Indigenous Peoples

I Popoli di Madre Terra

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21 Novembre 2017
Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero all’ONU di New York come delegati della Ecospirituality Foundation
Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero all’ONU di New York come delegati della Ecospirituality Foundation

Dalla difesa di Mount Graham, la montagna sacra degli Apache, all’azione per il rimpatrio delle spoglie degli antenati degli aborigeni australiani Wamba Wamba. La difesa della montagna sacra del Popolo Mbog del Camerun e il caso degli allineamenti dei Menhir di Carnac


Accanto alla società maggioritaria esistono altre forme di cultura che, se pur invisibili, viaggiano accanto alla Storia con loro peculiari tradizioni e filosofie.

Sono i Popoli naturali, le comunità Native presenti in tutti i continenti. Culture che non hanno riferimenti etici e spirituali nelle grandi religioni storiche, ma hanno tradizioni, usi e costumi specifici, la cui storia viaggia parallela alla nostra. Al di là delle differenze culturali, ciò che li unisce è il comune riferimento in Madre Terra, intesa come l’unico intermediario possibile con la dimensione del trascendente. La loro comune filosofia è basata sul concetto di ecospiritualità, la filosofia della Natura, un’esperienza di armonia interiore che si estende a tutto ciò che ci circonda, nel rispetto dell’ambiente e di tutte le forme di vita.

Queste popolazioni rappresentano un patrimonio che non deve andare perduto. Ecco perché Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero hanno fondato la Ecospirituality Foundation, una onlus nata con lo scopo di salvaguardare le tradizioni dei Popoli naturali, costituito da uno staff composto da esponenti di Nazioni native da tutti i continenti che hanno trovato un comune riferimento nel concetto di “ecospiritualità”, ricevendo l’incarico dagli esponenti di molte comunità tribali di parlare per loro conto presso le assemblee internazionali.

Per via del lavoro che svolge nell’ambito della salvaguardia delle tradizioni, dei luoghi sacri e della spiritualità dei Popoli naturali l’ONU ha conferito alla Ecospirituality Foundation Onlus l’importante riconoscimento di “NGO in Consultative Status with the United Nations”, titolo che l’ha automaticamente inserita nella “famiglia” delle Nazioni Unite.

Una cerimonia degli aborigeni australiani Wamba Wamba
Una cerimonia degli aborigeni australiani Wamba Wamba

Emblematiche sono le azioni portate avanti da Ecospirituality Foundation come la salvaguardia di Mount Graham, la montagna sacra degli Apache, o l’azione per il rimpatrio delle spoglie degli antenati degli aborigeni australiani Wamba Wamba, senza dimenticare la difesa della montagna sacra del Popolo Mbog del Camerun. Barbadoro e Nattero lottano anche per la difesa delle tradizioni native europee: un caso analogo a quelli citati è il luogo sacro dei bretoni, gli allineamenti dei Menhir di Carnac (Bretagna, Francia), un sito reso inaccessibile alla popolazione locale che tuttavia da tre decenni non smette di lottare per poter nuovamente transitare nel territorio considerato sacro e svolgere i riti a contatto con le grandi pietre, come era sempre stato fatto da millenni.

Tutti casi portati all’attenzione dell’ONU, nelle assemblee dedicate ai Popoli indigeni sia di New York e sia di Ginevra, dando così alle loro lotte una visibilità internazionale.

Dai viaggi in Arizona a contatto con le tradizioni Apache – dice Nattero - è stato intrapreso un percorso diventato un rapporto via via sempre più fraterno con la compianta Ola Cassadore, indimenticata leader degli Apache San Carlos, e con suo marito Mike Davis. Ola Cassadore ha dedicato la sua vita alla difesa della montagna sacra degli Apache, un luogo profanato da un osservatorio astronomico che fin dalla posa delle prime fondamenta è stato oggetto di una grande contestazione internazionale. Per via della strenua battaglia degli Apache nel difendere la loro montagna sacra i maggiori sponsor internazionali si sono via via ritirati, ma non il Vaticano e l’osservatorio di Arcetri”.

L’amicizia fraterna che ha unito Ola Cassadore e il coinvolgimento italiano nel progetto sono stati per Nattero e Barbadoro gli elementi che li hanno spinti ad unirsi nella battaglia degli Apache facendone un caso che è stato portato all’ONU ed è arrivato, in Italia, fino alla discussione in Parlamento. Nella visita in Italia di Ola Cassadore e Mike Davis, organizzata dalla Ecospirituality Foundation, sono state mobilitate tutte le forze a sostegno della loro causa e sono avvenuti importanti incontri con un ampio ventaglio di forze politiche italiane. Lo scopo della visita era quello di chiedere ai partner italiani di rinunciare al progetto, purtroppo senza risultato.

Barbadoro e Nattero all’ONU di New York con il Premio Nobel Rigoberta Menchù
Barbadoro e Nattero all’ONU di New York con il Premio Nobel Rigoberta Menchù

Ola Cassadore: "Mount Graham è la casa del messaggero spirituale del passat, Ga’an. E’ lo spirito che dimora nel monte Graham, conosciuto oggi come il danzatore spirituale della montagna Apache, da cui il Popolo Apache, sin dai tempi dei nostri Antenati e fino alla generazione moderna, dipende per le cerimonie e per la sopravvivenza della nostra cultura."

Un pianeta pressoché sconosciuto nella realtà è sicuramente il mondo privato e i segreti degli aborigeni australiani. Difficile entrare in un contesto così chiuso eppure per una casualità musicale le porte si sono aperte per i due ricercatori: “Un passo importante - ricorda Barbadoro - è stato il viaggio in Australia a contatto con la parte più tribale e nascosta delle tradizioni aborigene. Per via di una serie di contatti già avviati all’ONU di Ginevra e New York, e in occasione di un tour mondiale del LabGraal, è avvenuto un incontro che doveva lasciare il segno”. Infatti il musicista aborigeno Jida Gulpilil, figlio del noto attore aborigeno David Gulpilil, è stato l’involontario tramite del contatto tra Ecospirituality Foundation e gli esponenti della Nazione Wamba Wamba impegnati in un’azione di recupero delle spoglie dei loro antenati, sparsi nei musei di tutto il mondo. L’azione ha avuto un valore simbolico in quanto ha rappresentato un modo per i Wamba Wamba di riappropriarsi delle loro tradizioni e far valere i loro diritti, già fin troppo calpestati.

Dare continuità alle nostre tradizioni – ha dichiarato Jida Gulpilil - per le nostre future generazioni è importante per noi perché lì c'è tutta la nostra storia. Una storia condivisa con la Terra e il collegamento ad essa tramite i nostri totem. Tutto questo è importante, così come è importante la tutela della Terra e il legame con essa, in modo che nostri figli futuri possano capire la responsabilità di proteggere il nostro Paese, le nostre usanze, le nostre credenze, i nostri luoghi sepolcrali e altri luoghi sacri ad essi associati. Siamo stati capaci di superare tanta emotività conflittuale dentro di noi. Abbiamo potuto capire il percorso della nostra cultura. Non voglio essere dimenticato o ricordato in un tempo e in un luogo sbagliato. Avere un giusto riconoscimento per chi siamo, cosa rappresentiamo e a che cosa apparterremo per sempre dopo la nostra vita, è fondamentale per noi."

Nel lavoro presso il Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU i due delegati della Ecospirituality Foundation lavorano da sempre a fianco dei Nativi di tutti i continenti e con loro hanno stilato la Carta dei Diritti dei Popoli Indigeni approvata dalle Nazioni Unite, un traguardo tutto in salita a cui si è arrivati dopo due decenni di lavoro e di discussioni.

Nattero con il Capo indiano Wilton Littlechild
Nattero con il Capo indiano Wilton Littlechild

In questo lungo processo si sono instaurati tra i delegati delle varie etnie rapporti profondi che hanno portato a confronti culturali che hanno permesso di trovare molti punti in comune. In questo ambito sono state raccolte molte testimonianze particolarmente significative, come quella di Chief Wilton Littlechild, Capo del Consiglio Tribale della Nazione Cree del Canada. “Durante gli anni in cui ho lavorato alle Nazioni Unite – ha detto Chief Wilton Littlechild - ho notato che se è vero che parliamo lingue diverse, proveniamo da culture diverse, abbiamo diversi modi di esprimere le nostre conoscenze tradizionali e così via, abbiamo però degli elementi in comune, dei principi in comune. E uno degli aspetti che ci accomuna è il legame spirituale che abbiamo con Madre Terra. Esiste un forte legame spirituale che attraversa le nazioni indigene e che ci unisce, e penso che sia questo legame ad averci dato la forza di lottare in tutti questi anni, senza arrenderci, senza provare frustrazione, continuando a impegnarci, anche senza vedere risultati immediati, per cambiare le cose, per un futuro migliore. Le credenze spirituali, le cerimonie sacre dei nostri popoli: ecco da cosa è costituito questo legame forte, che fa di noi una cosa sola.”

Questi sono solo alcuni esempi dell’azione pluridecennale della Ecospirituality Foundation. In definitiva, il concetto attorno cui ruota tutta l’attività dell’iniziativa è l’ecospiritualità, una way of life di fratellanza e uguaglianza fra tutte le specie viventi. Una ricetta di felicità. I Popoli naturali lo avevano capito, ne hanno fatto tesoro e fortunatamente c’è chi li tutela e ne preserva le tradizioni.

 

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