Scienze

Scoperto il pianeta extrasolare più simile alla Terra

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07 Novembre 2013

Il pianeta Kepler-78b


Kepler-78b dista circa 700 anni luce: roccioso, è infuocato perché troppo vicino alla sua stella.

La caccia al pianeta gemello della Terra è sempre più concitata e ricca di novità come dimostra il risultato ottenuto questa volta da scienziati italiani con un telescopio italiano.

Attorno alla stella Kepler-78 (individuata dal satellite astronomico Kepler della Nasa) visibile nella costellazione del Cigno e un po’ più piccola del nostro Sole, è stata rilevata la presenza di un pianeta roccioso della consistenza e della taglia del nostro pianeta azzurro; le più simili finora individuate.

Le condizioni in cui si trova sono molto particolari. Dista circa un milione di chilometri dall’astro madre (la Terra è a 150 milioni di chilometri) e compie un giro velocissimo intorno ad esso in appena otto ore e mezza. La grande vicinanza rende il suo ambiente tremendamente incandescente e quindi è difficile immaginare che possa ospitare qualche forma di vita.

Il risultato pubblicato dalla rivista britannica Nature è stato raggiunto dal gruppo di scienziati guidato da Francesco Pepe dell’Osservatorio di Ginevra, grazie allo strumento Harps-N installato sul telescopio dell’Istituto nazionale di astrofisica alle Canarie.

L’apparato è stato concepito proprio per inseguire pianeti extrasolari rilevandone presenza e caratteristiche. Per il momento tuttavia ancora non si riesce a fotografarli.


Kepler-78b rispetto alla Terra (Image NASA)

Anche se l’identikit del nuovo pianeta («un passo avanti notevole», ha sottolineato Giovanni Fabrizio Bignami, presidente dell’Inaf) ha destato attenzione, purtroppo non essendo collocato nella «zona abitabile» (con condizioni per la presenza dell’acqua) allontana, appunto, il sogno della vita.

Ma qui è importante la capacità di cogliere la consistenza del nuovo corpo celeste grazie alla raffinatezza di Harps-N che ha già dimostrato la sua efficacia anche con i telescopi dell’Eso in Cile.

Finora i pianeti scoperti intorno ad altre stelle della Via Lattea sono 1.010 e sono stati individuati misurando gli anomali movimenti dell’astro indotti dalla presenza del pianeta oppure dalla luce che si affievolisce impercettibilmente quando questo le transita davanti. Degli oltre mille, però, soltanto 12 si trovano nella zona abitabile ad una giusta distanza per raccogliere l’energia necessaria. Ma in realtà i pianeti extrasolari sono sicuramente ben più numerosi di quelli accertati.

Solo il satellite Kepler ha individuato 3500 candidati ora attentamente valutati. E proprio grazie alle sue osservazioni gli astronomi hanno stimato che nella galassia possano esserci addirittura 17 miliardi di pianeti extrasolari.

La tecnologia corre, come dimostra Harps-N e dunque possiamo aspettarci altre sorprese.


(Dal Corriere della Sera del 31 ottobre 2013 – Per gentile concessione dell’Autore)


Giovanni Caprara, giornalista e scrittore, è responsabile della redazione scientifica del Corriere della Sera

 

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