Indigenous Peoples

La storia del Popolo Wémè - 1

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20 Febbraio 2014

Le vie degli Antenati

L’appassionante storia di un arcaico Popolo del Benin raccontata dai suoi discendenti. La valle più ricca del mondo dopo il Nilo


Introduzione

Wémè è la caratteristica etnica e linguistica di una regione situata nel Centro-Ovest del dipartimento dell'Ouémé, nel Benin, delimitata a Nord dal Comune di Ouinhi nel dipartimento di Zou, a Sud dal Comune di Sèmè Podji, a Est dai Comuni di Adja-Ouèrè, Sakété e Akpro-Missérété e ad Ovest dai Comuni di Zè, Abomey-Calavi, Sô-Ava, Toffa e Zogbodomey.

Copre una superficie di circa 800 km², estendendosi dal villagio Damè-Wogon al villaggio Gbodjè.

Questa regione, i cui principali centri amministrativi oggigiorno sono Dangbo, Banou, Adjonou e Aguégués, è composta da un altopiano e da una vasta valle bagnata dal fiume Ouémé.

Nel 1992 vi abitavano più di 157.000 persone, essenzialmente agricoltori, pescatori e artigiani. Si tratta di una popolazione che ha conosciuto degli stadi di sviluppo molto significativi, ma la cui densa storia si trova oggi diluita in quella di altri popoli, sostenuti dal contesto nazionale; questo conferisce a questa regione la sfortuna di vedersi completamente dimentica, malgrado la sua ricca tradizione e le enormi potenzialità economiche di questa ricchissima e splendida valle.

Questa situazione fa sì che il Wémènou (il membro del popolo Wémè) perda progressivamente le tracce della sua storia, non meno gloriosa di altre, e che non si affermi, lasciandosi anche collocare in una posizione subordinata rispetto ad altri popoli, servendoli politicamente ed economicamente, esibendo la sua cultura, le sue tradizioni, la sua lingua... come fattori d'umiltà e timidezza nei confronti dei popoli “nobili”.

Pertanto, si sarebbe dovuto comprendere che non ci sono popoli senza storia, si sarebbe dovuto capire che non ci sono popoli diversi dagli altri, si sarebbe dovuto capire che il suono della lingua Wémé, che ispira forse ironia, non è che il risultato della trasformazione della lingua Fon, attraverso tutte le tappe della migrazione dell'attuale popolo Wémè, da Hlagba (Wémè Hougégbo) fino a Dangbo, che è il primo luogo di insediamento Wémènous; il che fa dire Wémè-Dangbo, fonte dei nostri antenati nella loro nuova regione, la cui appassionante storia si mostra attraverso movimenti migratori e attraverso valori culturali e tradizionali molto commoventi.


I primi movimenti di insediamento dei Wémènous

Il regno di Dangbo o regno di Wémè venne fondato verso la fine del XVI secolo dal re AGON-GNINHOUAN, antenato molto rispettato dei Wémènous, originario di HLAGBA detta Wémè Houégbo (nei pressi di Cana, nel dipartimento di Zou) da cui emigrò verso l'attuale Dangbo.

In effetti, per proteggere il suo trono dalle minacce del potente reame d'Abomey e contro le ambizioni dei suoi fratelli, AGON-GNINHOUAN, insieme a suo cugino GNAHO, prese il comando di numerosi suoi fedeli e li condusse in una emigrazione lungo il fiume Ouémé, alla ricerca di terre lontane, abitabili e fertili.

Nel corso della loro marcia, affrontarono con successo diversi attacchi da parte delle truppe nemiche. Dopo quello di FANVI, divise le sue truppe in due: una, sotto il suo comando, proseguì per terra, mentre l'altra, guidata da GNAHO, prese la via fluviale.

Alcuni giorni più tardi, AGON, accampato nell'attuale GBADA, sentì il tamburo di GNAHO e comprese che la seconda truppa era sotto attacco.

Fece deviare la sua truppa per andare in soccorso di GNAHO. Arrivato sul luogo (l'attuale Gogbo), riuscì ad annientare le forze nemiche composta da Yourba, decapitò il loro capo, pose la sua testa sul fango e GNAHO, su istruzione di AGON, affondò la terra in profondità nel fango con il suo piede.

AGON decise allora che da quel momento in avanti GNAHO si sarebbe chiamato ZOUNGLA, perché (in lingua fon): Zun e gla o we no zin wan dó dò.


Una veduta della valle dell'Ouémé

ZOUNGLA e la sua truppa proseguirono allora il loro percorso fluviale, mentre AGON e i suoi ripresero il cammino via terra.

ZOUNLGA sbarcò quindi in una zona dove le rive del fiume erano fatte di vaste pianure fertili, coperte di uova di lumaca.

Inviò dei messaggeri a cercare e informare AGON. Quest'ultimo lo autorizzò a insediarsi e chiamò quel luogo HOZIN (ovvero uova di lumaca).

Nel frattempo, AGON e la sua truppa avevano raggiunto una vasta distesa di terra piatta, apparentemente vergine e fertile. Vi insediò le sue truppe e inviò dei ricognitori ad esplorare la zona, in cerca di eventuali fonti d'acqua potabile.

I suoi emissari, già negli immediati paraggi, trovarono delle impronte di piedi umani, le seguirono e giunsero ad una corte reale. Era la corte del re di Kè. Riconobbero il re, indifeso, per il suo abbigliamento ed il viso, nascosto dietro ad un velo di perle. Gli si avvicinarono con rispetto e gli comunicarono la loro sorpresa nel vedere lo stato di spopolamento della sua corte. Senza riserve, il re gli spiegò che la sua corte ed il suo reame venivano periodicamente distrutti dai guerrieri Yoruba. Gli emissari lo misero quindi al corrente delle ragioni del loro arrivo, della presenza delle loro truppe e del loro re. Il re di Kè esternò la sua soddisfazione e li pregò di comunicare il suo invito al loro re. Il re AGON, in seguito al resoconto dei suoi emissari, si presentò al palazzo di Kè dove fu accolto calorosamente. Il re di Kè, che fece sapere di chiamarsi AGAGNON, gli confermò le cause dello spopolamento del suo reame. AGON promise di respingere definitivamente le armate nemiche. Il re AGAGNON, sollevato, si impegnò a cedergli il vasto pianoro dove AGON aveva insediato le sue truppe, promettendogli inoltre un gran numero di altri doni, tra cui un grande villaggio di pescatori detto Gblonkpè (Houédo) e una delle sue figlie in matrimonio, senza dote.

Il re di Ké scortò il suo ospite fino al luogo promesso, che AGON esplorò a lungo e che chiamò DANGBO, diminutivo di Dangbodji che significa terra piatta, fertile ed ospitale e quindi favorevole alla vita umana.

Nella stessa occasione, il re di Ké spiegò come le truppe Yoruba arrivassero via fiume, attaccando e portando a bordo i suoi sudditi, che lì andavano a lavare i panni, prima di dirigersi verso Ké per fare altre vittime. AGON prese nota di queste informazioni e dispose i suoi sudditi a Dangbo, nella zona denominata AHOLOUKO, dove avviarono diverse attività di sussistenza, particolarmente l'agricoltura, l'artigianato e anche dei piccoli scambi commerciali.

Così nacque il regno di Dangbo, pacificamente installato a fianco del regno di Ké, a quel tempo praticamente ridotto ad un pugno di cortigiani.

Dal seguente mese di gennaio, fino al periodo indicato dal re AGAGNON, AGON-GNINHOUAN fece montare la guardia giorno e notte, nascosti dall'erba all'imbarco di Gblonnou, con la direttiva di avvisarlo al minimo avvistamento di truppe nemiche, e di non sparare il primo colpo fino al momento in cui tutte le truppe fossero sbarcate.

E come d'abitudine, i sudditi del re di Ké si dedicarono alle loro abitudini quotidiane in riva al fiume, quando improvvisamente un giorno le truppe Yourba, dopo aver attaccato e imbarcato i sudditi di Zoungla in attività, e dopo essersi sparpagliati ad Hozin e nella zona dell'attuale Avagbodji, lanciarono l'attacco al regno di Ké. Il panico si diffuse tra i sudditi di Ké, nonostante le rassicurazioni date da AGON che, avvertito, raggiunse il luogo alla testa della sua armata, nascosta tra gli arbusti. Quando gli Yoruba furono completamente sbarcati, fu AGON stesso a sparare il primo colpo i suoi soldati si scatenarono immediatamente; questo contrattacco inatteso causò innumerevoli vittime e l'intero campo nemico andò in rotta. Gli ultimi tentarono di battere in ritirata, ma l'inseguimento feroce lanciato da AGON non gli offrì alcuna possibilità: nessun sopravvissuto e molte delle loro imbarcazioni furono catturate.

Di ritorno da quest'inseguimento, che si era protratto fin'oltre la riva opposta, AGON, catturato dalla bellezza della grande pianura su quella riva del fiume, decise di far insediare lì alcuni dei suoi figli e sudditi, creando così il villaggio di nome “Kétonou”, il cui nome significa che quella terra magnifica fu scoperta vendicando le genti di Ké. (Dei difetti di pronuncia nel corso delle generazioni hanno fatto sì che il villaggio sia oggi chiamato Késsounou).

AGON quindi si ritirò, raggiungendo gloriosamente il re di Ké, che organizzò una celebrazione durante la quale rese omaggio al suo ospite, cui consegnò i doni promessi, insieme a sua figlia di nome SAAYO, scelta da AGON. Il figlio nato da quest'alleanza fu chiamato HOUNFIGNON, principe di Wémè per via paterna e principe di Ké per via materna, che diventerà così l'antenato di Wémè a sigillare l'alleanza tra i Wémènous e i Kénous.


Una festa tradizionale Wémè ai giorni nostri

Sempre preoccupato per il completo benessere dei suoi sudditi e per assicurare uno sviluppo economico sufficiente al suo nuovo reame, il re AGON si occupò di installare delle infrastrutture economiche, sociali e culturali. E' in questo contesto che creò il mercato di Dangbo, il quale gli stava così a cuore, che trovò molto presto l'occasione di sacralizzarlo.

In effetti, fin dai primi mesi della sua creazione, il mercato di AGON era stato immediatamente violato da degli altri Yoruba, venuti via terra.

AGON, per scacciare questi nemici, cominciò a piazzare delle sentinelle lungo la strada da cui arrivavano. Quando fu dato l'allarme, AGON non attese l'arrivo dei nemici al mercato ma, alla testa dei suoi guerrieri, gli andò incontro. All'improvviso le due truppe si trovarono faccia a faccia ad Avahounté. Il re Yoruba e i suoi guerrieri, avendo riconosciuto AGON, cercarono in tutti i modi di sparargli, ma ogni volta dai loro fucili non usciva altro che acqua.

I guerrieri di Dangbo, nel frattempo, si occuparono di eliminare l'essenziale delle truppe nemiche e AGON, con uno sparo, ruppe le gambe del re Yourba che crollò a terra. AGON fece prigioniero lui ed il resto delle sue truppe e li portò sulla piazza del mercato di Dangbo, al passo cadenzato delle canzoni improvvisate per celebrare la gloria di AGON-GNINHOUAN.

AGON fece scavare una grande fossa al centro del mercato, fece celebrare le cerimonie in uso e fece entrare il re nemico in posizione verticale, istruendolo di proteggere il mercato, di vegliare sulla sua tranquillità, garantendogli che ogni giorno avrebbe ricevuto delle offerte dal mercato, fece chiudere il buco e fece realizzare una montagnola di terra sacra “Lègba” (ancora al suo posto oggi nel mercato di Dangbo).

Da allora la pace tornò sul mercato, che AGON raccomandò a tutti i figli di Wémè di proteggere, dopo averlo battezzato mercato Djèkpa (dal nome del re Yoruba che è lì seppellito).

Questo mercato, che prendeva vita ogni quattro giorni (ovvero cinque giorni in lingua wémè, fon o goun), più tardi ha cominciato a tenersi ogni due giorni, con maggiori attività ogni quattro giorni, corrispondenti al periodo allora chiamato Dangbo Dahô, ovvero grande Dangbo, o semplicemente periodo di maggiore attività.

Ma respingendo gli attachi Yoruba, AGON non aveva ancora stabilito la pace. Si trovava di quando in quando obbligato a dover rispondere valorosamente agli attachi dei regni di Porto-Novo e di Abomey, e anche a dover attaccare e infliggere sconfitte in casa del grande regno di Abomey.

Il regno di Dangbo appariva quindi come un reame formidabile, in cui i Wémènous, rigogliosi intorno al loro indomabile re AGON-GNINHOUAN, svilupparono tutte le loro attività di base (agricoltura, pesca, commercio, artigianato di vimini e ceramica...) stabilendosi progressivamente nel corso delle generazioni, su tutta la distesa dell'attuale territorio di Wémè.

Ma già AGON-GNINHOUAN si era occupato fin dal principio di stabilire una struttura reale molto forte e di sviluppare le tradizioni ed i siti tradizionali o sacri a Dangbo e Hozin, luoghi che le generazioni seguenti hanno moltiplicato nelle altre località di Wémè.


1 – continua


Questa storia della regione Wémè è raccontata da Papa Joseph Noudéhouénou Hounkonnou, un vecchio notabile di lignaggio reale, segretario dell'Amministrazione coloniale e collaboratore di diversi Capi del distretto, anziano Consigliere Generale della Sottodivisione, conservata da Damase D. Hounkonnou, grande protagonista dello sviluppo della regione Wémè, Ambasciatore della Pace accreditato dalla Federazione per la Pace Universale e la Federazione Internazionale ed Inter-religiosa per la Pace nel mondo e diffusa oggi da Ange Yvon Hounkonnou, Presidente della Ecospirituality Foundation Benin e divulgatore dell'Ecospiritualità nell'Africa dell'Ovest.

 

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