Scienze

La prima sonda Nasa nell'orbita di un asteroide

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08 Settembre 2011

Illustrazione della sonda Dawn che la NASA ha messo in orbita attorno all’asteroide Vesta


Per la prima volta una sonda è entrata in orbita attorno ad un asteroide. Dawn della Nasa ruota nelle vicinanze di Vesta da un’altezza di 16 mila chilometri ma ora la sua quota si abbasserà progressivamente. Tutto è accaduto a 188 milioni di chilometri dalla Terra dopo che il veicolo spaziale era stato lanciato quattro anni fa il 27 settembre 2007.

L’operazione era ad alto rischio per due motivi. Il primo e più importante è che per effettuare con sicurezza un inserimento in orbita attorno ad un corpo celeste bisogna conoscerne esattamente le dimensioni e la massa. Per Vesta questi due dati erano solo stimati attraverso le osservazioni soprattutto compiute con il telescopio spaziale Hubble. La seconda incognita riguardava il propulsore della sonda che nelle ultime settimane aveva avuto un momento di cattivo funzionamento e se di nuovo emergeva qualche anomalia durante l’operazione (una lunga caduta a spirale) poteva compromettere l’intera missione.

Nel caso specifico bisogna ricordare che Dawn impiega un propulsore ionico collaudato in passato durante la missione interplanetaria Deep Space-1. Questo tipo di motore fornisce bassissime spinte (90 millinewton) per tempi molto lunghi raggiungendo rendimenti superiori a quelli dei motori chimici tradizionali che hanno elevate spinte ma per tempi molto brevi.

La missione della Nasa nasce come frutto della collaborazione internazionale ed include l’agenzia spaziale tedesca Dlr e quella italiana Asi. La nostra agenzia collaborando con il Jet Propulsion Laboratory della Nasa ha fornito uno spettrometro che compilerà una mappa della superficie di Vesta nella radiazione infrarossa e nel visibile rivelando natura e caratteristiche del suolo. Uno strumento importante, dunque, e decisivo in questo tipo di ricerche cosmiche.

L’apparato è stato sviluppato da Angioletta Coradini dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e rappresenta un’evoluzione rispetto ad un apparato analogo realizzato per la sonda Rosetta dell’Ente spaziale europeo in viaggio verso la cometa Churyomov-Gerasimenko. «Si tratta di una tecnologia per gli studi dei pianeti che ha una lunga storia – nota Enrico Flamini, responsabile delle missioni planetarie dell’Asi – perché il primo spettrometro ad immagini si realizzò a partire dal 1997 per la missione Cassini ancora in corso intorno a Saturno. E sarà imbarcata anche sulle prossime missioni verso Giove e Mercurio della Nasa e dell’Esa».

La missione Dawn è stata varata per studiare i due asteroidi maggiori del sistema solare e presenti nella fascia asteroidale tra Marte e Giove, cioè Cerere e Vesta. Il primo e il più grande, venne scoperto nel 1801 da Giuseppe Piazzi dall’Osservatorio di Palermo; Vesta (era la dea romana del focolare domestico) dal tedesco Heinrich Wilhelm Olbers sei anni dopo, nel 1807. Mentre la natura del primo è varia e contiene anche ghiaccio il secondo è totalmente roccioso.

Molte meteoriti provengono da Vesta. Il suo diametro è di 550 chilometri (per fare un confronto, quello della nostra Luna è di 3.476 chilometri) ed è noto per essere l’asteroide più luminoso e per questo talvolta l’unico ad essere visibile ad occhio nudo.


L’asteroide Vesta in una immagine ravvicinata inviata dalla sonda della NASA

La sonda Dawn ora in orbita procederà nell’esplorazione in tre fasi sempre più ravvicinate: la prima a 2700 chilometri d’altezza, la seconda a 680 chilometri e la terza ancora più a bassa quota volando a soli 200 chilometri scorgendo sicuramente dettagli incredibili. Interessante sarà studiare ad esempio il grande cratere che copre l’80 per cento della sua superficie, frutto di un pesante impatto. «Dopo un anno di ricognizioni Dawn riprenderà il viaggio – precisa Carol Raymond del Jet Propulsion Laboratory della Nasa che governa la missione – per raggiungere Cerere nel luglio 2012. E allora comincerà un’altra avventura».

Indagare gli asteroidi è importante per conoscere le origini del sistema solare essendo questi corpi relitti primordiali della sua formazione non alterati dal tempo. E Cerere, con il suo diametro di 960 chilometri, è il gigante di questi corpi. Per questo dopo la riclassificazione del sistema solare nella quale Plutone è stato cancellato dall’elenco dei pianeti, assieme allo stesso Plutone è oggi definito Pianeta nano. Vesta (stratificato con nucleo, mantello e crosta), invece, non è abbastanza grande per appartenere a questa categoria; però è giudicato estremamente interessante tanto da essere definito un proto pianeta perché i suoi primi passi di formazione sono stati gli stessi di Mercurio, Venere, Marte e pure della Terra.

Ma presto ne sapremo di più grazie agli «occhi» di Dawn che lo scrutano ormai da vicino. «Oggi celebriamo un incredibile passo avanti con l’entrata in orbita per la prima volta di un veicolo spaziale intorno ad un corpo della grande fascia degli asteroidi – sottolinea l’amministratore della Nasa Charles Bolden –. Le ricerche di Dawn dell’asteroide Vesta segneranno un passo avanti nella conoscenza di questi corpi e aiuterà ad aprire la strada verso le future esplorazioni umane. Il presidente Obama intende mandare astronauti verso un asteroide per il 2025 e Dawn raccoglierà dati importanti per raggiungere questo obiettivo».


(Dal Corriere della Sera del 17 luglio 2011 – Per gentile concessione dell’Autore)


Giovanni Caprara, giornalista e scrittore, è responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera

 

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