Leggende e Tradizioni |
Toffa I, uno dei grandi Re di Porto-Novo in Benin |
03 Luglio 2019 | ||||||
Storia africana: il regno di Toffa I
Toffa, nato nel 1850 e morto nel 1908, è stato un re di Porto-Novo, capitale del Benin nell’Africa occidentale. Il suo regno (1874-1908) fu caratterizzato da alternanze di alleanze e conflitti con dei vicini militarmente potenti ed espansionisti: Inghilterra e Francia. Alla sua morte, Porto-Novo fu annesso alla Francia ed entrò a far parte della colonia francese di Dahomey. Il percorso di Re Toffa Primo Figlio del re Sodji (1848-1864), Toffa dovette esiliarsi a Tori e poi a Lagos quando Mikpon salì al potere nel 1864. Gli inglesi lo incoraggiarono a riprendersi il titolo con la forza ma Toffa preferì trattare. Toffa si recò alla corte di Abomey dove fu ben accolto da sua Maestà Glèlè, Re di Dahomey. Mési successe a Mikpon nel 1872 ma quando morì appena due anni dopo, Toffa tornò a Porto-Novo con 200 soldati del Dahomey, cacciò il principe Sognigbe che già si stava preparando alla successione e fu incoronato Re il 16 settembre 1874. Per prendere le distanze dal suo vicino troppo potente e per la diffidenza che provava verso gli inglesi, dopo che questi avevano sottratto Dangbo e Kétonou dal suo controllo, Toffa firmò un protettorato con i francesi nel 1882. Aiutato dall'esercito francese, Toffa conquistò Dangbo e Kétonou il cui re, Houngbo, venne deportato a Goré in Senegal.
Nel 1889, Dahomey lanciò un attacco contro Porto-Novo, Toffa fu costretto a ripiegare e la città e il suo palazzo Honmè furono saccheggiati. Da quel momento in poi, Toffa si alleò definitivamente con i francesi. Così, Porto-Novo ricoprì il ruolo di base per la prima e la seconda guerra del Dahomey dal 1890 al 1894. Toffa, in particolare, fornì circa 2000 portatori, reclutati con le buone o con le cattive. I francesi gli versarono un premio per ogni portatore. Dopo la vittoria, i francesi offrirono a Toffa il trono di legno dorato di Abomey che si aggiunse alla sua titolatura. Dopo la nascita della colonia francese di Dahomey, Porto-Novo mantenne ufficialmente la sua indipendenza, ma di fatto la perse gradualmente, portando Toffa a protestare ripetutamente contro le leggi coloniali del 1900 per salvaguardare le sue prerogative ma anche per protestare contro l'introduzione di nuove tasse. Toffa e il tuono Seduto tranquillamente sul trono, fumando la sua lunga pipa dorata mentre fuori soffiava il freddo vento harmattan (il vento secco e polveroso che soffia a nordest e ovest, dal Sahara al Golfo di Guinea, tra novembre e marzo), Toffa sentì bussare alla sua porta: Gbo! Gbo! Gbo! Chi bussa alla porta reale? Chiese il Re, con voce imperiosa. Roudou - roudou - roudou è il fulmine personificato. Sei tu? Ti conosco, disse il Re. Velocemente Toffa entrò nella sua stanzetta grigia, immerse le mani nell'olio, indossò i suoi amuleti da guerra e uscì pronto alla battaglia.
Lo sconosciuto gli fu subito addosso. Il visitatore era un uomo molto magro di alta statura, capelli a spazzola, occhi che brillavano di fuoco; si gettò su Toffa intento a sconfiggerlo. ''Agbeti, agbeti, lagbe omori odo, agbeti '', Toffa raddoppiò e triplicò i suoi sforzi. Stremato, appoggò la schiena al muro e guardò il tuono, i suoi occhi brillano di fuoco. Toffa pronunciò parole incantatorie: ''Agbeti tietiegbo kugbadi magbonkpon; yin aholou chaka choko, yin djanta, amannon atoo ta, anonwe t; Alo man non wli dan ofa gbe''. “Io, il re supremo, io, il leone, tu non toccherai mai lo spirito di tuo padre o di tua madre, non è con la mano che prendiamo il serpente velenoso: non ha mai detto il Fâ.” Queste parole magiche inquietarono il nemico, che scomparve con un forte tuono. Toffa fu vincitore, ma la sua schiena da quel momento portò per sempre un segno indelebile della terribile battaglia. .
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