Alimentazione Vegan |
Alle Olimpiadi vince il menù plant-based |
30 Luglio 2024 | |||||
Per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 il programma alimentare previsto per gli oltre 10.000 atleti e il pubblico non ha precedenti, in quanto è stato dedicato più del 60% dei menù a opzioni vegane e vegetariane. Si tratta di una scelta attuata sicuramente per un importante sostegno nutrizionale agli atleti, ma allo stesso tempo anche di una proposta alimentare per aiutare l’ambiente e il benessere animale. È stata una decisione che ha dovuto tenere conto inevitabilmente della richiesta, perché sempre più atleti si stanno rivolgendo ad una dieta plant-based per realizzare al meglio le loro performance sportive. Così sia i partecipanti alle gare sia i visitatori hanno modo di assaporare una vasta gamma di piatti a base vegetale preparati dagli chef di tutta l’area olimpionica tra cui compaiono, ad esempio, hot-dog vegani, muesli di quinoa, tonno vegan, falafel di barbabietola rossa e melanzane grigliate con paprika affumicata, ma anche pasta e, naturalmente, moltissima frutta e verdura. Insomma, il tutto studiato per supportare un evento mondiale che rispecchia eco-compatibilità, eco-sostenibilità o diamo pure il temine che più ci piace, ma sicuramente più in linea con i programmi di salvaguardia del pianeta e del suo habitat. Inoltre l’80% degli ingredienti risulta essere di origine locale francese al fine di ridurre l’impronta di carbonio legata al trasporto degli alimenti. La società francese di servizi di ristorazione Sodexo Live si è organizzata con ben 500 ricette nel ristorante più grande del mondo al Villaggio Olimpico e in 14 ulteriori sedi, sottolineando il potente impatto positivo degli alimenti a base vegetale sul nostro ambiente. Lo stesso Tony Estanguet, Presidente del Comitato Organizzatore Olimpico e Paralimpico di Parigi 2024, ha dichiarato: “È anche nostra responsabilità educare le persone che saranno impegnate a Parigi 2024. È un dovere collettivo ora cambiare le nostre abitudini e ridurre definitivamente la nostra impronta di carbonio. Quindi, quando comprate del cibo nei locali, dovreste provare anche il cibo vegano che viene servito perché, in termini di gusto, è molto buono. Servendo cibi prevalentemente vegetali, le Olimpiadi di Parigi daranno una forte affermazione sull’impatto delle nostre scelte alimentari sul cambiamento climatico”. Però, anche in questo quadro di evoluzione verso un cibo più salutare, rispettoso del pianeta e cruelty free, c’è un lato oscuro. Nei menù proposti era stato escluso in primis il foie gras, proprio per il suo impatto crudele sugli animali da cui viene prodotto. Purtroppo poi, per i vip, ovvero nel menù premium, compaiono champagne e foie gras. Come mai questa incongruenza molto criticata anche dagli stessi atleti? Al riguardo, come commentato da Animal Equality, ovvero l’organizzazione internazionale che collabora con governi e aziende per porre fine alla crudeltà nei confronti degli animali d'allevamento: “Come possono gli ospiti più prestigiosi dei Giochi bere champagne, mangiare foie gras e fare il tifo per gli atleti mentre anatre e oche ansimano, vomitano e sanguinano in nome di questa cosiddetta prelibatezza? “ Ma l’evoluzione alimentare esiste e procede e, a dimostrare ciò, la start-up francese Gourmey ha annunciato di aver presentato alle autorità di regolamentazione europee una richiesta per il suo foie gras coltivato. Come spiegato dal Good Food Institute Europe, per essere commercializzata in Ue, la carne coltivata deve essere approvata dall’ EFSA, ovvero l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. L’autorizzazione è disciplinata dal Regolamento sui nuovi prodotti alimentari, uno dei quadri normativi più rigorosi al mondo in materia di sicurezza alimentare e questo processo di valutazione dovrebbe durare circa 18 mesi. Una volta approvato, il prodotto potrà essere commercializzato nel mercato UE.
La consulente per gli affari pubblici del Good Food Institute Europe, Francesca Gallelli, ha dichiarato: “…La tutela dei prodotti tradizionali non deve diventare un ostacolo all’innovazione alimentare e alla libera scelta del consumatore. La domanda della start-up francese Gourmey dimostra che l’innovazione alimentare e la tradizione culinaria possono rafforzarsi a vicenda, offrendo un foie gras che soddisfa le esigenze dei consumatori e tutela il benessere animale.” Ritornando alle diete plant-based, queste risultano vincenti su vari aspetti, e non solo nello sport. Vale la pena ricordare che, secondo il rapporto delle Nazioni Unite sulla crisi climatica, il passaggio a un’alimentazione a base vegetale, oltre alle riduzioni critiche delle emissioni di carbonio, può portare benefici alla salute umana, alla salvaguardia della biodiversità e al rispetto degli animali nella loro peculiarità di esseri senzienti. Dieta vegan vincente nello sport L’alimentazione vegetale è un vero e proprio aiuto per chi fa sport: serve a contrastare lo stress ossidativo legato alla pratica sportiva, a ripristinare i sali minerali persi con la sudorazione, a migliorare il recupero post-allenamento, ma anche ad aumentare l’efficienza del sistema immunitario. Da un punto di vista nutrizionale, nel mondo vegetale c’è tutto quello che ci serve e per gli sportivi non mancano certo le tanto esaltate proteine. Sono infatti moltissime le fonti vegetali di proteine, con i legumi in testa: dalla soia (anche sotto forma di tofu e tempeh), ai fagioli, lenticchie, ceci, lupini e quinoa, ma anche cereali, semi e quella che chiamiamo comunemente frutta secca. Nell’aprile dello scorso anno è uscito uno studio tutto italiano che riguarda la dieta vegetale nello sport pubblicato sulla rivista Nutrients, dal titolo “Il piatto veg nello sport: una guida plant-based per gli atleti”. Riguarda un lavoro condotto da medici, professori e ricercatori italiani della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche. Uno studio che illustra anche le linee guida ottimali di una alimentazione senza cibo animale indirizzata alle esigenze di atleti professionisti. La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana riconosce le diete a base vegetale come del tutto compatibili con una attività sportiva anche molto intensa, in grado di soddisfare il fabbisogno non solo di chi fa sport amatoriale o per il proprio benessere fisico, ma anche di chi lo fa in modo agonistico, sottolineando che un elevato apporto di carboidrati è fondamentale per l'atleta ed è più facilmente ottenibile con questo tipo di alimentazione. In campo scientifico è oggi ufficiale che sono non solo le proteine quanto proprio i carboidrati a fornire il "carburante", ovvero l'energia necessaria per un atleta. Infatti è il glicogeno presente nei muscoli a determinare in gran parte la resistenza allo sforzo dell'atleta ed i depositi di glicogeno dipendono dall'assunzione dei carboidrati complessi. Riguardo alle tanto discusse proteine al momento, in campo scientifico, non è ancora certa la necessità di un aumento della loro assunzione per chi compie attività fisica, anche intensa. Numerosi studi concludono che un aumento proteico non sarebbe necessario, mentre altri studi sostengono che il fabbisogno proteico giornaliero dovrebbe aumentare da 0.8 g/kg di peso corporeo (fabbisogno normale), fino a 1.2-1.8 g/kg di peso corporeo (fabbisogno di atleti professionisti). Più nello specifico, l'American Dietetic Association e la società Canadese di dietologia raccomandano una quantità di proteine di 1.2-1.4 g/kg di peso corporeo per gli atleti che pratichino discipline di durata e fino a 1.6-1.7 g/kg di peso corporeo per gli atleti che pratichino discipline di forza o potenza. Però sembra che solo una parte di questo eccesso di proteine della dieta concorrerebbe all'aumento della massa muscolare: la maggior parte andrebbe a compensare l'aumentato fabbisogno energetico, che potrebbe essere egualmente o meglio soddisfatto incrementando l'assunzione di carboidrati complessi. Era già stato rilevato in altri studi precedenti come negli sportivi che seguano una dieta carente di carboidrati aumenti il fabbisogno proteico.
In ogni caso chi si affida a una alimentazione 100% vegetale è in grado di soddisfare anche un aumentato fabbisogno di proteine semplicemente aumentando le calorie consumate: i vegani ottengono mediamente l'11%, delle calorie dalle proteine, il che significa che un atleta di 80 kg che consumi 3.600 Kcal al giorno otterrebbe 1.2 g di proteine per kg di peso corporeo da una dieta vegana. Aumentare, anche sensibilmente, questi valori in una dieta vegetale mantenendo costanti le calorie introdotte è comunque fattibile semplicemente aumentando la quantità di legumi e diminuendo la quantità di frutta e grassi nei pasti. La composizione della dieta 100% vegetale, ricca di antiossidanti e di alimenti antinfiammatori, priva di colesterolo e povera di grassi saturi, non solo è adeguata, ma è promotrice di salute, come ormai accertato per la popolazione generale. Questo vale anche per l’atleta, con tutti i vantaggi sulla performance. Grazie al suo alto contenuto in carboidrati e al basso contenuto in grassi, la dieta vegana è ideale per tutti gli sportivi. L’allenamento comporta uno stress per l’organismo, con possibili problematiche soprattutto nel caso di allenamenti molto intensi. I benefici dell’assunzione di cibi vegetali sono molti, come, ad esempio, una diminuzione dello stress ossidativo legato all’attività fisica, un miglior recupero post-allenamento e un incremento dell’efficienza del sistema immunitario. Proprio lo sport agonistico richiede forza e resistenza e quindi è indispensabile nutrirsi correttamente per non avere mai cali di energia, così la dieta degli sportivi vegani prevede ogni giorno molta verdura, frutta fresca e secca, cereali, legumi, semi oleosi e olio extra vergine di oliva. L’assenza di proteine animali, tra l’altro, limita la produzione di acido lattico e facilita il recupero dopo le prestazioni, mentre il buon apporto di vitamine e minerali di una dieta plant-based va a contrastare la formazione di radicali liberi prodotti dall’intensa attività fisica. Studi compiuti su atleti vegani mostrano che i loro parametri fisici non hanno nulla da invidiare a quelli degli onnivori, anzi evidenziano una notevole prevalenza delle prestazioni fisiche di chi segue una dieta a base vegetale rispetto agli onnivori. In ogni caso, la migliore conferma della validità delle diete a base vegetale per gli sportivi è il fatto che campioni famosi di diverse discipline sono vegani e riescono a portare a termine prestazioni incredibili. Così sempre più atleti rinunciano agli alimenti di origine animale pur continuando a perseguire i loro obiettivi sportivi e molti non lo fanno solo per migliorare le loro prestazioni fisiche, ma anche per un aspetto etico verso gli animali. Miriam Madau è medico omeopata e nutrizionista vegano. Conduce su Shan Newspaper le rubriche “Felicemente Veg” sull’alimentazione vegana e “H2O” sull’omeopatia. Conduce inoltre la trasmissione “VeganSì” su Radio Dreamland www.radiodreamland.it
Riferimenti: https://gfieurope.org/it/blog/carne-coltivata-inoltrata-la-prima-richiesta-di-autorizzazione-in-ue/ |