Scienze |
Viaggio nel sogno lucido |
04 Maggio 2015 | ||||||||||||||||||||||||||||
Cosa rappresenta l'esperienza vissuta nel sogno? Un'altra forma di realtà possibile? O una bizzarria del cervello? L'esperienza del "viaggio sciamanico" nella dimensione del sogno lucido. Una occasione da sperimentare per conoscersi meglio e per aprire porte su altre dimensioni dell'esistenza?
Sogniamo o siam desti? L'esperienza dei sogni porta a porsi molti interrogativi sulla natura dell'esistenza che stiamo vivendo. Che cos'è il sogno? Si apre su altre dimensioni dell'universo oppure è il cervello che attua la sua regia inventando situazioni virtuali e inesistenti?
E allora non ci resta che sperimentare quello che viene definito come "sogno lucido" per verificare quello che accade durante l'esperienza onirica. Una pratica ben conosciuta e sperimentata dall'antico sciamanesimo druidico dei Nativi europei, che costituiva una parte importante del cosiddetto "viaggio sciamanico" attuato nel mondo inferiore e materiale del "Mondo di Abred", che rappresentava la prospettiva vissuta nel nostro universo nato dal Big bang. Un'altra esperienza del viaggio sciamanico era costituita invece dalla pratica della meditazione che consentiva di realizzare l'esperienza trascendente al fuori dalla rappresentazione materiale dell'universo. Il sogno lucido rappresenta oggi una esperienza riconosciuta anche presso la ricerca scientifica moderna che sperimenta allo scopo di studiare meglio i meccanismi ancora sconosciuti del sogno e del cervello. Gli sciamani vi si dedicavano per conoscere le potenzialità implicite dell'esperienza per una migliore conoscenza dell'universo e dell'"altrove". Il sogno lucido può consentire infatti di realizzare un'esperienza che può portare alla relativizzazione dei valori assoluti del condizionamento sensoriale del visibile. Relativizzazione che può liberare la ricerca interiore dai vincoli esperienziali soggettivi e portare all'intuizione dell'esistenza del Mondo Reale posto al di là delle apparenze sensoriali. La natura del sogno Il sogno, nella sua accezione ordinaria, può essere definito come una successione incontrollata di immagini, emozioni e sensazioni. Dall'esperienza popolare e di laboratorio si evince che i sogni sono in grado di manifestare precisi significati che possono avere incidenza predittoria sugli eventi della condizione di veglia. Il loro messaggio alle volte riguarda significati relativi a stati patologici del corpo, oppure alla focalizzazione di situazioni di vita quotidiana. Altre volte i sogni costituiscono la fonte di varie premonizioni sugli eventi futuri del mondo della veglia. In questo caso si tratta di esperienze premonitrici che possono riguardare la vita specifica del soggetto oppure eventi generici della condizione di veglia: dalla visione di incontri futuri che avverranno tra il soggetto e altre determinate persone, alla premonizione del suo coinvolgimento in future situazioni sociali, altre relative ad esempio a incidenti ferroviari e aerei o alla visione di gravi disastri naturali. Nel campo della premonizione onirica accade anche che il soggetto riceva, da parte di qualche figura apparsa in sogno, i numeri da utilizzare per il gioco del Lotto.
La fenomenologia del sogno, sebbene non sia stata ancora ben capita, è stata oggetto di molte speculazioni sia di natura scientifica sia di dissertazione filosofica. Presso molti popoli antichi ha rivestito anche il ruolo di pratica religiosa e profetica. Oggi, la ricerca scientifica dedicata specificatamente all'esperienza onirica viene riconosciuta come "onirologia". L'attività onirica sembra essere stata identificata nell'"Ippocampo", una sorta di forcella che partendo dal "talamo" cerebrale si inoltra nei due lobi temporali del cervello. L'Ippocampo, posizionabile nel sistema limbico, svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine e nella percezione dello spazio. Una parte arcaica del cervello a cui appartiene il "tronco encefalico" che si è sviluppata all'inizio della configurazione cerebrale attuale, dove viene identificata anche la sede dell'Inconscio, la memoria archetipale dell'individuo e, secondo l'antico druidismo, la porta che si apre su altre dimensioni. Il sonno è considerato dallo sciamanesimo druidico come una necessità imprescindibile dell'individuo per il quale la sua privazione può condurre alla pazzia e alla morte. Il bisogno di sonno nelle 24 ore è variabile da individuo ad individuo, ma solitamente si mantiene sulle 7-8 ore per una persona adulta. Una caratteristica del sonno è determinata dall'improvvisa attività REM (Rapid eye movement) a cui si attribuisce la manifestazione dell'attività onirica dell'individuo. Per tale motivo la scienza suddivide il sonno in due fasi: la N-REM e la REM. La scienza strumentale rileva che nel corso del sonno N-REM si osserva la diminuzione della pressione arteriosa e del battito cardiaco. L'EEG registra onde più lente e sincronizzate di quelle della veglia. Nel sonno N-REM tutti i processi metabolici si riducono. Cala la temperatura corporea e diminuisce il consumo di ossigeno. Avviene la secrezione della melatonina. Nella fase REM o "sonno paradossale" l'EEG registra onde rapide e disordinate come nella veglia. La pressione arteriosa aumenta. L'ECG registra l'irregolarità del ritmo cardiaco. Il respiro diviene irregolare. Si paralizzano completamente i muscoli motori del corpo, evento che tuttavia non si verifica nel periodo fetale. Sotto le palpebre abbassate si notano rapidi movimenti oculari isolati o a gruppi (i bursts). È la fase del sogno, così come viene inteso e rilevato il fenomeno da parte della scienza ortodossa.
La fase REM rappresenta una fase di pre-risveglio. La coscienza sembra attivarsi sul piano dello stato di veglia anche se rimane ancora agganciata alla produzione onirica. È il momento in cui si può avere l'impressione di essere svegli ma di non potersi muovere come se si fosse paralizzati a causa di un mancato sincronismo di ripristino tra le "cellule pontine" e il risveglio del soggetto. In una notte si alternano dai quattro ai cinque cicli di sonno comprendenti la fase N-REM e la fase REM. Ci si sveglia fino a 3-4 volte per notte senza tuttavia conservarne ordinariamente il ricordo al mattino, al momento del risveglio. In una notte si alternano ogni 90 minuti di sonno N-REM da 4 a sei episodi di fase REM. Secondo l'antico sciamanesimo druidico la coscienza non si annulla mai e la condizione di sonno è caratterizzata da una precisa sequenza di "stanze" che l'individuo attraversa seguendo un "percorso onirico" che parte dal bordo della condizione di veglia per scendere sino ai più profondi archetipi della mente, dove cervello e astrazione archetipale si incontrano e si fondono. Per poi risalire nuovamente alla prima stanza in un processo altalenante di circa quattro-cinque cicli per notte. Ogni stanza è caratterizzata da una propria specificità e lo stato di coscienza viene a trovarsi in distinte esperienze per ciascuna di esse. 1. La prima Stanza, interpretabile anche come "fase onirica", riguarda la produzione onirica detta del "sogno immaginativo". In questa fase di sonno, che risulta essere un più o meno una forma di assopimento o di dormiveglia, il cervello si disconnette, sul "ponte", dal corpo. La fase è considerata un momento di transizione dalla condizione di veglia a quella del sonno tanto che gli eventi che si manifestano all'esterno possono interferire condizionando il sogno. Ad esempio una goccia d'acqua che cade da un rubinetto mal chiuso può dare occasione di sognare una violenta tempesta o un tamburo battuto ritmicamente.
In questa fase opera l'azione dell'ipnosi che porta a suggestionare il soggetto. Da qui partono segnali che possono raggiungere il Profondo o Inconscio e produrre ad esempio una anestesia su base ipnotica. In questa fase si manifestano le cosiddette "immagini oniriche" costituite da spontanee e varie rappresentazioni che possono riguardare i più disparati soggetti, come paesaggi o situazioni di ambiente urbano. Appaiono improvvise, mostrandosi solitamente di colore grigio-marroncino, ma talvolta anche a forti colori e con la loro netta messa a fuoco. Si ritiene che questa fase, nella risalita del "percorso onirico" l'individuo entri per pochi istanti nello stato di veglia per poi riaddormentarsi ripetendo il ciclo di "caduta" e "risalita" corrisponda a quello che viene definito dalla scienza come "fase REM". Già allora, i ricercatori dell'antico druidismo osservavano i movimenti dei globi oculari del dormiente in rapida sequenza di posizione al di sotto delle palpebre, che oggi i ricercatori onironauti identificano come la manifestazione della probabile e unica forma di sogno. 2. La seconda Stanza riguarda la produzione onirica detta del "sogno personale" che ha per oggetto situazioni vissute dal soggetto. Situazioni non risolte della giornata vissuta nella veglia o ripetibili per autogratificazione. Qui può capitare di rivisitare ricordi dell'infanzia modificandoli o semplicemente rivivendoli operando delle guarigioni di natura psicologica. In questa Stanza l'individuo è soggetto all'azione della produzione cerebrale, anche se può accadere che gli risulti di essere consapevole di sognare. Questa fase del sogno è caratterizzata dalla mutabilità delle caratteristiche del sogno che può variare lo scenario come si trattasse di un palcoscenico rotante che mostra all'improvviso ambientazioni diverse. 3. La terza Stanza riguarda l'esperienza onirica a fronte di porte che si aprono su dimensioni non convenzionali dello spazio-tempo. Qui si può entrare in contatto con un altro dormiente condividendo eventualmente lo stesso sogno. Si possono raccogliere percezioni divinatorie su eventi che accadranno l'indomani nel mondo della veglia. Si possono incontrare persone defunte. Si possono incontrare persone che vengono dal futuro. Abitanti di altri mondi dell'universo. Ovviamente la realtà di questi personaggi deve essere sempre verificata, poiché molto spesso sono creazioni del proprio inconscio che cerca interlocutori.
L'individuo, in questa fase del sogno, se ha realizzato la pienezza del sogno lucido, può operare alla modifica delle situazioni, creare oggetti, manipolare l'ambiente a suo piacere, creare avatar senza vita con cui dialogare o giocare. Addirittura si possono concertare incontri preordinati tra più dormienti. Qui in questa stanza si possono trovare "cunicoli" che trasportano verso dimensioni di esistenza assolutamente diverse, pur essendo sempre parte del cronotopo, dove possono incontrare creature senzienti in grado di dialogare in maniera razionale. Le credenze druidiche, e di altri popoli naturali, affermano che uno di questi cunicoli può portare alle "grandi praterie del cielo", in pratica all'Aldilà, al regno dei morti da cui difficilmente potrà tornare indietro. A meno che non si superi quest'ultima apparenza della mente e si entri nel bianco "Mondo di Gwenved" da cui, nella veste di "Ardra", si potrà poi fare brevi ritorni per aiutare la vita sulla Terra e nello spazio. 4. La quarta Stanza riguarda l'esperienza onirica detta del "sogno archetipale" che si apre sull'Inconscio come se questo fosse un vero e proprio "black hole". Esiste una esperienza possibile a farsi sull'orizzonte degli eventi, costituita dapprima da ambienti simbolici come lo specchio d'acqua a sfondo sessuale di Freud, poi di colori fantasmagorici che comprendono anche colori mai visti dallo spettro visivo ordinario. Ma poi se si supera l'orizzonte degli eventi di questo black hole ecco che si precipita inesorabilmente dentro alla buia singolarità dell'Inconscio, dove si ritrovano gli elementi della memoria collettiva della vita del pianeta e il bagliore vibrazionale dell'entanglement che unisce in un sol corpo tutto l'universo. Una esperienza da evitare. Presso gli antichi sciamani non risulta il ricordo di qualcuno che abbia superato questo orizzonte degli eventi e che sia ritornato a raccontare la sua esperienza poiché era ritenuto che si disgregasse e tornasse alle potenzialità dell'Annwin, la dimensione del caos.
Era loro convinzione che la naturale fisiologia ordinaria del cervello possedesse canali in grado di attingere e di restituire dati da questo pozzo infinito e terribile. Secondo l'antico sciamanesimo druidico, arrivato a questa ultima stanza l'Io consapevole iniziava la risalita verso la prima stanza per ricominciare la successiva discesa per un ciclo di almeno quattro-cinque volte per la durata complessiva della condizione di sonno. Prima però l'individuo si affaccerà nuovamente per pochi istanti nella condizione di veglia per cogliere percezioni di allarme o di richiamo per poi calarsi nuovamente nel sonno. Probabilmente questo evento potrebbe essere fatto risalire ad una memoria arcaica quando l’individuo per motivi di sopravvivenza non poteva permettersi dormire per sette-otto ore o più abbandonandosi alla mercè di pericoli ambientali, belve e nemici, che potevano avvicinarsi e attentare alla sua incolumità. Il sogno lucido Non è difficile realizzare l'esperienza del "sogno lucido". Esso si basa essenzialmente sulla capacità dell'ottenimento e del mantenimento dello stato di consapevolezza dell'individuo che deve riuscire a portare anche dentro al sogno stesso. Lo stato di consapevolezza non è una caratteristica dello stato di veglia, ma, secondo l'antico druidismo, è presente anche nella condizione di sonno. Per lo sciamanesimo druidico non esiste uno stato di veglia che possa distinguersi da quello onirico vissuto nel sogno. Entrambe le due condizioni sono prodotte dal cervello e si può concepire un "sogno diurno" e un "sogno notturno". Il sogno diurno è prodotto dal cervello per mettere in relazione gli individui e tutte le altre forme viventi sul piano cosiddetto "primario" costituito dalla materia. Quest'ultima intesa come limite percettivo dell'individuo dell'energia del Big bang che gli si presenta come materia, dentro al quale si sviluppa ogni esperienza possibile della condizione di veglia. L'interazione con la dimensione del piano "primario" consente di fare esperienza con le altre forme di vita, di attuare una cooperazione di specie e di poter accedere alle risorse ambientali. Tutto per sostenere l'unità vivente.
Il sogno notturno, secondo la cultura druidica, è anch'esso prodotto dal cervello, ma allo scopo di permettere un riassetto della memoria e delle emozioni dell'individuo. Ma anche per consentirgli di esplorare altre dimensioni che non sono raggiungibili nella condizione di veglia in quanto essa è funzionale all'interazione con le cose del mondo primario e non oltre. In effetti, per citare un esempio, nelle esperienze di trance divinatoria o "medianica" occorre entrare nella specifica condizione di sonno per poter aprire le giuste porte di comunicazione con l'Inconscio. Non di meno, la meditazione, se condotta con i valori dettati dal piano primario dell'esistenza, che si trova al di fuori del contesto e dal senso di una trascendenza, porterà sempre e solo all'ottenimento di un benessere di natura psicofisica legata al corpo e alla mente che sono elementi materiali. Per ottenere con la meditazione esperienze mistiche reali, che vanno oltre i limiti imposti dalla "bottiglia" in cui vive l'individuo costituita dalla produzione vibratoria del Big bang che riconosciamo ordinariamente come universo, occorre trascendere la manifestazione del sogno notturno e quello diurno e quindi uscire dai limiti posti dalle funzioni fisiologiche e astratte del cervello. Ovvero superare la dimensione della mente. Ma questa è un'altra questione da affrontare in un altro momento. Si diceva che la consapevolezza è un evento essenziale che può consentire l'attuazione del sogno lucido. Occorre valutare che il cervello possiede un’attività di "censura" basata sulla salvaguardia della sopravvivenza dell'individuo. Essa si manifesta sul piano primario preservando l'individuo dalle azioni deleterie derivanti dall'utilizzo delle risorse che lo portano ad interagire con gli altri e con la materia. Lo preserva dalle morali del "mondo degli altri" basato sulla materia e dai pericoli che possono derivare da un cattivo utilizzo della materia come il fuoco, la gravità e l'alimentazione venefica. Ma esiste anche una censura onirica preposta a tutelare l'attività funzionale del sogno diurno e notturno dell'individuo nella materia. Nella condizione di sonno la censura onirica tende a far dimenticare l'attività di veglia per poter far sì che l'azione di riparazione emotiva e di riassetto fisiologico del cervello possa effettuarsi senza intralci. Questa stessa censura onirica, al risveglio del soggetto, tende a cancellare i ricordi per consentire la conduzione dello stato di veglia senza disturbi valutativi.
Non solo. Se i ricordi possono essere legati ad episodi onirici traumatici, essa provvede a trasformarli in eventi piacevoli e comunque diversi dall'origine, oppure a renderli di natura simbolica. Questi ricordi falsati sono comunque sempre possibili da interpretare, ma solo con strumenti di cognizione di causa come l'interpretazione psicoanalitica, popolare o utilizzando il metodo della cosiddetta "catena associativa". Accade che la consapevolezza di star sognando si manifesti spontaneamente durante il sogno, ma solo sviluppando lo stato di consapevolezza continuativo, che inibisce l'azione della censura onirica, e con una precisa prassi operativa si può realizzare il "sogno lucido" ovvero sognare gestendo l'evento per i propri bisogni. In tal modo si può esplorare il mondo onirico allo scopo di puro divertimento personale oppure per attuare una attenta esplorazione del mondo onirico creando oggetti, avatar, ecc. Il sogno lucido può essere considerato fonte di divertimento e di curiosità per esperienze a tutto campo e può parallelamente costituire un mezzo per capire meglio i processi cerebrali e le zone deputate alla realizzazione dei sogni. Ma in ogni caso rappresenta una eccezionale occasione per sviluppare una esperienza profondamente mistica. Il fatto di esercitare il proprio stato di coscienza può consentire il rafforzamento dell'Io consapevole di ciascun individuo, sottraendolo alla soggettiva virtualità dei sensi e del diorama olografico prodotto dalla mente, aprendolo a nuove esperienze percettive della natura reale dell'esistenza. Ma soprattutto il sogno lucido, che non si differenzia dalla fisicità del mondo della veglia, consente di rendersi conto e di capire che si è prigionieri dei limiti imposti dalla materia prodotta dalla percezione del nostro cervello che ci consente di vivere e spaziare in un sogno notturno e in uno diurno. Come se fossimo chiusi dentro ad una bottiglia dispersa nel mare infinito e invisibile dello Shan, l'esistenza degli antichi druidi, la realtà immateriale del tutto che ospita altre bottiglie come la nostra e che si rivela solamente alla percezione dell'Io consapevole nell'esperienza della meditazione, consentendogli una empatia cosmica che si apre sulla morte come ad una verità certa e assoluta.
La prassi del sogno lucido Per prima cosa, per la buona riuscita dell'esperienza del sogno lucido si ribadisce che è fondamentale sviluppare e mantenere il proprio stato di consapevolezza. Prima di tutto attuandolo nella condizione di veglia. Questo si può ottenere attivando l'attenzione percettiva dei particolari dell'ambiente in cui ci si trova. Ad esempio, passeggiando, raccogliere i dati dell'ambiente, persino dei propri abiti e del proprio stato d'animo, come se in quella situazione si fosse dentro ad un sogno, che potremmo definire con il termine druidico di "sogno diurno". Solitamente si cammina o si compiono gesti completamenti persi nei propri pensieri. Molti non si rendono nemmeno conto del controllo che stanno usando per muovere le proprie gambe. Per seconda cosa, è altresì fondamentale tenere un diario dei sogni ordinari. Questa modalità rappresenta un allenamento personale che deve portare al consolidamento della capacità di ricordare i sogni. Scrivere ogni possibile dato dei sogni che si ricordano è un processo chiave che lega al mondo onirico e aiuta l'attuazione del sogno lucido. Quando ci si sveglia, occorre cercare di non muoversi dal giaciglio e cercare di ricordare il sogno fatto. Subito dopo, senza rimandare, scrivere subito una sua sommaria narrazione poiché il ricordo dei sogni, per via della censura onirica, tende a svanire molto rapidamente. Da farsi anche se al risveglio si ricordano solo frammenti, senza dover attendere di ricordare il sogno per intero. E se ci si sveglia senza ricordare nulla è necessario annotare anche questo dato.
È da valutare che ordinariamente i sogni che si ricordano sono essenzialmente quelli vissuti nella fase REM, poco prima del risveglio. Qui di seguito una delle prassi di sogno lucido estrapolate dalle tecniche dell'antico sciamanesimo druidico: 1. Rimanendo in una situazione interiore di tranquillità provvedere a coricarsi con la ferma idea di intraprendere un viaggio nel sonno. 2. Rimanendo supini, chiudere gli occhi, rilassare le membra e mantenendo lo stato di consapevolezza lasciarsi andare scivolando nel sonno della fase dell'assopimento. 3. Attendere la spontanea materializzazione delle "immagini oniriche" negli occhi. Solitamente sono immagini che, come delle "cartoline", mostrano situazioni, ambientali o umane, statiche. Si presentano solitamente grigie-marroni e indistinte, ma può accadere che esse si mostrino anche luminose con forti colori e ben distinte nella loro messa a fuoco. Lo sciamanesimo druidico per quanto riguarda questa fase, invita a non dar seguito alle immagini, di colore verdastro, che eventualmente dovessero comparire mostrando figure antropomorfe o altre immagini sconosciute o mostruose in quanto non appartengono all'area sperimentata e non servirebbero assolutamente allo scopo. 4. Una volta manifestata l'immagine, occorre "agganciarla" impedendo che si dissolva, utilizzando sempre la propria consapevolezza 5. Mantenere fissa l'immagine onirica per sperimentare di "entrarci dentro" al fine di giungere a farne parte. È come se le si vedesse a distanza per poi calarsi dentro ed entrare a farne parte come essere da sempre parte della cartolina, ma questa volta vedendo il contenuto in primo piano. Focalizzare la propria presenza nell'immagine stessa come spettatore passivo. In queste prime fasi lo sciamanesimo druidico, nella considerazione di star compiendo un "viaggio sciamanico", tende ad avvalersi anche dei cosiddetti "Compagni Magici" che lo guidano più facilmente verso l'attuazione del sogno lucido. 6. Quindi, mantenendo il proprio stato di lucidità, consapevolizzare di trovarsi dentro ad un sogno e sperimentare di divenire un attore attivo che si muove nell'immagine, come se ci si trovasse nello stato di veglia in relazione agli oggetti contenuti nel sogno, senza che questa svanisca. A questo punto l'ambiente onirico diverrà leggermente più luminoso e con una migliore messa a fuoco consentendo di poter muoversi senza difficoltà.
7. Sperimentare le opzioni creative che sono possibili dentro al sogno lucido: - verificare la capacità di movimento, come saltare, volare, rimanere sospesi per aria, camminare lungo le pareti - verificare la capacità di toccare gli oggetti, di sentire odori, di respirare - verificare la capacità di sentire la solidità del terreno sul quale si cammina - leggere un testo presente nel sogno e verificare se è comprensibile e si mantiene il ricordo - guardarsi ad uno specchio per vedere se restituisce la propria immagine - creare oggetti di ogni genere - creare degli "avatar" con cui confrontarsi - sperimentare azioni creative modificando o cambiando scenari del sogno. 8. Una volta stabilizzata la permanenza nel sogno, sperimentare l'attività di esplorazione dell'ambiente onirico esterno: - mettersi in cammino, o volare, sino ad abbandonare il luogo base per iniziare a visitare l'ambiente circostante - nell'esplorazione si possono incontrare possibili interlocutori, come altri occasionali sognatori oppure entità medianiche - si può anche attuare un sogno condiviso con altri concertato preventivamente sulla base del "testimone onirico" di riferimento 9. Attendere la manifestazione spontanea dei "tunnel onirici" per eventualmente inoltrarsi ed esplorare altre situazioni oniriche in dimensioni parallele. Ultima cosa fondamentale da osservare, oltre al mantenimento dello stato di consapevolezza e alla stesura del diario, è la perseveranza della pratica. Non importa se i risultati tardano a venire o sono incompleti. È assolutamente importante avere la ferma volontà di continuare. I risultati che si otterranno compenseranno largamente gli sforzi impiegati per giungere all'esperienza del sogno lucido. Potrebbe capitare che nella risalita spontanea verso la prima Stanza si abbia l'impressione di essersi svegliati e di essere nella condizione di veglia provando ad alzarsi e muoversi per la propria stanza, ma sempre ancora nel sogno lucido. A questo punto, se c'è il dubbio, è sufficiente tentare di volare e a questo punto il riuscirci rivela che è ancora un sogno. Ma spesso accade che in questa situazione il cervello, se non c'è stato un effettivo motivo di allarme o di richiamo, stia ancora mantenendo il distacco dal corpo, per cui se proprio l'individuo tende a svegliarsi sperimenterà per qualche lungo istante di essere immobilizzato nel letto, tanto da non poter muovere una mano per accendere la luce.
Poi il cervello attiverà la sua funzione sul corpo e la sensazione svanirà. Induzione del Sogno Lucido con la Nah-sinnar La visione onirica è possibile anche attraverso la pratica musicale della Nah sinnar, l'antica musica dello sciamanesimo druidico. In questo caso il Profondo, o Inconscio, produce sulla sua sollecitazione musicale situazioni oniriche che possono essere gestite allo stesso modo di quanto avviene nel sonno. L'utilizzo della Nah-sinnar rende più facile l'esperienza onirica in quanto la sua produzione è vivida e incisiva. Si ottengono effetti permanenti e ben ricordabili al termine dell'esperienza. La musica particolare della Nah-sinnar fu ideata millenni orsono dall'antico sciamanesimo druidico dei Nativi europei propriamente allo scopo di consentire attraverso una comunicazione con l'Annurat, il Profondo o Inconscio, una serie di eventi di natura terapeutica, divinatoria e di esplorazione della varie dimensioni dell'universo. Questa musica è costruita su precisi parametri matematici che sono stati anche identificati nelle proprietà dei numeri primi. La sequenza delle note è in grado di sollecitare il Profondo a produrre reazioni programmate in anticipo, come il rilassamento spontaneo delle membra o la pacificazione della mente con lo svuotamento altrettanto spontaneo di pensieri. La Nah-sinnar agisce in pratica come una sorta di agopuntura virtuale basata sui moduli musicali applicati a bisogna. Uno degli effetti più clamorosi della Nah-sinnar è quello di sollecitare il profondo alla produzione della cosiddetta "Visione onirica" che corrisponde all'esperienza del sogno lucido. L'esperienza avviene solitamente in un gruppo di persone che si siede in cerchio intorno a uno sciamano che a mezzo del flauto, o anche di una tastiera, esegue la giusta melodia. Quello che avviene è sorprendente. Le persone che realizzano la Visione onirica si ritrovano all'improvviso in altre situazioni ambientali, dimenticando dove si trovavano prima, a meno che, come avviene per la tecnica del sogno lucido, abbiano mantenuto la loro consapevolezza. La Visione onirica può avere una funzione terapeutica poiché consente di rivivere eventuali eventi del passato di cui si era rimosso il ricordo e che avevano prodotto traumi e fobie nel presente. La loro presa di coscienza può aiutare pertanto a superare blocchi psicologici in maniera veloce e concretamente effettiva. Ma può anche aiutare a comprendere l'esistenza di malattie non ancora conclamate che sono in atto mostrando situazioni simboliche che facilmente sono riconducibili agli organi interessati. Altre volte gli onironauti hanno trovato risposta a loro quesiti personali di natura psicologica e di natura sociale.
Nella Visione onirica l'esperienza degli onironauti può spaziare per tutta la Terra. Si possono trovare all'improvviso a camminare su un prato verdeggiante con tanto di vento e di suoni di uccellini che svolazzano nel cielo terso, com'è accaduto ad increduli psichiatri che volevano sperimentare le proprietà di questa musica. Oppure trovarsi nella savana africana. Altre volte ancora c'è stato chi si è trovato nella Piazza Rossa di Mosca o sulla passeggiata di una nave da crociera, ovviamente senza essere percepiti dagli altri astanti. Ma la cosa più straordinaria, che apre un discorso di questo genere di esperienza, in ogni caso sempre da verificare, è quella rappresentata dalla visitazione di luoghi nello spazio celeste. Come la Visione che riguardava una sonda sulla superficie di Marte la cui descrizione tecnica, poi verificata sul sito della NASA, corrispondeva nei più precisi particolari assolutamente ignorati prima dell'esperienza di Visione. Ancora più straordinaria è l'esperienza spazio-temporale che porta l'onironauta a viaggiare attraverso il tempo, visitando le ere più lontane del passato della Terra ed esplorando il futuro cogliendo dati che possono essere utili per la veridicità dell'esperienza. In casi di improvvisati onironauti, proiettati in un futuro abbastanza vicino, le esperienze vissute sono state confermate dai fatti di cronaca che si sono verificati così come erano stati osservati nel corso della Visione. L'esperienza di Visione onirica attuabile con la Nah-sinnar rappresenta un ben più facile approccio a quella del sogno lucido attuato con la sua prassi, in quanto non necessita di particolari tecniche e la cui durata è brevissima, anche se l'onironauta ritiene che abbia interessato un tempo decisamente maggiore. Non solo: il soggetto ha la possibilità di ricordare con perfetta lucidità l'esperienza vissuta senza essere soggetto all'azione della "censura onirica". Un valido incentivo per chiunque desideri sperimentare il mondo segreto dei sogni, fare esperienza delle dimensioni alternative dell'esistenza e saggiare la percezione interiore di una realtà che esiste al di là del sogno notturno-diurno. Dedikert til min Master R. Schultz for sin uendelige tålmodighet med som veiledet meg i vinden. |