Tradizioni Celtiche |
L’Ecovillaggio di Dreamland celebra il suo Fondatore |
29 Gennaio 2020 | ||||||||||||||||||
Inaugurate le Opere dedicate al Fondatore dell'Ecovillaggio di Dreamland, Giancarlo Barbadoro, recentemente scomparso
Domenica 12 Gennaio, data della nascita di Giancarlo Barbadoro, all'Ecovillaggio di Dreamland sono state inaugurate una serie di opere progettate da lui e a lui dedicate. L'Ecovillaggio di Dreamland, nelle intenzioni del suo fondatore Giancarlo Barbadoro, nasce con l'intenzione di rappresentare, al tempo stesso, un esempio concreto di ecospiritualità e un importante polo spirituale e culturale. Una sperimentazione concreta di una nuova forma di convivenza tra esseri senzienti, animali umani e non umani, nel rispetto di Madre Terra e di tutti i suoi abitanti, compreso il regno vegetale. Nelle intenzioni del suo fondatore l’Ecovillaggio di Dreamland costituisce un laboratorio di ricerca e sperimentazione culturale e sociale ispirata all’antica Tradizione dei Nativi europei. La scelta del luogo non è stata casuale: l’ecovillaggio è nato intorno al grande cerchio di pietre che Giancarlo ha fatto erigere nella terra sacra della millenaria città celtica di Rama.
L'Ecovillaggio di Dreamland sorge sul territorio del Piemonte, in un habitat particolarmente antico: si stima che sia rimasto incontaminato dalle opere dell'uomo da almeno 30.000 anni. Un'epoca arcaica da cui provengono i primi flauti che sono stati ritrovati in Europa e che ci ha trasmesso miti ancora più antichi, che sono all'origine della storia del pianeta, come quello del Graal e di Fetonte. E’ stato scelto questo luogo anche per i significativi antichi eventi storici di cui è stato teatro, riferiti alle vicende dei Nativi europei e su indicazioni degli Anziani delle "Famiglie Celtiche" delle Valli di Lanzo. In queste zone infatti risiedeva l'antico clan dei Ramat, discendenti degli abitanti della Città di Rama, la città millenaria che Giancarlo Barbadoro ha riportato alla luce già negli anni ’70 del secolo scorso. Una grande città ciclopica che si estendeva nella Valle di Susa, nelle Valli di Lanzo e anche oltralpe, e che con l’Ecovillaggio di Dreamland Giancarlo ha voluto celebrarne il ricordo e il mito. Un luogo sacro e magico, nato per dare continuità alla tradizione dei Nativi europei, a contatto con la natura, in cui l'armonia e il silenzio vissuti, potessero sancire un netto stacco con la conflittualità e il perenne rumore della società maggioritaria. Un polo che, come un faro nella notte, fosse in grado di richiamare i curiosi, i sognatori e gli spiriti liberi. Dimostrando attraverso un'identità ben precisa, riferita all'antica tradizione dello sciamanesimo druidico, che la conquista dell'armonia individuale e sociale è a portata di mano. A questo fine Giancarlo aveva progettato e previsto una serie di opere, in grado di richiamare l'attenzione sull'esperienza dell'ecospiritualità, esprimendone al tempo stesso l'inconfondibile riflesso.
Tra i tanti doni lasciati in eredità da Giancarlo Barbadoro, ci sono anche tutta una serie di opere da lui progettate per Dreamland. Opere che esprimono l'identità e la visione di Giancarlo e di chi l'ha seguito nel suo sogno, e che sotto la guida di Rosalba Nattero, sono state realizzate in suo onore, con la precisa intenzione di portare avanti il suo progetto. Si è scelto di inaugurarle in quello che sarebbe stato il suo compleanno, come un regalo a fronte dei tanti da lui lasciati, per celebrarlo, per ricordarlo e per ribadire che la sua opera prosegue e proseguirà. La cerimonia di inaugurazione è iniziata di fronte alla Porta del Drago, dove inizia il percorso che porta al Cerchio di Pietre. Non ci sono muri, ma questa porta delimita – simbolicamente ma non solo – il Tempio dell'Ecospiritualità che vede al suo centro proprio lo Stone Circle.
E' qui che sorge la prima opera dedicata a Giancarlo: una targa dorata che porta incise le parole “Stone Circle di Dreamland, realizzato su progetto di Giancarlo Barbadoro con l’intento di dare continuità all’antica Tradizione dello Sciamanesimo Druidico nella terra sacra della Città di Rama, Dicembre 1999”. E' Rosalba Nattero – attuale presidente della Ecospirituality Foundation – a guidare il pubblico attraverso la cerimonia. Non potrebbe essere altrimenti. L'atmosfera è celebrativa, commossa, ma al tempo stesso allegra e ricca di speranza. Una speranza che nasce dalla consapevolezza che certe cose resteranno per sempre, indelebili, come il passaggio di certe persone speciali nella storia, o nelle nostre vite. Attraversiamo il portale, dirigendoci sul Sentiero del Drago, verso lo Stone Circle. A guidare il corteo c'è il vessillo del New Earth Circle, la comunità di Nativi Europei di cui Barbadoro era rappresentante.
Giungiamo al Cerchio di Pietre, l'opera intorno a cui è nato l'intero Ecovillaggio di Dreamland, progettato ed eretto da Giancarlo per dare continuità alla cultura dello Sciamanesimo Druidico, nella terra sacra della Città di Rama. L'antica città megalitica che proprio le ricerche e i ritrovamenti di Barbadoro (fin dagli anni '70), hanno fatto uscire dalla dimensione mitologica e collocato storicamente e geograficamente. E' un rapido viaggio alla scoperta dei simbolismi e della storia del cerchio: dalla scelta del luogo, già anticamente abitato dal popolo dei Ramat, ritenuto sacro e scelto su indicazione degli Anziani delle famiglie celtiche locali, ai segni che sancirono la posizione esatta del centro. Secondo le leggende è in un cerchio di pietre come questo che tutto ha avuto inizio: qui il dio disceso sulla Terra (interpretato come Fetonte nel mito Platonico), avrebbe incontrato l'umanità del tempo per donare loro i segreti della sua conoscenza. Intorno a questo cerchio sarebbe poi sorta l'antica città di Rama. Anche la seconda opera è legata alla misteriosa città megalitica: la Bandiera di Dreamland che si issa sul cielo azzurro, accompagnata dal suono struggente ed evocativo della cornamusa e dal battito dei tamburi.
I tre draghi si stagliano su un fondo azzurro, intrecciandosi al centro: un drappo antico, tradizionalmente riferito alla saga di Fetonte e della città megalitica di Rama. Molteplici i simbolismi: dalla natura del tempo, alla ternarietà dell'uomo, la via alchemica, la sintesi di vuoto e pieno nella dimensione neutra dello Shan. Niente è casuale, tutto è collegato. Tutto qui esprime una ben precisa identità, impressa da Barbadoro nel riferimento alla tradizione in cui si rispecchiava, raccolta da chi prosegue la sua opera: lo sciamanesimo druidico dei nativi europei. Un'identità che emerge ancor di più nel momento clou della cerimonia: l'inaugurazione del Nemeton, il santuario nella Natura degli antichi druidi, il “giardino sacro” di contatto intimo con gli elementi naturali, che Rosalba ha fatto erigere per dedicarlo a Giancarlo. Al centro del Nemeton sorge un menhir – scelto da Barbadoro stesso per scopi terapeutici e spirituali – eretto al centro di un piccolo cerchio di pietre. Intorno alla radura, una comunità di betulle, cui sono legati nastrini volitivi di vari colori. Oggi, di fronte al menhir, c'è un Siv'nul, il candeliere a tre braccia che rappresenta la tradizione dello sciamanesimo druidico nei suoi principi fondanti: shali (fratellanza), atabi (libertà) e sharka (gioia di vita realizzata nella conoscenza del tutto). Rosalba accende i tre bracci, pronunciando quelle parole antiche, al termine del rituale celtico, commovente ed evocativo, che ha coinvolto i partecipanti, nella stessa esperienza di condivisione e fratellanza. Il tour prosegue con l'inaugurazione di altre due opere pensate da Giancarlo, per ribadire l'identità di Dreamland: la Porta Alchemica e la Ruota Forata.
Si tratta di due simboli apparentemente diversi, eppure profondamente simili. La Porta Alchemica è stata realizzata ispirandosi alla cosiddetta “Porta Magica” di Roma, realizzata dal Marchese di Palombara, noto alchimista e membro della società iniziatica dei Rosacroce. Ricca di simboli complessi, tipici dello stile ermetico, che permise alla scuola alchemica di diffondere insegnamenti spirituali, anche in un'epoca di profondo oscurantismo come il medioevo. L’Alchimia costituisce la rappresentazione simbolica del percorso evolutivo dell’individuo, la realizzazione della Grande Opera secondo il linguaggio alchemico, verso la scoperta del Trascendente, attraverso l’osservazione e l’interpretazione dei principi archetipali della Natura.
Profondamente affratellata alla Tradizione druidica, l’Alchimia, o "Arte Regia", deriva dall'ermetismo e non è certamente un fenomeno esclusivo della cultura medioevale, ma affonda le sue radici in un passato ben lontano, che proviene dallo Sciamanesimo Druidico e dal dono che, secondo il mito, Fetonte fece all’umanità. Proprio nella sua origine si trova il simbolismo comune con la Ruota Forata: infatti entrambe rappresentano una via spirituale, un'interpretazione cosmologica e un riferimento al mito di Fetonte. La Ruota Forata è uno dei simboli più antichi, reperibile in tutte le culture del pianeta, con un significato simile, legato al percorso di crescita spirituale. Particolarmente nelle valli del Piemonte, si incontrano molte di queste “ruote solari”, sia ancora in uso presso molte abitazioni come buon auspicio, sia nei numerosi siti megalitici che delineano i confini storici della città di Rama. La leggenda racconta che, giunto il momento di accomiatarsi dagli uomini, Fetonte avrebbe lasciato in dono ai suoi discepoli tutta la sua conoscenza, racchiusa in una ruota d'oro forata. Rappresenterebbe secondo la narrazione dello sciamanesimo druidico uno dei tre doni di Fetonte, insieme alla Kemò-vad, la meditazione dei nativi europei, e la Nah-sinnar, ovvero la musica del vuoto. La Ruota Forata di Dreamland, la cui storia e natura particolare fanno pensare che fosse destino che finisse proprio qui, è stata pensata come augurio per i visitatori e per celebrare l'antica leggenda di Fetonte e dei doni da lui lasciati. L’antica pietra, delle dimensioni di mt. 1,20 di diametro e del peso di due quintali e mezzo, è arrivata a Dreamland per percorsi fortuiti. Ha almeno 600 anni, proveniente dai territori dell’alta Valle di Susa, costituita da gneiss locale, pirite e quarzo. Questa composizione la fa brillare al sole. Come detto, tutto è collegato e niente è lasciato al caso. Il sogno, iniziato con una leggenda e un cerchio di pietre, non si spegnerà mai. Le opere e i doni lasciati da Giancarlo resteranno, eterni testimoni di eventi straordinari e di una persona fuori dal comune.
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