Sciamanesimo |
Il Graal e il Libro del Cielo e della Terra |
12 Settembre 2017 | ||||||||||||||||||
Un testo antico offre una chiave di lettura sul mito più famoso e controverso della storia
Il Graal, l’evento che sconvolse la storia del pianeta Le persecuzioni della Chiesa non sono riuscite nel loro intento di fare piazza pulita della cultura dell'antico sciamanesimo druidico. Un'opera già iniziata da Costantino che effettuò all'inizio una vera propria pulizia etnica del druidismo mandando a morire gli eredi dell’antica religione in una sorta di Guantanamo ante litteram dove o ti convertivi al cristianesimo dietro torture inenarrabili oppure venivi eliminato senza pietà. Spettò poi al Concilio di Nicea nel 325 ad eliminare definitivamente tutta la pratica pubblica delle credenze celtiche mettendo al bando i druidi e accusandoli di stregoneria e di eresia. Se ne salvarono alcuni che fondarono abilmente degli ordini monastici in cui mimetizzarsi e altri che fuggirono nel Nord Europa oppure entrarono in clandestinità per continuare la loro cultura di uomini liberi.
È così che sono sopravvissute numerose famiglie celtiche, come loro stesse si autodefiniscono, in Italia e in tutta Europa. Ed è proprio da queste che si può ricavare una narrazione del mito del Graal così come doveva essere interpretato prima che anche questo venisse scippato dalla Chiesa, così come ha fatto per altri simboli del celtismo, ad esempio il battesimo, la messa, ecc., per trasformarlo in una storia senza senso dove entrano in gioco Giuseppe d'Arimatea e il sangue del Cristo. Su quest’ultimo tra l’altro non possiamo fare a meno di notare che, al di là del rispetto che si deve dare a chi crede per fede, non ci sono prove storiche che sia effettivamente esistito. Il mito del Graal non è stato scippato solo dalla Chiesa, ma è stato anche cooptato da gran parte della Massoneria esoterica che cerca incessantemente di ricostruire l'eden perduto. Per tale motivo riterrei opportuno dare una versione dei fatti che è molto più antica del cristianesimo.
Narra la tradizione druidica che ci fu un tempo in cui la Terra non era come quella che oggi conosciamo, era coperta da immense e interminabili foreste e abitata da creature di ogni genere, tra cui le capostipiti dell'uomo. Era un mondo terribile in cui la vita era un bene facile a perdersi e nessuna civiltà poteva essere costruita in maniera stabile, poichè regnava una continua distruzione, e gli esseri più vicini all'uomo così come lo conosciamo oggi, erano tenuti in recinti per essere destinati a cibo per chi dominava questo arcaico mondo. Poi avvenne un evento straordinario che sconvolse la storia e il futuro a venire di tutto il pianeta. Dal cielo in pieno giorno sembrò cadere una stella al suolo, luminosissima, che si posò delicatamente e da cui uscì una creatura divina (da alcuni identificata nella figura dei mitici Elohim, gli dèi al plurale in ebraico, in altri in quella di Fetonte (che pure lui non era una sola persona), in altri ancora il dio Thoth della cultura egizia, per donare uno smeraldo luminoso e mutaforma a quanti incuriositi gli andarono incontro. La leggenda ripresa dal mito rabbinico e concordante con quello druidico riporta che delle creature semidivine (per il cristianesimo gli angeli, le creature antropomorfe che abitavano il Paradiso terrestre con i nostri progenitori) forgiarono lo smeraldo in una sorta di calice e lo consegnarono ad Adamo e Eva perché dalla coppa traessero saggezza e conoscenza. Per questo motivo gli Alchimisti dell'antichità chiamarono questo oggetto che sembrava di smeraldo con il nome di G.R.A.A.L. che esprime l'acronimo di "Gnosis Recepta Ab Antiqua Luce", ovvero "Conoscenza ricevuta da una Luce antica ".
La leggenda continua dicendo che quando i due progenitori furono cacciati dal paradiso terrestre (presumibilmente dal continente Antartico per via della sopraggiunta glaciazione di 35milioni di anni orsono), la Coppa passò di mano in mano, dal tempo dell’Eden sino alla terra d’Egitto, dove venne custodita dal culto di Osiride che con essa rese grande il regno dei faraoni. Dopo la scomparsa del millenario regno la coppa del Graal sembrò andare perduta. Venne ritrovata da Ekhnaton, il faraone che tentò di ricostruire l’antico splendore dell'Egitto, ma questi venne ucciso e dopo la sua morte la coppa venne portata in salvo verso le Terre Iperboree (presumibilmente nel Nord dell'Italia), dove fu gelosamente nascosta e protetta. Secoli dopo sarà compito di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, guidati da Merlino il druido (simboleggiante il sopravvissuto druidismo europeo), il tentare di recuperarla attraverso le lande europee per portarla al castello di Camelot dove rifondare il perduto Eden.
È da notare che la famosa "Tavola rotonda", costruita sul simbolo della ruota forata di Fetonte, ripete il senso mistico dello Shan, la natura immateriale e invisibile della realtà vissuta da ogni individuo. La Tavola è vuota al centro, e la Coppa compare solamente quando i Cavalieri sono in grado vederla. Ovvero, la Coppa diventa visibile solo quando essi realizzano l'esperienza del Vuoto dell'antico sciamanesimo druidico, esperienza madre di tutte le religioni e gli esoterismi attuali sulla Terra. Attraverso la meditazione i Cavalieri si sono finalmente raccolti e l'idea del rinnovato Eden è nei loro cuori. E così sia … Tai Saar i Mnai, ovvero il libro del Cielo e della Terra Il Libro del Cielo e della Terra è un testo orale comparso prima ancora del Vecchio Testamento contenente la spiritualità dei primi figli della Terra a contatto con la conoscenza giunta dal cielo in epoche remote. Questo arcaico testo costituisce tuttora il riferimento storico e morale dell'antico sciamanesimo druidico dell'Ordine del Sole Nero.
Il "Tai Saar i Mnai", il "Libro del Cielo e della Terra", costituisce un prezioso testo che racchiude l'eredità della Tradizione trasmessa attraverso i millenni da ere arcaiche sino ad oggi. Manifesta la sua eccezionale preziosità nel raccogliere l'eredità dell'esperienza storica e morale di tutto il pianeta, dall'epoca mitica del Graal sino all'epoca delle grandi barbarie post glaciazioni che hanno tristemente modellato l'attuale assetto patriarcale della Terra. Il riferimento alla gemma verde del Graal giunta dal cielo a rivoluzionare la storia del pianeta per il futuro dell'umanità si associa ad altri miti che narrano di una conoscenza giunta dalle stelle, sia per l'intuizione che il cielo notturno può ispirare sia per precise credenze storiche di tutti i popoli del pianeta.
Il druidismo dell’epoca, a fronte dell’atteggiamento della Chiesa, reagisce con una grande e significativa manifestazione che intende dare un preciso segnale di presenza culturale. Accade quindi che venga esposta, a titolo dimostrativo, la “Tavola d’Oro”, ovvero la rappresentazione simbolica del Tai Saar i Mnai, come manifestazione della Scuola iniziatica dell’antica tradizione, al centro del grande Cromlech di Lough Gur in Irlanda, tra le attuali Contee di Clare e Limerick, presso il fiume Shannon. La Tavola viene portata da una processione di druidi, di guerrieri, di nobili e di contadini. La Tavola d’Oro è realizzata in oro verde massiccio e reca il segno dei dodici sigilli e idealmente delle dieci proprietà spirituali della sapienza dell’antico Eden.
La Tavola d’Oro rimane esposta per tre giorni consecutivi alle genti di Irlanda quindi viene rimossa e fusa per ricavare le shahqt-mar, le piccole ruote forate, che vengono donate a tutti i membri della comunità come simbolo della loro appartenenza.
Dall’esperienza tragica dei Catari e dei Templari prende vita il movimento detto “The Red Rose Circle” che inizia ad operare in cellule distinte e separate tra di loro assicurandosi la sopravvivenza fino ai giorni nostri, conosciute con il nome di “Famiglie Celtiche”, così come loro stesse si definiscono. Per la prima volta nell’era moderna l’antica Tradizione viene custodita in un testo scritto. Il Tai Saar i Mnai era stato da sempre un Libro trasmesso oralmente e appreso memorizzandolo. Tuttavia, per contrastare la penetrazione culturale del cristianesimo del tempo che portava a far perdere la memoria dei principi e della conoscenza dell’antica tradizione, il collegio di druidi lo tradusse in gaelico dall’antica lingua, mettendo il testo per iscritto, al fine che potesse essere conosciuto e ricordato da quanti frequentavano le loro comunità. Successivamente, nel 1680, il Libro verrà tradotto in lingua inglese, poi in tedesco e in francese e poi da quest’ultimo, intorno al 1700, in italiano, destinato alla comunità iniziatica che si stava riorganizzando nel Nord Italia e che era stata la più colpita dalle repressioni religiose in Europa. Il Graal continua nella sua opera. |