Scienze

Nikola Tesla: la Scienza Proibita

Stampa E-mail
12 Gennaio 2012

Lo scienziato Nikola Tesla

Teorie e scoperte “eretiche” soppresse dall’establishment scientifico


"La scienza è solo una perversione se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità"  Nikola Tesla

Scienza, tecnologia e potere economico
Secondo il pensiero di Nikola Tesla, una delle più grandi menti scientifiche di tutti i tempi, scienziato, inventore e - come lui stesso si definiva - scopritore, indiscusso protagonista del panorama scientifico a cavallo tra il XIX e XX secolo, “la scienza è solo una perversione se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità”.
Confrontando il senso di questo ideale con il modello di scienza che invece si è affermato nella nostra società, non si può fare a meno di constatare con rammarico che il principio filosofico che dovrebbe alimentare la scienza secondo un modello di ricerca tesa all’indagine del mondo e dell’universo, libera da dogmi e preconcetti e finalizzata al benessere dell’umanità, è stato profondamente disatteso.
Siamo indotti a credere che il progresso tecnologico della nostra era sia il naturale sviluppo del bagaglio conoscitivo conquistato con una libera ricerca scientifica al servizio dell’uomo.
In realtà le cose non stanno precisamente in questo modo: la ricerca scientifica è sempre stata pilotata, appannaggio di potenti lobby economiche che non potevano esercitare il loro potere senza controllare la ricerca tecnologica che da essa deriva e che hanno sempre tratto enormi vantaggi dalla sua applicazione sociale, oppure è stata spesso alimentata da interessi militari.

E’ questo il quadro che emerge da un’analisi condotta tra le pieghe della storia delle “scoperte scientifiche non autorizzate”, attraverso la rassegna di un’impressionante mole di dati e di personaggi che sono stati relegati in un profondo oblio, soggetti a vere e proprie campagne di disinformazione e denigratorie se non addirittura persecutorie.

Ripercorrendo la cronaca di grandi scienziati come Tesla, Todeschini, Reich e tanti altri ancora più o meno noti, dei loro studi non convenzionali e dei risultati sperimentali che hanno ottenuto, fortemente in contrasto con le più accreditate teorie della scienza ufficiale, si scopre che il grado di benessere tecnologico, di civilizzazione e di progresso dell’umanità potrebbe essere decisamente più avanzato dell’attuale se anche il know-how soppresso, prodotto da questo “fronte ribelle” di scienziati, fosse stato preso in maggiore considerazione.


Tesla all’opera nel suo laboratorio

Esiste un vero e proprio mondo sommerso di teorie scientifiche, esperimenti ufficiali, studi secretati da enti governativi, ricercatori non allineati e così via, di cui pochissimi, tranne gli addetti ai lavori, sono a conoscenza.

Di questo universo scientifico eretico non si fa assolutamente menzione nei libri di scuola, né tanto meno nelle pubblicazioni ufficiali. Un sottobosco scientifico che comunque trae la sua origine dal mondo accademico, poiché gli artefici di questi studi fuori dai canoni riconosciuti non sono degli improbabili ciarlatani o anonimi ricercatori improvvisati, bensì spesso esimi titolari di cattedre universitarie insigniti di Premi Nobel, nonché autorevoli firme sulle più prestigiose riviste scientifiche mondiali.
E allora viene da chiedersi: perché i loro lavori non hanno ricevuto la dovuta attenzione? Forse perché sono rimasti oscurati dall’ombra dei più blasonati scienziati che evidentemente devono la loro fortuna al fatto di essere allineati con interessi di parte?
Molto spesso sono stati contemporanei nonché antagonisti degli scienziati che hanno fatto la storia della scienza a cavallo di quel fervido periodo della ricerca che va dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento. Conseguentemente alla loro progressiva presa di distanza dalla scienza ortodossa - divenuta, secondo il loro pensiero, solo strenuo difensore delle teorie “comode” e ordinariamente accettate, anche se colme di lacune e punti interrogativi - sono stati additati come divulgatori di concetti “eretici”, rievocando così inquietanti comportamenti di retaggio inquisitorio.

Intraprendendo un viaggio di studio in questo affascinante panorama di scoperte mai rese note, di teorie eleganti, semplici ed esaurienti sulla struttura della materia e dell’universo, ma osteggiate dalla comunità scientifica ufficiale perché destabilizzanti per lo status quo culturale ed economico della nostra società, si constata infatti che nonostante siano passati molti secoli dal nefasto periodo oscurantista medievale e il progresso e la cosiddetta civilizzazione abbiano sgombrato il campo dai fantasmi di stampo inquisitorio, lo stato delle cose nel campo della ricerca risente purtroppo ancora del ruolo che esercita l’ordine scientifico costituito (spesso contaminato da influenze dai connotati religiosi).

Gettare discredito su chi “canta fuori dal coro”, arrogandosi il diritto di vagliare cosa in campo scientifico merita di essere indagato o meno è una delle strategie messe in atto dall’establishment scientifico per mantenere arroccato il proprio potere.
Ancora oggi quindi si assiste al tentativo di stabilire a priori cosa sia “ricerca”, quali siano i dettami da seguire, cosa è rimasto da indagare e così via, come se fosse ipotizzabile raggiungere un punto in cui non ci sarà più nulla da scoprire del nostro universo, e tutto questo nonostante un elevato numero di scienziati sia concorde nell’affermare che in realtà sono moltissimi gli aspetti ancora ignoti agli addetti ai lavori sulla struttura e sul funzionamento della natura.


La bobina di Tesla

Il risultato di questo meccanismo valutativo - prodotto ad arte perché si insinui nell’opinione pubblica e basato su un limite interpretativo della mente umana che induce a giudicare l’attendibilità di un’informazione in relazione alla sua compatibilità con il bagaglio di conoscenze già acquisito nella propria limitata esperienza - è lo stesso con cui hanno dovuto nel tempo fare i conti alcuni illustri scienziati come Nikola Tesla, Wilhelm Reich, Pier Luigi Ighina, Ruggero Santilli, Marco Todeschini o ricercatori autodidatti come Edward Leedskalnin, John Hutchison e altri ancora.
Le loro scoperte, se opportunamente divulgate, non solo avrebbero potuto scardinare le baronie accademiche costruite sulle intoccabili teorie ufficiali, ma avrebbero rischiato di far riscrivere letteralmente i libri di fisica.

Il sogno di Nikola Tesla: dall’antigravità alla “free energy”
Immaginiamo ad esempio l’impatto che avrebbe avuto il sogno di Nikola Tesla (in parte solo accarezzato dal suo tempo) di produrre energia libera per tutta l’umanità. Egli con il suo genio creativo aveva già inventato o scoperto componenti elettrici assolutamente inimmaginabili per il suo tempo, come una particolare dinamo, la radio, le microonde, la trasmissione dell’energia senza fili e soprattutto la corrente alternata con la quale oggi noi illuminiamo le nostri notti. Aveva trovato, un secolo fa, il modo di realizzare il suo ambizioso sogno grazie a delle sperimentazioni sbalorditive (famose quelle ottenute con il “trasmettitore di amplificazione” di Colorado Springs, in America, che hanno ispirato anche il film Prestige di Christopher Nolan).

Con i suoi esperimenti aveva più volte dimostrato la fattibilità della sua straordinaria quanto semplice teoria. Era giunto a padroneggiare il fenomeno della corrente elettrica, imitando e riproducendo gli altissimi potenziali elettrici presenti in natura nei fulmini, portandola a frequenze altissime e sviluppando potenze mai più eguagliate dall’uomo (trasmetteva energia fino a 10.000 ampere per 100 milioni di volte per una potenza di un terawatt – 1.000.000.000.000 di watt) ma soprattutto aveva intuito la possibilità di renderla accessibile a tutti e a costo pressoché zero.

La sua intuizione fu il frutto di una caratteristica che lo rendeva unico tra gli scienziati del tempo, ossia quella di osservare la natura per imparare e dare attenzione alle anomalie scaturite dalle sperimentazioni fisiche, contrariamente alla condotta della maggior parte di scienziati che tendono ad ignorarle. Questa prerogativa lo ha portato a concepire il nostro pianeta, la sua atmosfera e l’universo intero come un organismo vivente capace di produrre una quantità infinita di energia, il che equivale a dire che l’energia non è necessario produrla con mezzi artificiali ma è già disponibile nell’esistenza, basta riuscire a canalizzarla per renderla disponibile a tutti.


Schema del sistema di trasmissione dell’energia senza fili di Tesla apparso sui giornali dell’epoca

Per inseguire questo sogno Tesla, da attento studioso dei processi e della struttura del pianeta, capì che sfruttando come conduttore di energia elettrica la porzione cava di atmosfera che si trova tra la superficie della Terra e la parte superiore della ionosfera, una volta che questa fosse stata ionizzata con un fascio di energie ad altissima frequenza (che lui era in grado di produrre) avrebbe assunto la funzione di un enorme condensatore di energia elettrica che abbracciava l’intero pianeta e al quale ognuno, con un adeguato dispositivo di ricezione, poteva liberamente accedere per i propri fini oppure, ad esempio, per generare propulsione ai mezzi di trasporto privati e pubblici.
La Terra stessa, in alternativa, poteva svolgere la stessa funzione avendo sperimentato che la crosta terrestre è un ottimo conduttore. Imitando il processo di trasmissione delle onde telluriche che avviene con i terremoti era riuscito a canalizzare e manipolare l’energia indotta sulla superficie terrestre con un forte bombardamento di energia e sfruttando l’effetto risonanza della Terra riuscì a dimostrare, fra lo stupore dell’opinione pubblica dell’epoca, la possibilità di sfruttare le onde stazionarie che si producevano e accendere a distanza numerosi corpi illuminanti senza l’utilizzo di cavi.
Va da sé che le sue rivoluzionarie scoperte, pur registrando un clamore e uno stupore senza precedenti tra l’opinione pubblica, incontrarono immediatamente l’ostracismo della comunità scientifica ed economica dell’epoca perché in sostanza le loro applicazioni avrebbero destabilizzato l’equilibrio economico-politico vigente.

Come accadde, ad esempio, alla corrente alternata, uno dei più geniali parti della sua mente fertile, che nonostante si fosse rivelata subito e chiaramente rivoluzionaria, per i numerosi vantaggi che mostrava rispetto ai limiti della corrente continua da poco scoperta e sfruttata su larga scala, fu brutalmente osteggiata da quegli imprenditori che avevano fatto fino ad allora della sua distribuzione un businnes gigantesco e che sarebbero stati messi fuori gioco dal suo avvento.
Stessa e, se possibile, peggiore sorte toccò alla sua “free energy”.

Troppi erano gli interessi economici in gioco che sarebbero stati sconvolti dalla distribuzione mondiale di energia gratuita e senza fili per poter essere accettata; Tesla subì a causa delle sue intuizioni benefattrici un vero e proprio processo mediatico, diremmo oggi, che raggiunse un inquietante culmine con la messa al bando e il discredito pubblico della sua figura che cessò solo quando si ritrovò completamente in rovina.
La campagna denigratoria di cui fu vittima Tesla delinea molto chiaramente quale sia il meccanismo che da sempre ha regolato la ricerca scientifica, uno scenario che svela quanto la tecnologia prodotta dalla società sia indissolubilmente sottesa ai forti interessi finanziari delle lobby di potere.

Questo quadro viene ulteriormente supportato dai retroscena di ciò che che subirono molti altri suoi sconvolgenti ed avanzatissimi studi rimasti nell’ombra fino a poco tempo fa perché furono addirittura requisiti e secretati dall’FBI appena dopo la sua morte avvenuta nel 1943, in pieno periodo bellico. Come mai scoperte denigrate e minimizzate furono invece oggetto di particolari attenzioni da parte di enti governativi?


Progetto di Tesla di una macchina volante

In questo caso furono forti interessi militari a far sì che le conoscenze a cui era pervenuto Tesla in tema di antigravità e di tecnologia laser rimanessero segrete e in loro possesso.
Bisogna infatti sapere che il genio di Tesla era probabilmente giunto a manipolare il concetto di gravità con le sue indescrivibili implicazioni. Era convinto di aver compreso come si potessero costruire motori antigravitazionali (non a caso il nome di Tesla ricorre spesso negli sudi sulla tecnologia dei cosiddetti UFO) o dispositivi in grado di convogliare fasci di particelle con un potenziale distruttivo inimmaginabile: entrambe applicazioni logicamente appetibili all’establishment militare. Ma si spinse oltre e si convinse della possibilità che la forza elettrica e magnetica potessero distorcere oltre lo spazio anche il tempo ed arrivò così a lavorare su progetti che sembrerebbero uscire da un film di fantascienza come il teletrasporto, il viaggio nel tempo e la “macchina per fotografare il pensiero”, tutti programmi che oggi la fisica non considera più dei tabù ma sta effettivamente cominciando a contemplare.
Ripercorrendo quindi le straordinarie conoscenze scientifiche sviluppate da Nikola Tesla, di cui si è fatto solo un breve cenno, descritto da chi lo ha frequentato come un personaggio enigmatico, fuori dal comune, addirittura in possesso di facoltà paranormali, viene spontaneamente da chiedersi come sia possibile che delle sue opere si sappia così poco o nulla, che sia stato vittima di un’infinità di veri e propri plagi essendo state attribuite ad altri scienziati le scoperte da lui invece precedentemente realizzate e mai ufficialmente riconosciute.
Era indubbiamente un personaggio scomodo, in netta contrapposizione con la visione del mondo della fisica che si stava sviluppando in quegli anni, uno scienziato che fu fatto passare per pazzo e che finì i suoi giorni nella miseria più totale e completamente abbandonato. Questo è l’assurdo epilogo di un genio che non sarebbe dovuto esistere per quel tempo, e forse avrebbe vissuto la stessa sorte anche ai giorni nostri e ciò deve farci riflettere sul subdolo meccanismo che si cela dietro le quinte della scienza e ne manovra le redini.

 

Seguici su:

Seguici su Facebook Seguici su YouTube