata aspettando il terzo brano dall’ultimo album: “The Uninvited”; può una canzone suonare dal vivo esattamente come in studio? Assolutamente sì, e addirittura meglio! “Ties That Bind” prepara a quello che sarà uno dei momenti più intensi dello show: un Mark Tremonti al microfono solista comincia “Water Rising”, una delle canzoni più belle di Fortress. Kennedy e Marshall si mettono in secondo piano fino al coro finale eseguito anche insieme al pubblico. È il momento perfetto per calmare un po’ gli animi con la ballad “Broken Wings” e preparare la presentazione di Phillips e Marshall nell’intro di “Metalingus” alla quale segue “Blackbird”, dove le braccia del pubblico si alzano come ali aperte a una delle migliori canzoni degli Alter Bridge. Come sempre le luci si spengono un momento per lasciare solo Myles Kennedy sulla scena, accompagnato unicamente dalla sua chitarra acustica per interpretare “Watch Over You”: un Myles vicino, intimo… immenso. L’emozione in sala è altissima quando a metà canzone appare Lzzy Hale degli Halesorm per unire la sua voce a quella di Kennedy creando un momento magico, premiato con un’ovazione finale. Però il Rock deve continuare e gli Alter Bridge hanno ancora molto da dare; “Farther Than the Sun”, “Isolation” portano i cori del pubblico quasi all’afonia tanta è la partecipazione e spetta a “Open Your Eyes” il compito di chiudere un grande concerto. La Band si congeda dal pubblico solo per pochi minuti, facendosi apprezzare per la totale assenza di comportamento da “divi” che al termine di una esibizione del genere avrebbe potuto essere più che giustificato. Per i bis hanno preparato una sorpresa: “Calm The Fire”, una canzone che sembra non convincere fino a che non la si sente dal vivo e per concludere una meravigliosa, classica “Rise Today”.
È stato un concerto memorabile degli Alter Bridge, uno show di più di un’ora e mezza con moltissimi moods differenti, un suono molto curato e potente dove la band ha saputo mostrare la sua parte migliore meritandosi assolutamente il cartello di “SOLD OUT”.

 

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